Vero amore.

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«Voglio esserlo.» mormorai.

Sollevò le sopracciglia. «Davvero?»

«Si.» ammisi.

Fece un sorriso e un sospiro di sollievo. «Avevo paura che avresti rifiutato.» Mi tirò il labbro con il pollice. «Ti stai mordendo il labbro.»

Portò le mani sul mio sedere e abbassò le mutandine, lasciandomi il compito di farle scivolare a terra. Ero completamente nuda adesso e lui si godeva la visione del mio corpo.

Imbarazzata dal silenzio, afferrai l'elastico dei suoi boxer, pronta per abbassarli, ma lui mi prese le mani. «Impaziente la bambolina.» sussurrò.

Mi prese in braccio e mi infilò dentro la vasca. L'acqua calda era rilassante e fece sciogliere i brividi che avevo addosso. Ad un certo punto, vidi il livello dell'acqua sollevarsi. Mi voltai leggermente e vidi Zayn dietro di me con la schiena e le braccia appoggiate al bordo. Tornai a fissare le mie gambe e notai che le sue le circondavano. Due mani si posarono sulla mia pancia e sentii trascinarmi indietro. Con la schiena, toccai il petto di Zayn. Poggiai la testa indietro, sulla sua spalla e lui si piegò a baciarmi il collo, mentre le sue mani salivano sul mio seno.

«Zayn» mormorai.

«Dimmi, bambolina.» disse, succhiando la mia pelle.

In risposta, riuscii solo a sorridere e lo fece anche lui.

«Non hai tolto i boxer?» gli chiesi stupidamente e lui rise.

«Si, li ho tolti, amore.» disse e mi attirò ancora di più a sé, avvolgendomi con le sue braccia piene dei tatuaggi di cui ero innamorata.

«Oh» Ero curiosa di guardarlo. Voltandomi, salii a cavalcioni sulle sue gambe e lui rimase stupito dal mio gesto. Il mio sguardo si mantenne per pochi secondi sulla sua bocca, poi scese lungo il suo petto tatuato e il suo addome, finendo sul pene. Wow.

Lo guardai negli occhi e mi spinsi sul suo petto, portando le sue labbra sulle mie, attirandolo dalla nuca. Schiusi le labbra e lui non perdette tempo ad infilarvi la sua lingua. Si muoveva dentro la mia bocca, come se fosse stata l'ultima volta che avesse potuto farlo. Mi afferrò i fianchi e mi teneva stretta contro di lui, come se potessi scappare.

In quel momento, pensai: "sei tutto mio"; ma mi venne in mente Jessie. "Tutto questo prima era suo."

Venni colta da un improvviso attacco di gelosia e presi a baciarlo con più violenza. Gli morsi il labbro e feci scivolare la mia lingua nella sua bocca, mentre stringevo i suoi capelli in una mano.

Quando mi staccai, ero senza fiato.

«Che ti è preso?» mi chiese il moro, sorpreso dal mio improvviso bacio.

Scossi la testa. «Va tutto benissimo.»

Sorrise e mi baciò ancora, e ancora e ancora.

La mattina seguente mi risvegliai sul suo letto, come al solito, e lui era sotto di me.

«Buongiorno, amore mio.» mi disse.

«Buongiorno, amore.» risposi.

Mi sollevò e mi portò le labbra sulle sue. «Sei bellissima.» mormorò e arrossii. Non me lo aspettavo.

«Appena sveglia?» risi. «Conciata così, con questo pig...» mi bloccai, quando mi accorsi di non avere niente addosso, nemmeno l'intimo. Eravamo coperti solo da un lenzuolo bianco.

«Sono nuda.» mormorai imbarazzata.

«Lo so.» disse. «Anche io.»

Trattenni il respiro. «Abbiamo...?»

Sorrise. «No.»

Tirai un sospiro di sollievo.

«Ti preoccupa così tanto?» mi chiese.

Mi morsi il labbro. «Sarebbe la mia prima volta, sono nervosa.»

Mi accarezzò la guancia. «Tranquilla, non è poi così male.» mormorò mentre mi accarezzava il collo, il petto, il seno. Chiusi gli occhi e sospirai, cercando di mantenere la calma.

«Mi piace toccarti.» sussurrò, poggiando la fronte sulla mia.

«Per me è strano essere toccata da te.» ammisi. «Se ci pensi bene, noi due ci siamo conosciuti per caso e adesso siamo qui, insieme.»

«Nudi.»

«Nel tuo letto.»

«E ci amiamo.» sorrise.

Feci un sorriso anche io. «Già.» mormorai. «Sei proprio il mio genere di ragazzo.»

«Davvero?»

Annuii.

«Io non avevo un genere di ragazza. Poi ho conosciuto te e... Credo che tu sia stata il mio unico vero amore.»

«Vero amore?»

«Si. Uno di quelli veri, che nascono per caso. Quelli che crescono piano piano e tu non te ne rendi conto, che sono più forti della tua mente, che non puoi comandare.»

«Allora anche io ho un vero amore.» mormorai. «Non sapevo che l'amore fosse così bello.»

«Lo è, bambolina.» mi baciò la guancia. «È molto più bello di quanto immagini e io voglio fartelo conoscere.»

Mi prese le mani e le intrecciò con le sue, mentre affondava il viso nel mio collo e mi baciava la pelle. La sua barba mi faceva il solletico e mi misi a ridere. «No, no, Zayn! Ti prego! Mi fai il solletico!» ridevo.

«Come hai detto? Ancora? Okay.» disse e continuò.

Non smettendo di ridere, mi buttai all'indietro sul materasso ma lui mi seguì e continuò a strisciare la barba sul mio collo. Si era fatto spazio tra le mie gambe con il bacino e teneva il petto sul mio, mentre io ridevo senza fiato.

Ad un tratto smise e prese a respirare pesantemente sul mio collo, insieme a me. Si sollevò e mi guardò negli occhi, mentre io non riuscivo a resistere alla sua bocca e lo baciai. Gustavo le sue labbra carnose e succhiavo, le mordevo; fino a quando suonarono il campanello.

«Merda!» disse. «Amore, vestiti.» si infilò i boxer e i pantaloni della tuta.

Mi alzai e mi vestii anche io di fretta, piombando in salone insieme a lui. Aprì la porta e Jessie entrò.

«Che ci fa lei qui?!» disse al moro.

«Che ci fai tu qui?» rispose lui.

«Sono venuta a trovarti.» disse la bionda. «Taylor, ricordi cosa ti ho detto tempo fa?»
"Sta lontana da Zayn". 'Non me ne fotte un cazzo.'

«Lo ricordo benissimo.» risposi.

Il mio ragazzo - wow - mise una braccio attorno ai miei fianchi e mi tenne stretta a sé.

«Non sembra.» ringhiò lei.

«Jessie, abbiamo da fare. Sbrigati.» disse il moro e lei rimase scioccata.

«Preferisci lei a me?» chiese con voce da oca.

«Si.» rispose lui e io sentii sciogliermi. «La preferisco a tutto.» Mi preferisce a tutto.

Lei, sconvolta, girò i tacchi e se ne andò subito sbattendo la porta.

Zayn mi guardò e mi fece un sorriso. «Ti amo.»

Mi mancò il respiro e, prima che potessi rispondere, mi stava già baciando. Accarezzava le mie labbra con le sue e mi stringeva a sé, facendomi sentire protetta, amata e desiderata come nessuno aveva fatto mai.

«Sei tutto quello di cui ho bisogno.» mormorò, abbracciandomi forte e riscaldandomi con il suo corpo.

Prese il mio viso tra le mani e mi guardò, sorridendo, mentre con i pollici mi accarezzava le guance. «Grazie, Taylor.»

«Di cosa?»

«Per farmi sentire bene, per farmi sentire vivo.» mormorò e mi accorsi che, anche io, da quando lo avevo conosciuto, ero più viva che mai.

Il ragazzo della libreria.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora