Cap. XX

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—Va bene... - sussurrò, prendendo fiato. —Quando ero piccolo mi piaceva andare al mare. Sono un tipo socievole e mi sono sempre divertito a giocare con gli altri. Un giorno stavo giocando con dei bambini in piazza e mamma mi vigilava da lontano per darmi lo spazio sufficiente per socializzare. Avevo mal di pancia, ma non volevo smettere di giocare. Allora feci una breve pausa, sedendomi per terra. Gli altri si misero seduti come me e mi chiedevano a che cosa volessi giocare, io tipo che non riuscivo a capire niente perché mi faceva troppo male la pancia.

—Credo di sapere come va a finire. - disse il corvino, trattenendo le risate.

—Stai zitto e ascolta!

—Uh, selvaggio.

—Stavo dicendo: non ci capivo niente dal forte mal di pancia che avevo! Così ho iniziato a fare tante piccole puzzette silenziose.

—Quelle più micidiali! - esclamò l'altro ridendo.

—Esattamente. Infatti tutti iniziarono a dire: "che cos'è questa puzza" e cos'è del genere. E io pensavo tra me e me: "adesso basta, mi alzo e dico a mamma che devo andare in bagno". Vado per alzarmi e PUM!

—Cosa? - chiese ridendo.

—Non dirò l'ultima cosa. - disse Tae, incrociando le braccia sul petto, fingendo di essere offeso e imbarazzato.

—Va bene, ora tocca a me. Quando ero alle elementari, mi piaceva una bambina. Diciamo che era la mia crush dell'epoca.

—Se ti conosco almeno un po', avrai combinato qualcosa.

—Ascoltami prima. Praticamente era l'ora di pranzo e io stavo parlando con il mio migliore amico dell'epoca, quando mi giro e vedo che lei si era seduta accanto a me. Io faccio cenno al mio amico e lui mi fa ridere proprio mentre stavo mangiando. Per non sputare il cibo in faccia a lui, mi sono girato e ho preso lei in faccia.

—No! Oddio! - rise Taehyung.

—Il mio imbarazzo era tale che sono scappato via, senza aiutarla, senza scusarmi, no niente. - affermò sorridendo. —Tutte le volte che ci penso, mi dò un facepalm mentale.

—Lo credo. - rise ancora e il corvino si perse in quella risata solo per qualche secondo.

—Basta cose imbarazzanti. - disse alzandosi.

—Cos'è? Hai paura che possa spifferare in giro le tue spiacevoli avventure? - chiese burlone Tae.

—No, anche perché farsi la cacca addosso davanti a tutti è di gran lunga peggio! - esclamò ridendo.

—Io non ho continuato la storia! - esclamò l'altro arrossendo.

—Tesoro, sono abbastanza intelligente per dedurlo da solo.

—Dai un freno a sto ego!

—Mai! - esclamò. —Seguimi.

—Dove?

—In bagno. - disse ironico.

—Non verrò in bagno con te! - disse l'altro fermandosi, non intuendo l'ironia del contrario.

—Perché hai paura che possa farti qualcosa? Magari questo. - disse il corvino, tirando il castano verso di sé prima di intrappolarlo fra le sue braccia e la porta alle sue spalle.

—J-Jungkook...

—Dimmi, fiore di loto.

—N-non c-chiamarmi c-così.

—Perché sei così nervoso? O forse sei ansioso?

—I-io...

—Ragazzi, la merenda! - esclamò la signora Jeon al di là della porta, bussando.

—Entra, mamma. - disse il figlio, dopo aver spostato Taehyung dalla porta.

—Vi ho portato le fette biscottate con la Nutella, sono le preferite di Kookie, quindi ho pensato che potessero piacere anche a te, Taehyung.

—G-grazie, signora Jeon. - balbettò.

—Tutto bene? - chiese la signora, guardandolo con preoccupazione.

—Non ti preoccupare, ma. Sta bene. - disse il corvino. —Andiamo a giocare ai videogiochi, Taehyungie.

—Sì. - disse il castano seguendolo.

—Ti avverto solo bravissimo e a dir poco imbattibile. - annunciò con presunzione.

—Anche meno, eh. - disse Tae ridendo, dimenticando per un attimo la situazione incomoda di prima.










(...)










Un paio di ore dopo...
—Te l'ho detto che sono imbattibile.

—Sì sì, è stata solo fortuna!

—Wow! Fortunato per undici volte di fila. - ironizzó l'altro.

—La prossima volta ti vincerò il doppio delle volte, stanne pur certo!

—Quindi ci sarà una seconda volta, Taehyungie?

—Smettila di darmi nomignoli! - esclamò, muovendo in maniera frenetica le mani.

—Quanto sei permaloso.

—Io non sono permaloso!

—E infantile... - disse fingendo di essere serio, ma in realtà amava prenderlo in giro.

—Ha parlato quello con l'ego grande quanto sta casa!

—Sono bravo in molte cose, perché dovrei nasconderlo?

—Non dico nasconderlo, ma un po' di modestia non ti farebbe male. E poi tutte queste "molte cose" io non le vedo. - disse il castano, incrociando le braccia sul petto davanti a Jungkook.

—Se vuoi, posso dimostrartelo... - sussurrò il corvino proprio sul collo del contrario.

—N-no, g-grazie.

I hate u - KooktaeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora