Perchè sei qui?

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Lascio cadere la mia borsa dalle mani e senza pensarci corro verso di lui abbracciandolo.
Non credevo di poter provare una sorta di gioia in un momento per me così triste.
Vedere Liam mi aveva reso felice ma vedere Daniel mi aveva scatenato una serie di emozioni fortissime alle quali non mi sento di opporre resistenza.

Daniel mi stringe forte a se, con un abbraccio avvolgente facendomi sentire protetta come se niente potesse scalfirmi in quel momento, come se lui fosse l'antidoto al mio dolore.

Restiamo stretti per un po', senza dire neanche una parola fin quando lui prende il mio viso tra le sue mani e mi suggerisce di entrare in casa.

Casa mia d'un tratto sembrava più grande, come se l'immensa mancanza di mio padre echeggiasse già sulla casa.

«Come stai?» mi chiede con un filo di voce

«Non lo so.. sono ancora frastornata» apro il frigo per prendere qualcosa da mangiare

«Non mi aspettavo di vederti qui. Insomma, non mi sarei aspettata la tua presenza» gli dico

«Appena Sophie mi ha detto di tuo padre ho preso il primo volo, mi dispiaceva saperti qui tutta sola ad affrontare tutto questo. So cosa si prova..» mi risponde abbassando lo sguardo come se evitasse il mio per non farmi vedere quel velo di tristezza nei suoi occhi

«Come fai a sapere cosa si prova?»

«Non importa adesso. Ora sono qui per te, non voglio parlare di me»

Daniel si avvicina a me mentre preparo un panino, non avevo mangiato nulla e iniziavo ad avvertire dei forti vuoti di stomaco.

«Siediti sul divano, ci penso io qui» mi leva delicatamente il coltello dalle mani e mi indica con la testa di spostarmi, non me lo faccio ripetere due volte.
Il fatto che lui sia qui rende ancora più forte la mia convinzioni che tutto questo sia irreale.

«Perché sei qui?» gli chiedo

«Non volevo affrontassi tutto questo da sola. In acqua te la sai cavare abbastanza bene, fuori forse un po' meno»

«È morto mio padre Daniel»

«Lo so...» mi dice porgendomi un piatto con un panino, scosto delicatamente il piatto allontanandolo da me, non avevo più tutta questa fame.

«Dovrai mangiare prima o poi» mi dice

«Già... quanto resti?» gli chiedo

«Sono appena arrivato e vuoi già mandarmi via?»

«No sul serio, resterai anche domani per il funerale?»

«No, ho l'aereo domattina presto. Non voglio che gli altri mi vedano qui»

«Ok» non dico altro, mi alzo e penso che sia arrivato il momento di fare una doccia lasciando Daniel solo sul mio divano.

«Amanda..»

«Dimmi» gli rispondo volgendo lo sguardo altrove

«Voglio che tu stia bene»

«Non puoi pretendere da me che io stia bene ora»

«Lo so, per questo ho deciso di venire qui. Noi surfisti sappiamo tenere a bada onde mostruose ma non sappiamo fare lo stesso con le nostre emozioni. Siamo istintivi e non volevo che facessi qualche sciocchezza»

Qualche sciocchezza, io non avrei mai compiuto qualche sciocchezza.
Semplicemente ero a pezzi, la morte di mio padre mi aveva fatta a tanti piccoli pezzettini.
Il mio dolore era forte, avevo pianto fino a non avere più lacrime ed era arrivata per me una specie di tranquilla malinconia, quasi una calma apparente, come se avessi raggiunto la consapevolezza che niente avrebbe potuto più farmi del male dopo un simile dolore.
Con mio padre avrei sepolto una parte di me, che molto probabilmente non avrei più ritrovato.

«Vado a fare una doccia, se vuoi puoi fare lo stesso. C'è un altro bagno al piano di sopra»

Lascio scorrere su di me l'acqua calda della doccia, mi aspettavo quasi che potesse lavar via i miei pensieri o almeno donarmi del sollievo.
Uscita dal bagno trovo Daniel poggiato sul tavolo della cucina, io ho ancora i capelli bagnati e siedo di fronte a lui.

«Perché sei qui?» gli chiedo ancora

«Non sai chiedermi altro?»

«Voglio sapere perché sei qui»

«Dovresti asciugare i capelli, non è una buona idea tenerli bagnati»

«Perché sei qui?» si avvicina a me dolcemente e mi stampa un bacio sulla fronte, non riesco a trattenermi lo abbraccio con tutte le mie forze affondando la mia testa nella piega del suo collo.

«Andiamo a letto Amanda, hai bisogno di riposare» mi prende per mano chiedendomi dove fosse camera mia, ci dirigiamo lì e inizia a guardarsi intorno.

«Non ci credo! Hai una mia foto sulla tua scrivania» ride compiaciuto come se la cosa gli desse un estremo piacere

«Non montarti la testa» mi Poggio sul letto aspettando che lui mi raggiunga

«Posso?» mi chiede imbarazzato

«Devi..» gli rispondo

Daniel si poggia sul mio letto accanto a me stringendomi forte. Sono sua, resteró tra le sue braccia finché il sole non farà capolino dalla mia finestra. Mi lascio accarezzare dalle sue mani fin quando non cado in un sonno profondo.

Sono sulla mia tavola e remo nel mare aperto, non vedo la spiaggia, non vedo nulla intorno solo un'immensa distesa di acqua.
Di fronte a me mio padre, ha perso la sua tavola da surf e prova a rimanere a galla con tutte le sue forze.
Nuoto più veloce che posso verso di lui ma la corrente mi spinge sempre più lontano
"Resisti papà, sto arrivando" urlo con tutte le mie forze fin quando vedo mio padre sparire negli abissi dell'oceano.

Mi sveglio di colpo, in preda ad un attacco di panico, Daniel è accanto a me e si è svegliato nel mio stesso momento.

«Va tutto bene piccola, è solo un brutto sogno»
Sento il calore delle lacrime irrigarmi il volto, dovevo ancora metabolizzare l'accaduto, Daniel mi stringe forte facendomi riaddormentare.

Al mattino mi sveglio presto e mi preparo per raggiungere mia madre e mio fratello in ospedale prima del funerale.
Daniel sarebbe andato via tra qualche minuto e io non volevo che mi lasciasse sola

«C'è Liam con te»

«Lo so... ma...» gli avevo risposto non completando la frase

«Ma non è lo stesso lo so. Ci rivediamo al tuo ritorno, pian piano questo dolore si placherà fidati di me»

«Non so se tornerò» gli avevo risposto di getto

«Come dici scusa?»

«Non so se tornerò alla Surfrider. Con mio fratello così mio padre non c'è più, non so come fare»

«Amanda devi tornare, l'oceano è la tua casa. Tuo padre ti avrebbe voluta lì»

«Non sai cosa avrebbe voluto mio padre»

«Sono certo che vorrebbe questo. Ora devo andare perderò l'aereo se mi trattengo» Daniel raccoglie da terra la borsa guardandomi con occhi dolci

«Sii forte oggi» mi dice

«Resta con me»

«Non posso» si avvicina stampandomi un bacio sulla fronte

«Perché sei venuto Daniel?» gli urlo mentre esce dalla porta

«Perché sento di non poterti stare lontanto»
Daniel chiude la porta dietro le sue spalle lasciandomi con questa frase, mi precipito fuori mentre lui carica la sua borsa nel taxi

«È tutto qui? Non sai dirmi altro? Come puoi venire qui trascorrere la notte con me e poi lasciarmi così»
Daniel non risponde sale in auto e va via.

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