Quando i miei occhi si aprirono lentamente, mi resi conto di avere le labbra sul braccio di Zayn, che si era addormentato insieme a me.
Il libro era scivolato sul lenzuolo e lui mi stringeva con entrambe le braccia, sicuramente si era accorto che sentivo freddo.
Rivolsi lo sguardo alla parete: 7:54 p.m. Avevamo dormito un sacco. Mi accoccolai ancora di più su di lui e strinsi il suo braccio; quella posizione era incredibilmente comoda. Mi voltai e vidi il ragazzo della libreria che chiuse subito gli occhi.
«Zayn, sei sveglio?» chiesi, sapendo già la risposta.
Non rispose e mi misi seduta. «So che sei sveglio.»
Aveva la testa piegata di lato, con gli occhi chiusi, e le labbra sporgenti. Misi una mano sulla sua barba e lo accarezzai. «Ti ho visto chiudere gli occhi, non fingere.»
Fece finta di svegliarsi e sbadigliò. «Oh, Taylor. Sei già sveglia...»
Risi. «Scemo, so che eri sveglio.»
Scoppiò a ridere, anche se il suo viso era ancora assonnato. Era bello anche in quel modo. «Mi hai scoperto.»
«Perchè non mi hai svegliata?» chiesi.
«Sembravi un angioletto, non volevo disturbarti.» Che dolce. Solo Harry mi aveva detto cose del genere.
Annuii. «Okay.» feci un sorriso.
«Hai fame? Non abbiamo pranzato.» mi chiese.
Ci pensai un po'. «Ho sonno, questa è l'unica cosa che so.»
«Come mai ti sei svegliata presto, stamattina?»
«Ho dimenticato un'altra volta di spegnere la sveglia.» spiegai, lasciandomi cadere un'altra volta sul suo petto e chiudendo gli occhi.
Rise. «Sei abbastanza sbadata.»
Risi. «Te ne sei accorto!»
«Mi sono accorto di tante cose.» disse.
Alzai un sopracciglio. «Cioè?»
«Aspetto di saperne altre, te lo dirò più in là.»
«Ah, sei anche tu un osservatore.»
«Chi sarebbe l'altro?» mi chiese.
«Io!» dissi. «Però non credo che riuscirai a capirmi, nessuno sa mai cosa mi passa per la testa.»
Fece un sorriso. «È lo stesso per me: nessuno mi capisce, però pazienza!»
«Mi stai parlando di te, ragazzo della libreria?» chiesi mettendomi comoda.
«Ragazzo della libreria?» domandò, forse non conosceva il suo nome segreto.
Annuii. «Si, è il tuo soprannome. Perché vai sempre lì ed è dove ti ho visto la prima volta.»
«Mi stai dicendo che ti sei ricordata di me quando mi hai visto da Niall?» mi chiese.
«Certo. Non ricordi quando hai citato Harry Potter e la pietra filosofale e io ho iniziato a ridere?»
Rise. «Giusto, ti ho anche fatto l'occhiolino perché c'eravamo capiti.»
«Allora, Ragazzo della libreria, parlami di te.» dissi, guardandolo.
«Che vuoi sapere?»
«Non so... Cosa ti piace fare - oltre alla lettura - se sei bravo a cucinare... Cose così.» dissi.
«Mi piace disegnare.» ammise.
«Ho visto tanti disegni, sei bravissimo.»
Sorrise. «Se vuoi, qualche volta ti faccio un ritratto.»
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Il ragazzo della libreria.
FanfictionNessuno di noi sa per certo come andrà a finire la nostra vita, nessuno di noi conosce il proprio destino. Taylor, una giovane ragazza di Londra, invece credeva di conoscerlo. Non faceva altro che ripetersi che niente sarebbe cambiato. Si sarebbe la...