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scusatemi in anticipo per errori di battitura, sono di fretta.

Essere vulnerabili spaventa a volte.
Anzi, cancellate quel "a volte"; spaventa e basta.
Cheryl non sapeva se fosse perché in fondo è una paura comune, o se magari erano le parole dei suoi genitori che le rimbombavano nella testa, o forse perché diffidava degli altri. Indifferentemente da quale possa essere la causa, la riportavano nella stessa identica situazione: pura e patetica solitudine.
Quella irrefrenabile, che ti segue come una nuvola di pioggia.

Se essere vulnerabili spaventa, sentirsi soli ferisce.

Ora non fraintendete, Cheryl manteneva la sua popolarità anche partecipando a svariati eventi, ma erano tutti una gran farsa per ottenere cose futili nella speranza la rendessero soddisfatta di qualcosa.
Tentativi invani, ovviamente. Per essere completamente onesti andavano ancora di più a sottolineare quanto le voci degli altri erano solo rumori distorti nelle sue orecchie, un continuo cinguettio assillante.

Cheryl non sapeva se la rendesse più triste la solitudine stessa o il fatto che ormai ci aveva fatto l'abitudine, ma in entrambi casi, il bicchiere che aveva davanti poteva distrarla un poco.

"Serataccia, huh?" una voce femminile disse,facendole alzare lo sguardo.
Per un momento pensava non fosse riferito a lei, finché non si rese conto che la barista di fronte a lei la stava guardando mentre asciugava un bicchiere con uno straccio.
"Mh?" disse Cheryl, accertandosi di aver sentito la domanda correttamente.
La barista tirò un'occhiata silenziosa verso il bicchiere nelle sue mani, un sorrisetto apprensivo che si plasmò sul suo viso.

La ragazza dall'altra parte del bancone si sistemò meglio sullo sgabello, abbastanza a disagio di star avendo questa conversazione in primo luogo.
"Momento di noia, immagino." rispose corrucciando appena la faccia, non doveva spiegazioni a questa donna dopotutto.

Non poteva mentire però, che per quel poco in cui i suoi occhi si erano posati su di lei, si trovò interessata più di quanto avrebbe voluto nei confronti di questa donna sconosciuta.
Aveva una parte dei capelli legati dietro per impedire che le fossero di intralcio, una canottiera nera che le mostrava solo la parte centrale del petto,e degli orecchini tondi che dondolavano piano mentre si muoveva dietro il bancone.

"Noia." la distolse dai suoi pensieri un'altra volta con un tono sospetto, "Se vuoi il tipico consiglio da barista, sono qui."

La tentazione di accettare la proposta era sulla punta della sua lingua, non conosceva questa donna e quest'ultima non conosceva lei, non sarebbe stato un gran problema.
Ma se invece fosse stata una trappola? Perché voleva fidarsi così tanto di questa ragazza? Non parlava con le sue amiche più strette dei suoi problemi, perché dovrebbe raccontarli a lei?
Continuava a rimuginare sopra cosa fare, fin quando, vedendola iniziare allontanarsi, le sue parole uscirono senza neanche la sua volontà.

"Che tipo di consiglio?" chiese, combattendo con tutta se stessa l'urgenza di colpirsi la fronte. Strinse le dita intorno al bicchiere per la tensione.
La ragazza accennò un sorrisetto,per poi appoggiare le mani sul bancone.
"Dipende dal tipo di situazione, immagino."

"Non so neanche il tuo nome-" si giustificò esitante Cheryl; era stato tutto un pessimo sbaglio.
La barista la interruppe e con un sorriso disse: "Toni,mi chiamo Toni. Non sei obbligata a dirmi nulla." mise in chiaro, percependo in qualche modo la tensione della rossa, che man mano si chiudeva sempre di più con le spalle.
Cheryl sospirò, ormai non aveva più nulla da perdere.

"Promettimi che non proferirai di questo a nessuno." iniziò subito, il suo indice che indicava lo spazio tra loro due.
Toni mimò una cucitura sulle sue labbra, facendo sorridere Cheryl: la ragazza aveva questo modo di fare quasi bambinesco, ma la faceva sentire più sollevata riguardo il fatto di confidarsi con lei.

Non sapeva dove iniziare mentre si impicciava con le parole. "Sono semplicemente...stufa. Stufa è il termine corretto. Sono circondata da rapporti creati solo da impalcature che io stessa ho messo e dannata me ad averlo fatto, è una continua routine in cui mi sono trovata e non so più cosa fare."
Il cuore le batteva forte nel petto, stava sussurrando ma nella sua testa le sembrava di star urlando, e per una volta non si sentiva dispiaciuta. Alzò lo sguardo solo per incontrare quello di Toni che la scrutavano con un'espressione apprensiva, ascoltandola silenziosamente.
"Ho tutto quello che posso desiderare, eppure mi sembra di non avere nulla e nessuno. Mi sento un'ingrata per questo, ma è più forte di me: la solitudine mi sta divorando dentro." concluse, prendendo fiato subito dopo.

Per un istante, quel millesimo di secondo appena chiuse la sua bocca, la nausea iniziò a farsi spazio nel suo stomaco ed un nodo alla gola le faceva sembrare di non star respirando. Non doveva farlo, si diceva che non doveva farlo, perché si era mostrata debole davanti qualcuno che neanche conosceva.

Eppure Toni aveva qualcosa di così particolare, e la stava attraendo come una calamita. Era oggettivamente attraente, con la canottiera che le faceva risaltare il seno e le mani tutte ingioiellate, ma era un altro tipo di attrazione.
No,qui stavamo parlando di sicurezza e fiducia che questa donna emanava sebbene non l'avesse mai vista fino a questa sera.

"Menomale che sei venuta qui solo per noia." sospirò Toni,scherzando per alleggerire la tensione. Si fermò un istante per trovare le parole giuste, quasi come se stesse scrutando uno schema preciso con tutte le informazioni ottenute nella sua testa.

"Non so nulla di te..." si fermò subito, spronando silenziosamente la rossa a rivelare il suo nome.
"Cheryl." sussurrò piano la rossa, maciullando le pellicine intorno alle sue unghie in gel curate.
"Cheryl." lo ripeté subito dopo la barista, come a volerlo memorizzare in fretta.
"Ma una cosa che ho imparato col tempo, è che essere circondata da persone non necessariamente porta al non sentirsi soli. Lo hai detto tu stessa:hai creato impalcature; perché senti il bisogno di crearle? Non è più plausibile che non sei te la cattiva della storia, ma bensì qualcun altro?"

Lo disse con una faccia curiosa, quasi divertita dal farle dubitare tutto quello che ha sempre saputo-o pensato di sapere.

"Potrai avere tutto, ma magari quel tutto è solo qualcosa di materiale; magari quel tutto non è quello di cui hai bisogno." concluse, e Cheryl rimase lì imbambolata troppo presa dal placare i pensieri che le giravano nella testa.
Era davvero un libro aperto? Non si spiegherebbe altrimenti come questa perfetta sconosciuta sia riuscita a toccare i punti più intimi della sua anima senza sapere nulla di lei.

La voglia di chiederlo le ronzava sulle labbra, ma scacciò il pensiero come si fa con una mosca in estate.

Non diede una risposta in tempo, perché la chiamarono dei clienti, e con la stessa velocità in cui si presentò sparì.
Prima di andarsene guardò Cheryl negli occhi: "Pensaci su va bene? Sono qui tutti i giorni tranne il giovedì, fammi sapere se sono stata d'aiuto."
L'occhiolino che fece subito dopo non doveva far assolutamente arrossire le guance pallide di Cheryl, ma le tante domande che aveva lasciato questa ragazza in lei le fecero capire che non l'avrebbe dimenticata facilmente.

No, probabilmente sarebbe tornata da lei appena sarebbe riuscita ad elaborare quello che era appena successo.

N/A: capitolo non molto lungo né tantomeno interessante, MA ALMENO SAPPIATE CHE SONO VIVA😤
non ho veramente più le idee per scrivere e non so cosa farò di questo profilo che neanche uso più, siccome preferisco leggere su altre piattaforme, ma questo è un futile problema che probabilmente rimanderò :')🧘🏻‍♀️
FATEMI SAPERE COSA VORRESTE LEGGERE E SE VI VA COMMENTATE E VOTATE,
bacioni cuori<33

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 02, 2021 ⏰

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