Una giornata di inverno.

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Le goccioline di pioggia si imbattevano nel finestrino e si lasciavano scivolare lungo i vetri.

Il cielo era grigio e non prometteva un miglioramento climatico.

C'era freddo, la temperatura era scesa sotto lo zero quella settimana.

Ogni tanto, qualche fiocco di neve fluttuava dolcemente nell'aria gelida di Londra.

La gente era coperta dai cappotti, per la maggior parte neri, e camminava con l'inseparabile migliore amico dei londinesi: l'ombrello.

A Londra piove spesso, soprattutto in quel periodo invernale, quando le scuole e le università erano chiuse e i ragazzi di tutte le età andavano in giro per i negozi.

Per quanto triste e malinconico potesse sembrare, io amavo quel periodo: il clima freddo che ti fa sentire il bisogno delle felpe, del fuoco acceso e di una cioccolata calda; la pioggia che dava un suono anche alle strade più isolate di Londra; la neve che imbiancava il paesaggio. Era tutto così bello.

Il grande autobus rosso si fermò e io chiusi il libro che avevo tra le mani. Misi i piedi sul marciapiede, incamminandomi verso l'appartamento.

Controllai la cassetta della posta: vuota. Meglio così, niente bollette da pagare. Avevamo già speso troppi soldi quella settimana.

Aprii la cerniera della mia grande borsa e vi infilai una mano, estraendo poi le chiavi. Le infilai e le girai nella serratura.

Nella saletta di ingresso, c'era un intenso odore di cioccolata calda e biscotti. Riconobbi quell'odore: erano i biscotti natalizi della signora Gerrard.

La signora Gerrard abitava l'appartamento accanto al mio - in ogni piano stavano tre appartamenti- : era un'anziana signora, molto gentile e generosa con tutti gli abitanti del palazzo. Era un tipetta bassina e anche grassoccia dai capelli rossi fuoco, non faceva altro che sfornare dolci per i vicini. Ogni mattina preparava il caffè per tante persone e chi volesse farle compagnia poteva andare da lei.

Salii i numerosi gradini - avrei dovuto raggiungere il quarto piano ma io ho una tremenda paura degli ascensori e inoltre ne approfittavo per tenermi in forma.

La porta dell'appartamento Gerrard era aperta.

«Taylor, tesoro!» mi chiamò la signora.

Alzai la mano, in cenno di saluto. «Buonasera, signora Gerrard!»

Mi fece segno di avvicinarmi con il suo grassoccio dito. «Ho preparato i tuoi biscotti preferiti.»

Mi disse di aspettarla all'ingresso mentre si allontanava e allungai la testa nell'appartamento per sbirciare: il tavolo era interamente coperto di dolci e di biscotti.

Tornò in fretta da me con un contenitore e, prendendomi in viso tra le mani, mi diede un bacio sulla fronte.

Mi voltai dall'altra parte e mi avvicinai alla porta del mio appartamento.

Cercai nella borsa le chiavi ma non le trovai, dovevano essere cadute in fondo, e avendo le mani occupate dai biscotti non potei cercarle. Così suonai il campanello.

Nessuna risposta.

Premetti nuovamente, stavolta più a lungo.

Niente di nuovo.

Posai il contenitore per terra e infilai la testa nella borsa. «Trovate!» esclamai con espressione compiaciuta.

Recuperai i biscotti e aprii la porta, chiudendola dopo alle mie spalle.

Il ragazzo della libreria.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora