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Pochi secondi dopo sento qualcuno davanti a me.

Pian piano sento togliermi le cuffie e subito dopo la benda.
«O mio dio» è l'unica cosa che riesco a dire prima di saltare in braccio alla persona che ho davanti a me.
«Cici» dice lui urlando prima di abbracciarmi e buttarmi a terra.

È da ormai un paio di minuti che siamo a terra abbracciati, il nostro momento di dolcezza è stato interrotto da una voce maschile.
«Ragazzi mi spiace rovinare questo momento bello e tutto quello che volete, ma è ora di alzarvi».
Ci alziamo e noto che il ragazzo ha lo stesso abbigliamento di Manuel, eh si alla fine i miei genitori mi hanno fatto portare a Coverciano.
«Fra capiscimi, non vedo la mia piccina da due anni. -dice mio fratello mentre mi stringe in un caloroso abbraccio, per poi continuare- Cici, lui è Alessandro, un mio compagno di squadra, Ale lei è Slenia».
«Piacere» dico porgendogli la mano che subito dopo viene stretta dall'amico di mio fratello.
«In realtà io sapevo già tutto.-ammette il ragazzo-Comunque piacere mio» dice poi.
«Sei un infame» commenta mio fratello.
«Lo so, ma se te lo avessi detto la sorpresa sarebbe astata rovinata» ammette Alessandro, in fondo ha ragione.
«Dai entriamo» esordisce mio fratello mettendomi un braccio sulla spalla.
«Subito capo» rispondo io.

Ed eccoci pochi secondi dopo dentro il Centro Tecnico Federale Coverciano, e devo ammettere che è enorme, sembra di stare in un albergo.

«Manuel ma tu non eri fidanzato?» dice un signore sulla cinquantina, riconosco subito che è Mancini, ringrazio i miei fratelli e mio padre per avermi sempre fatto vedere quasi tutte le partite possibili e immaginabili , almeno mi risparmio le figure del cavolo in pubblico.
«Lo sono mister, lei è mia sorella, Slenia» risponde mio fratello.
«Tranquillo che lo sapevo già, i tuoi mi hanno raccontato tutto. -dice avvicinandosi a me- Piacere Slenia» conclude tendendomi la mano.
«Piacere mio signor Mancini» rispondo tendendogli a mia volta la mano.
«Ti prego chiamami in tutti i modi tranne che per cognome, mi fai sentire vecchio» mi comunica ridendo.
«Va bene» rispondo ridendo a mia volta.
«Allora, adesso vado in reception a chiedere la chiave per la tua camera. I tuoi ti hanno già detto tutto?» mi chiede il mister.
«A dir la verità i miei non mi hanno detto nulla, neanche che sarei dovuta venire qua» ammetto.
«Bhe allora te lo dico io, siccome tu e Manuel non vi vedete da due anni, i vostri genitori mi hanno chiesto se potevi rimanere con noi per tutto il tempo dell'europeo» confessa i signor Mancini con un sorriso.
«Seriamente» dice sorpreso mio fratello.
«Se non mi credete chiamate i vostri genitori» risponde il mister.
Mi giro verso mio fratello e gli salto al collo. Sono felicissima di passare questa avventura tanto importante per lui insieme.

Quando mi sono trasferita in America per me è stata dura, sono cresciuta per sedici anni in un paesino in provincia di Lecco, trasferirsi dall'oggi al domani dall'alta parte del mondo è allucinante, abituarsi ad un altro clima, ad un altro orario a causa del fuso orario, abituarsi ad un altro ambiente, ad altre persone, ad un cibo diverso da quello con cui sono cresciuta e ad un'altra scuola.

«A questo punto benvenuta nella squadra» esordisce Bastoni.
«Grazie» dico dopo essermi staccata dall'abbraccio che gli ho dato.
«Fratello attento che se ti becco fare pensieri su mia sorella sei morto» interviene mio fratello.
«Non ascoltarlo» dico a bassa voce ad Alessandro.
«Cici guarda che sono di fianco a te eh».
«Cos'ho fatto adesso scusa?» dico facendo l'indifferente.
«Certo che sei scema» mi risponde lui facendo ridere Alessandro.

«Manu ma non eri fidanzato con Thessa?» sento dire da una voce maschile.
«Oh Dio ci risiamo, si sto con Thessa, no non la tradisco e poi lei è».
«Sono sua sorella» dico interrompendolo facendo ridere il ragazzo che mi ha appena scambiato per mia cognata.
«Oddio che figura, scusa è che vedendoti di spalle non è facile vedere la incredibile somiglianza tra te e tuo fratello. -ammette ridendo- Comunque piacere, Andrea».
«Detto anche 'Gallo'» continua Manuel.
«Che bella presentazione fratello, grazie tante eh».
«Comunque piacere mio, Slenia, detta anche Cici oppure Capri» confesso.
«Già inizi a starmi simpatica» annuncia 'Gallo'.
«Scusa se chiedo, come mai capri?» chiede curioso Bastoni che si trova di fianco a me.
«Perché sono capricciosa» ammetto.
«Lo posso confermare, è capricciosa e anche tanto» dice mio fratello meritandosi uno schiaffo sulla nuca da parte mia.
«Ahia hai fatto male».
«Era quello il mio intento» confesso facendogli una linguaccia che viene ricambiata.

«Da quando ci sono ragazze qui» dice una voce.

Tutto cosi' inaspettato || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora