ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴄɪɴǫᴜᴇ

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Thor era partito insieme ai suoi fidati compagni, mentre dentro di me iniziavo a pormi mille domande

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Thor era partito insieme ai suoi fidati compagni, mentre dentro di me iniziavo a pormi mille domande. Come aveva fatto Astrid a tradire Thor? Perché Frigga aveva accennato alla storia di Astrid proprio in quel momento? E perché Loki si teneva a debita distanza?
Mi fidavo del mio istinto, sopratutto dei miei ormoni terrestri, ma preferii chiedere un aiuto per assicurarmi un futuro, anche se non potevo credere che Thor potesse uccidermi così malamente se mai l'avessi tradito.
Avevo raggiunto Frigga in biblioteca, dove mi aveva chiesto di vederci per mantenere l'anonimato.
<<Mia cara, questa collana è stata concepita dal padre degli Dei per resistere alle tentazioni di Astrid. Assorbe completamente l'energia negativa, attraverso il cristallo di Ametista. Non devi mai toglierla.>> la regina mi mise la collana al collo che ricadeva lunga sul mio petto. La infilai dentro le mie vesti, in modo da nasconderla. <<Ti aiuterà a resistere a Loki.>> mormorò.
<<Frigga, perché mi avete raccontato una storia del genere?>> domandai chiamandola per nome per la prima volta.
<<Sapevo che avresti indagato per saperne di più. Volevo metterti in guardia dalle tue stesse azioni. Thor starà via per delle settimane, non devi cedere a Loki, né ai suoi inganni.>> la regina mise entrambe le mani sulle mie spalle, rassicurandomi.
<<Farò del mio meglio. Io non potrei mai tradire Thor, lo amo.>> mormorai.
<<Astrid aveva detto la stessa cosa prima di sedurre il fratello.>> abbassò lo sguardo per poi rivolgermi un sorriso. <<Ti va una tazza di tè?>>
Annuii debolmente, affiancandola. Decisi di non pensare a niente, dovevo svuotare la mente dai pensieri negativi ed evitare ogni possibile flirt con il Dio dell'inganno. In effetti non facevo l'amore con Thor da tanto tempo, l'unica volta che si stava concedendo a me eravamo stati interrotti proprio da Loki. Speravo che fossero solo delle coincidenze, che tutto questo sarebbe presto finito e che non sarei sbriciolata lentamente nella pazzia.
C'era solo una cosa che volevo in quel momento: starmene nel mio piccolo appartamento con Thor, guardare la televisione, cucinare insieme e fare disperatamente l'amore con lui. Mi bastava non pensare al sesso e sarebbe stato tutto più semplice, ma Loki sembrava farmelo apposta.
Io, Frigga e le ancelle ci accomodammo nella terrazza per assaporare una tazza di tè caldo, almeno non avrei pensato alle tentazioni. Forse era meglio parlarne direttamente con Loki, almeno ci saremmo chiariti e non avremmo commesso un errore così fatale per me.
Sospirai non prestando attenzione alle chiacchiere delle ancelle con la regina, mi ero completamente estraniata per lasciare spazio ai pensieri che si facevano spazio nella mia mente. A quel punto decisi di congedarmi nel modo più educato possibile e raggiungere le stanze di Loki. Presi un respiro profondo e bussai alla porta, non ricevendo alcuna risposta.
<<Loki? Ho bisogno di parlarti.>> alzai il tono della voce per farmi sentire, ma niente.
Decisi di entrare ugualmente, fregandomene se mi avesse detto di togliermi di torno. Ma forse era meglio rimanere fuori, perché la scena che mi si pose davanti non fece altro che accrescere le mie paranoie mentali.
Loki sedeva sul letto completamente nudo e stringeva tra le sue mani il corpo di una giovane ancella seduta sulle sue gambe. Rimasi impalata a fissare quella scena e i due amanti non sembravano da meno.
<<Scusatemi.>> mormorai per poi chiudere la porta alle mie spalle e rifugiarmi nella mia stanza.
Mi appoggiai alle porte, lasciandomi scivolare con la schiena fino al pavimento. Avevo voglia di scoppiare in lacrime, di rifugiarmi tra le braccia di Thor e sentirlo dire che sarebbe andato tutto bene.
L'unica cosa che potevo fare era tornare sulla Terra, lontana dalle tentazioni, lontana dal corpo di Loki che mi stava chiamando. Probabilmente se non avessi saputo di Astrid e del suo passato non avrei ceduto a lui, ma Frigga aveva ritenuto che sarebbe stato meglio dirmelo, e lei era la regina.
Uscii dalla stanza, correndo a perdifiato verso il Bifrost, cercando di non incontrare nessuno. Attraversai il ponte dell'arcobaleno, finché qualcuno non mi chiamò.
<<Astrid.>> mi voltai, sentendo la voce del padre degli Dei.
<<Devo andarmene, non posso stare qui.>> strillai cercando di farmi sentire.
Odino mi raggiunse, vedendomi scoppiare in lacrime. Non volevo provocare una guerra, non volevo ferire Thor, perché il mio autocontrollo non era così forte come pensavo.
Il re, stranamente, mi accolse tra le sue braccia, rassicurandomi. <<So cosa stai provando. Ma se scappi non farai altro che accrescere il suo desiderio; se Loki vuole una cosa, la ottiene eliminando ogni ostacolo. Ti conviene restare qui finché Thor non sarà di ritorno e chiuderti nelle tue stanze.>> spiegò.
Non erano parole e gesti del padre degli Dei. Qualcosa non mi tornava, e lui aveva notato la mia diffidenza.
<<Non so quanto riuscirò a resistere. Io non ho fatto niente, è come un incantesimo.>> singhiozzai, lasciando che le mie lacrime bagnassero la tunica di Odino, dove mi ero appoggiata.
<<È la profezia che si avvera. In un modo o nell'altro, dovrà accadere, ma farò in modo che lui non si avvicini a te.>> mi accarezzò la schiena, rassicurandomi. <<Ti accompagno.>>
Odino ordinò ad Heimdall di non farmi lasciare Asgard, e non ne capivo il motivo. Mi accompagnò nelle mie stanze, chiudendo la porta dietro di sé.
A quel punto apparve davanti a me la figura di Loki che aveva momentaneamente preso le sembianze del padre degli Dei. Spalancai gli occhi, indietreggiando fino a toccare il muro con la schiena. <<Stammi lontano.>> lo minacciai pronta a tirargli il vaso che giaceva sul davanzale.
Lui alzò le mani al cielo in segno di arresa, dimostrandomi che non voleva farmi del male. <<Ho strappato le pagine del libro per evitare che accadesse, ma sei più testarda di quanto credessi. Io non farò niente, ma tu devi tenerti a debita distanza da me.>> afferrò il vaso che avevo tra le mani, posandolo da un'altra parte. <<Cosa credi? Che voglia violentarti? L'ultima volta è successo perché l'amavo, ci amavamo a vicenda. Io non sopporto te e tu non sopporti me, non farò lo stesso sbaglio di cent'anni fa.>> esordì uscendo dalla stanza, sbattendo le porte in modo drammatico.
Avevo evitato il peggio, per ora. Non credevo che fosse stato lui a strappare le pagine del libro, ma ne capivo il motivo.
Forse c'era qualcosa tra noi che ci spingeva a lasciarci andare, probabilmente l'odore che emettevano i miei feromoni gli ricordava quello di Astrid. E probabilmente io preferivo il suo odore di caffè all'odore di birra di Thor.
Avevo soltanto voglia di sbattermi la testa da qualche parte e di non pensare a quest'inferno, perché l'idea di me a letto con quel disgraziato di Loki mi faceva rabbia.
Non sarebbe accaduto, avrei fatto appello al mio buonsenso e a tutta la magia presente nell'universo. Come aveva potuto Thor lasciarmi in questo momento? Sapeva a cosa andava incontro, eppure non se n'era minimamente curato, da non credere.
Dovevo solo pensare che sarebbe tornato tutto alla normalità nel giro di poche settimane e che dovevo resistere alla tentazione. Mi rifugiai nelle mie stanze fino all'ora di cena per poi presenziare al banchetto insieme a Odino e Frigga; lui non si era presentato.
<<Dov'è Loki?>> domandai lanciando uno sguardo al padre degli Dei.
<<A quanto pare non si sente bene, preferisce rimanere da solo.>> spiegò.
<<Ma non ha mangiato.>> mormorai. <<Gli porto cena, scusatemi.>> mi alzai da tavola, prendendo il vassoio tra le mani, percorrendo i corridoi del Valhalla.
Ma perché lo stavo facendo? Perché mi preoccupavo per lui?
Giunsi fino alla sua stanza, sperando di non rivivere lo stesso scenario di questa mattina. <<Entra, Astrid, non rimanere davanti la porta.>> come se sapesse che ero lì impalata, mi invitò a entrare.
<<Ti ho portato la cena. Stai male?>> appoggiai il vassoio sul suo letto, proprio accanto a lui. Si trovava steso in accappatoio, tenendosi una mano sulla fronte.
<<No.>> rispose acidamente.
<<Allora perché non sei venuto?>> mi sedetti al suo fianco, guardando dritto davanti a me.
Nella mia mentre ripetevo che ero una donna forte e che avrei resistito a lui, anche a costo di dovermela tappare.
<<Possibile che tu sia così ottusa?>> alzò il tono della voce, facendomi sobbalzare.
<<Cercavo di essere gentile.>> urlai a mia volta, facendo per andarmene.
<<Cerco di evitarti per non cadere in tentazione.>> si alzò dal letto, restando a pochi metri da me. <<Non sei tu, ma c'è qualcosa che mi spinge verso di te, come una calamita. Mi spieghi che cos'è? Perché sono sicuro che mi fai ribrezzo.>> ringhiò avvicinandosi di più a me, porgendomi poi un foglio piegato in quattro.
<<Vai nelle tue stanze e leggilo. E ti prego di starmi lontano, io farò lo stesso.>> mormorò tornando a stendersi.
Feci come mi chiese e mi chiusi a chiave nelle mie stanze, sprofondando con la testa sul cuscino. L'indecisione se leggere quel biglietto o bruciarlo era più forte di me.

𝐿𝑎 𝐷𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝐴𝑠𝑡𝑟𝑖𝑑 - 𝐿𝑜𝑘𝑖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora