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Cheryl amava disegnare. In verità,usare il termine amare era troppo riduttivo per descrivere quale fosse il rapporto fra la ragazza e l'arte che riusciva a creare.
La tela era come una casa nuova,spoglia e da decorare,ma con linea dopo linea,pennellata dopo pennellata,riusciva a rappresentare sulla carta cosa provava e cosa stava pensando: riusciva a trasportarsi all'interno del suo stesso dipinto,e lì si sentiva al sicuro.

Era come una medicina in cui andava a rifugiarsi ogni qual volta nella sua mente i pensieri si intrecciavano nel caos più totale, e dopo la morte di Jason si convinse con il tempo che effettivamente, dipingere era l'unica cosa che la stava facendo rimanere salda al terreno.
Erano tempi bui,e lei era solo un granello di sabbia in confronto a quanto grande fosse tutta la situazione che aveva come punta dell'iceberg l'assassinio di suo fratello. Era quasi preoccupante come l'accaduto,con lo scorrere del tempo, stesse iniziando a diventare una lontana narrazione da raccontare ogni qual volta venivano persone esterne interessate a vedere la città.

Non che ci fosse molto da visitare oltre il bere milkshakes e lanciare ciottoli sulle rive dello Sweet Water River.

Stava portando Cheryl allo sfinimento rimanere chiusa dentro quella casa, e il colpo di grazia arrivò con l'arrivo di intrusi non desiderati nella sua scuola: i Southside Serpents.
L'esatto momento in cui varcarono le porte,un colpo doloroso si scagliò contro il suo petto, come se l'aria che la circondava si stesse stringendo intorno a lei come un serpente impedendole di respirare.

Loro erano qui. La stessa banda che aveva contribuito all'uccisione di suo fratello era qui,di fronte ai suoi occhi.
Non si permise di piangere, suo padre le ha sempre detto che i Blossom non sono così deboli da permettersi di piangere, ed in un secondo tutta quella tristezza, la morsa che le stava stringendo il collo, sparì per dare posto a qualcos'altro.

Le sue mani non smettevano di stare ferme,incominciò a grattarsi il braccio più del dovuto, le sue unghie si conficcarono nella sua pelle, e l'unica cosa che sapeva era che voleva quelle fecce umane fuori dalla sua amata scuola. L'unico posto che le era rimasto dove dimenticava, anche solo per l'arco della pausa pranzo, i suoi problemi.

Dentro di lei si sentì urlare, le voci della sua testa che ora le stavano impedendo di sentire altro mentre scappava silenziosamente in bagno prima di prendere il controllo. Pensava stesse per vomitare tutto ciò che aveva ingerito fin ora, le emozioni così forti che le impedivano di parlare.
Rimase chiusa lì per quello che per lei sembrò un'eternità di tempo, quando forse saranno stati massimo cinque minuti. Si guardò allo specchio prima di andarsene,togliendosi di corsa le lacrime che volevano così tanto uscire. Non era debole. Doveva farsi rispettare.

Per JJ.

"Qualcuno di voi ha invitato della feccia umana? Perché io non mi ricordo di averlo fatto." la sua voce uscì più aspra del solito, ogni singola parola intrisa di cattiveria.
"Scusami?" una ragazza tra il gruppetto che era nel corridoio si fece avanti, le braccia conserte attaccate al petto ed il suo sguardo scuro che la guardarono dritta negli occhi.
Per un momento, Cheryl si sentì quasi stupida di aver iniziato quella conversazione, e più cercava di guardare la Serpent negli occhi e più si impediva di concentrarsi su i particolari sul suo viso data la poca distanza tra loro che le permetteva di notare una lentiggine qua e là sparsa per il suo viso.
"Non ci senti? Posso ripeterlo se vuoi." la guardò dall'alto verso il basso, mordendosi di nuovo la lingua per continuare questo teatrino patetico.

Era patetica. I suoi genitori avevano ragione.

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Se c'è una frase che Nana Rose diceva sempre, era probabilmente "Dai tempo alla rosa di sbocciare, per quanto mal ridotta sembri."
Cheryl dal canto suo l'ascoltava,ma non dava troppa importanza ad un detto riguardo fiori; eppure eccola qui,ora come non mai, a pensare come sua nonna aveva ragione.
Toni, così si chiamava la ragazza con cui si scontrò in corridoio, presto diventò un'amica con cui fidarsi. Le disse i suoi segreti più profondi,anche quelli che non riusciva ad ammettere a sé stessa.

choni one shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora