Cap. XVIII

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Una volta tornati a casa, passarono diversi giorni prima che Jungkook e Taehyung interagissero tra di loro. C'era da dire che il fine settimana non si vedevano e a scuola, invece, dipendeva dai vari momenti.

La vera svolta si ebbe un mercoledì mattina da parte di Jeon. Quando quest'ultimo vide il castano uscire dalla segreteria da solo, non perse tempo e, con la scusa di un saluto, propose a Taehyung di venire a casa sua un pomeriggio. Il corvino era nervoso e stava iniziando a dilungarsi con dettagli inutili della serie "cosa potremmo fare in un pomeriggio".

Il castano gli mise una mano sulla spalla, mettendo fine a quel suo inutile parlare, e gli disse di sì:
—Questo è il mio numero di telefono. Mandami il tuo indirizzo per messaggio e verrò da te per le 16.

—OK, ci conto. - disse Jungkook con un sorriso, prima di andarsene tirando un sospiro di sollievo.

Kim sorrise a sua volta, vedendolo andare via. Quel ragazzo stava iniziando a diventare strano e quasi quasi lo preferiva com'era prima: stronzo e sfottente. Ma stava pur sempre provando a rilassarsi e fare amicizia, perciò avrebbe dovuto metterci anche un po' del suo.

Taehyung ebbe modo di rifletterci e, visto che l'iniziativa era nata dal corvino, a lui toccherebbe il secondo passo, giusto? D'altra parte un'amicizia è un accordo bilaterale che poteva funzionare solo se entrambe le parti ci mettino del proprio.


C'era da dire che le parole del suo migliore amico lo avevano comunque spaventato. Infatti il castano aveva avuto il coraggio di ammettere a sé stesso che quelle poche volte che Jungkook si comportava in maniera "strana" con lui, egli stesso non si riconosceva per le reazioni sottomesse che dimostrava all'altro!


Lui non era così! Lui è un ribelle, un combattente, non si piega dinanzi a nessuno e né tanto meno si fa mettere i piedi in testa da qualcun'altro. Però quando Jeon dimostrava quell'attitudine dominante, non sapeva come comportarsi o come contrabbattere.


Con questo pensiero che gli circolava in testa su e giù, passò la sua giornata scolastica fino a quando non arrivò l'ora di tornare a casa.








(...)











—Usciamo pomeriggio? - chiese Yugyeom.

—Non devi amoreggiare con la tua fidanzatina? - chiese burlone il corvino.

—Aish, no! - arrossì il biondo.

—Comunque pomeriggio non posso, bro. - disse e, vedendo l'espressione confusa dell'altro, continuò. —Esco con un amico...

—Mi stai rimpiazzando?!?

—No! Certo che no! - esclamò. —Come ti vengono certe cose?

—Allora perché non puoi uscire con me pomeriggio?!?

—Te l'ho detto esco con un altro amico.

—Lo conosco? Magari vengo con voi...

—No! - quasi urlò. —Dico no, non puoi venire.

—Sicuro che esci con un amico? O vai a farti una scopata?

—Esco con un amico!

—E non lo conosco?

—Sì...

—Chi è?

—Ciao, Jungkook.

—Ciao, Taehyung!

—A dopo! - disse il castano salutandolo con una mano.

—A dopo. - ribadì il corvino, prima di girarsi verso il suo migliore amico e dire: —Che c'è?

—Esci con lui pomeriggio? - chiese il biondo sollevando le sopracciglia.

—Sì, ok? E non puoi venire perché devo avere il tempo di diventare suo amico.

—Secondo me, te lo vuoi scopare. - disse molto tranquillamente.

—MA COSA STAI DICENDO!?! - esclamò alterato l'altro.

—Mi hai sputato! Iugh!!! - ribadì allontanandosi.

—Guarda me ne vado prima che di picchiarti!

—Oh, sì. Fai pure il difficile, amico mio. Ma prima o poi dovrai ammettere a te stesso la verità.



Jungkook, che se ne stava già andando, si girò per fargli il dito medio e andarsene. Yugyeom si mise a ridere e prese la direzione contraria.

I hate u - KooktaeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora