Da quando sono alla Surfrider alle 5:30 del mattino sono già pronta per allenarmi.
Da piccola odiavo ogni secondo dell'allenamento fuori dall'acqua, ma ripetevo a me stessa "non smettere, soffri ora per avere risultati dopo".
È stato così, se non mi fossi allenata tanto non avrei avuto la forza di surfare come oggi.Per l'allenamento i nostri insegnanti ci dividono in gruppi.
Oggi io e Mary siamo nello stesso gruppo, seguite da Daniel.
Ci fanno iniziare quasi sempre con una corsa di 5km a ritmo moderato per poi passare ad una serie di esercizi individualizzati a seconda delle caratteristiche fisiche e tecniche della singola persona.
Nel pomeriggio ci aspetta l'oceano con le sue onde.
Da quando sono qui surfare è diventato diverso, non sono io a decidere le mie manovre e spesso non sono libera di seguire il mio istinto.
Qualche volta l'ho fatto contro la volontà dei miei insegnanti e il mio istinto non si era mai sbagliato.
Daniel e gli altri istruttori erano affascinati da questo mio dono: sapere sempre dove cercare l'onda.Daniel mi assegna una serie di esercizi, facendo attenzione ad assegnarmi più esercizi per le gambe rispetto agli altri.
«Devi allenare di più le gambe Amande. Sono il tuo punto debole ma le trasformeremo nel tuo punto di forza»
«Va bene» non dico altro, sono stanca e così facendo non avrei avuto la forza di salire sulla tavola nel pomeriggio.
L'allenamento delle gambe è particolarmente duro, perché i muscoli degli arti inferiori sono i più grandi del corpo umano e per essere stimolati adeguatamente è necessario utilizzare carichi elevati.
Dopo affondi, abduzioni, squat e stacchi da terra tutti finiscono l'allenamento tranne me.«Amanda tu resti, 3km di corsa a velocità moderata. VIA!»
Non avevo avuto neanche il tempo di riprendere fiato, Daniel mi aveva assegnato un'altra corsa da fare. Mentre correvo pensavo al fatto che solo a me era toccata questa corsa e che molto probabilmente non avevo dato il 100% durante l'allenamento.
Pensare di aver deluso le aspettative degli altri mi distrugge. Forse mi sono troppo sopravvalutata nella vita, d'altronde non mi era mai capitato di confrontarmi con così tante persone.
Durante la corsa, nonostante la smisurata stanchezza, mi godo il vento tra gli alberi e il sole sulla pelle. Non penso di aver fatto un pessimo allenamento e se anche fosse domani avrei dato il mio meglio.Alla fine dei 3km trovo Daniel seduto in spiaggia con in mano il cronometro.
«Ottimo lavoro Amanda!» mi dice alzando una mano aspettandosi un cinque. Con molto imbarazzo allungo la mia colpendo la sua mano.
«Pensavo che questa corsa fosse una specie di punizione, pensavo di non aver fatto un buon allenamento»
«Chi lo ha detto?»
«L'ho pensato io» rispondo
«Amanda non pensare. Facciamo che da oggi io penso e tu esegui, è meglio per te fidati» sul volto di Daniel nasce un sorriso che ritrae quasi subito.
Da quando sono qui non l'ho mai visto ridere.«Puoi rientrare, oggi niente acqua per te»
«Come dici scusa?» il mio tono diventa accusatorio e lui se ne accorge.
«Oggi non surfi Amanda. Il tuo allenamento è stato intenso, oggi ti riposi»
«Ma sono qui per surfare non per diventare campionessa di pesi massimi»
«Le tue lamentele portale a Sophie, se non ti sta bene torna a Maui»
Dicendo ciò Daniel mi volta le spalle e va via, era passato dal sorridermi al rimproverarmi e devo dire che un po' ci sono rimasta male.
Rientro in casa e mi fiondo sotto la doccia, gli altri sono già a tavola ma mi si era completamente chiuso lo stomaco.
Decido di non scendere a pranzo oggi.Siedo alla mia scrivania e faccio partire una videochiamata con la mia famiglia.
Mancavo da casa da soli sette giorni, sembrava un'eternità.
Avevo inciso sulla mia pelle gli ultimi abbracci con la mia famiglia, vederli attraverso uno schermo mi addolorava.«Ehiiiiiiii» urla mio fratello
«Ciao Kev, come state?»
«Mamma papà correte c'è Amanda!!!»
Dopo qualche secondo i miei genitori sono davanti al pc.«Tesoro ma stai mangiando?» chiede mia madre
«Sì mamma, mangio!»
«In effetti ti vedo molto sciupata. Amanda sicura che vada tutto bene?»
«Sto bene papà. Mi mancate da morire»
Dopo aver chiacchierato a lungo chiudiamo la videochiamata e qualcuno bussa alla mia porta.«Posso entrare?» Liam era fuori la porta della mia stanza e in me subito fa spazio un enorme imbarazzo. È la prima volta che uno dei ragazzi viene in camera mia.
«Entra Liam, entra pure»
«Ho notato la tua assenza a pranzo, va tutto bene?»
«Sì, sto bene grazie.. sono solo molto stanca avevo bisogno di riposare»
«Tieni!» Liam mi porge un sacchetto con dentro un panino
«Amanda ho visto il tuo allenamento di oggi e hai bisogno di mangiare! Ora ti lascio, tra qualche minuto iniziano glia allenamenti in acqua»
«Beato te che vai in acqua»
«Non è colpa mia se sono il migliore» scoppiamo a ridere entrambi tanto forte da attirare l'attenzione degli altri, non era gradito ai responsabili della Surfrider rapporti troppo intimi tra atleti. Andava evitata ogni distrazione!
Mentre gli altri si allenano scendo in spiaggia ad osservarli. Noto le mosse decise e forti di Liam, la fluidità dei movimenti di Mary, il coraggio di Noah. Mi siedo e cerco di studiare i miei compagni.
«Ti avevo detto di stare a riposo» Daniel interrompe i miei pensieri.
«Infatti guarda, sono seduta»
Daniel si siede accanto a me accovacciando le gambe«Amanda penso che tu abbia la stoffa che serve ad un vincente, ma pensi troppo e soprattutto ti distrai troppo»
«Io non mi distraggo affatto, sono super concentrata sul mio obiettivo»
«Obiettivo è proprio una bella parola, vediamo il tuo qual è al momento?»
«La world surf League prima dei 25 anni» Daniel sorride, lui era stato l'unico a vincerla entro i 25 anni.
«Allora sei con la persona giusta direi. Ma lascia stare le distrazioni»
«Di che distrazioni parli?»
«Ho visto Liam entrare ed uscire dalla tua camera, non sono affari miei ma forse dovresti allentare la cosa. Comunque, dopo l'allenamento dei ragazzi entri in acqua.
Vatti a cambiare»«Quindi posso surfare oggi?» chiedo entusiasta
«Se le tue gambe reggono si! Ti aspetto in acqua tra venti minuti»
«Ma loro finiscono tra qualche minuto, si alleneranno di più?»
«Loro rientrano, oggi mi va di surfare e penso che tu sia una buona compagna in acqua.
Ci stai?»«Certo che ci sto!»
STAI LEGGENDO
Live Love Surf
RomanceAmanda nasce a Maui nelle Hawaii. Ha iniziato a fare surf prima che a camminare, ereditando la passione da suo padre Flor e suo fratello Kevin, surfisti provetti. A 9 anni era la più forte surfista under16 dell'isola a 15 la più forte dell'arcipelag...