Il Bifrost era nuovamente attivo, così decisi di tornare un po' sulla Terra per schiarirmi le idee. Avevo in mente un piano per lasciare Asgard insieme a Loki, ma avevo bisogno di un piccolo aiuto e di un po' di magia.
Mi ero recata al portale, chiedendo ad Heimdall di lasciarmi a un preciso indirizzo. <<Bleeker Street, New York.>>
Subito il guardiano infilò la spada nell'apposito incastro, permettendomi di tornare sulla Terra. <<Arrivederci, Lady Astrid.>> salutò.
Il solito fascio di luce arcobaleno mi avvolse, facendomi finire a New York in men che non si dica. Mi era dispiaciuto andarmene senza salutare, ma avevo bisogno di evitare ogni contatto con Thor o con Loki prima di prendere la prossima decisione. Mi ritrovai davanti al Sanctorum sorvegliato da Stephen Strange, mendicando il suo aiuto. Bussai alla porta e magicamente mi ritrovai dentro, senza che nemmeno si aprisse. Quel posto era magico, tant'è che mi ritrovai al primo piano senza nemmeno aver salito le scale.
Strange si trovava seduto sulla poltrona a leggere un libro di incantesimi, sorseggiando del tè. <<So perché sei qui.>> alzò lo sguardo su di me, chiudendo il libro. <<Ma non ti insegnerò a padroneggiare le arti mistiche.>>
<<Ho bisogno di difendermi nel caso scoppiasse una guerra su Asgard. Devo tirare Loki fuori di prigione.>> incrociai le braccia al petto, seguendolo con lo sguardo mentre riponeva il suo libro sullo scaffale della libreria.
<<Oppure potresti lasciare tutto com'è e non provocare una ribellione, mi sembra la scelta più facile.>> si pose di fronte a me, squadrandomi per bene.
Strange sapeva essere irremovibile, ma dovevo trovare il modo di convincerlo. Probabilmente non ero degna di conoscere la magia, ma ne avevo bisogno per proteggere me e il mio bambino dall'ira di Thor.
<<Aspetto un figlio, Stephen. Ho bisogno di proteggerlo, non come la mia antenata, questa volta Thor non avrà pane per i suoi denti.>> spiegai.
Strange mise entrambe le mani davanti al mio ventre, percependo l'energia che esso emanava. <<Tu porti in grembo il figlio dell'ingannatore.>> osservò.
<<Però, Strange, che occhio...>> alzai gli occhi al cielo.
Subito interruppe il contatto, tornando a visitare i suoi molteplici libri. <<Sarà un lavoro molto impegnativo apprendere la nobile arte della magia. Ci vorranno settimane, forse mesi. Te la senti?>> domandò senza alzare lo sguardo su di me.
<<Certo che sì.>>
<<Dovrai fare tutto ciò che ti dirò. Da questo momento sono il tuo maestro e dovrai fidarti di me senza fare domande.>> mi porse una pila di libri che afferrai cercando di non farli cadere.
<<Quando cominciamo?>> domandai entusiasta.
<<Ho detto niente domande.>> si allontanò da me, facendo svolazzare il suo mantello rosso.
Stephen mi trovò una sistemazione in una delle camere riservate agli stregoni del Sanctorum. Dovetti leggere tutti quei libri per imparare a padroneggiare le arti mistiche, e ci stavo riuscendo molto bene.
Non avevo idea sul come o sul perché Strange si fosse convinto ad insegnarmi la magia. Forse aveva capito che la profezia si stava compiendo, dunque era meglio mettere entrambe le mani avanti prima di vedere Asgard bruciare.
Mi chiedevo ogni giorno come stesse Loki, se lo trattassero bene in quel buco di prigione e se gli mancassi. A me lui mancava come l'aria; non potevo più sentire il suo tocco sulla mia pelle, le sue labbra o il suo respiro. Era straziante sapere che l'amore della mia vita era dall'altra parte dell'universo chiuso in una cella senza conforto.
Passavo le giornate a imparare incantesimi mentre la notte divoravo pagine di libri a non finire. Volevo affrettare i tempi per tornare da Loki il prima possibile, ma dovevo impegnarmi più che potevo.
Era passato a malapena un mese da quando convivevo con Stephen nel Sanctorum. Certo, non era minimamente paragonabile alla lucente Asgard, ma ci avevo fatto l'abitudine. Io e lo stregone avevamo stretto un bel rapporto d'amicizia; spesso mi raccontava della sua vita passata mentre io gli spiegavo le dinamiche tra me e Loki. Non era semplicemente il mio maestro, era un buon amico con cui parlare di tutto senza giudizi affrettati. Passavamo interi pomeriggi a leggere mentre sorseggiavamo del tè verde e facevamo pratica con gli incantesimi.
<<Concentrati. Focalizzati sul luogo in cui vorresti andare e apri un portale.>> Stephen mi aveva dato lo Sling Ring da utilizzare per creare quei varchi luminosi che permettevano di trasportarmi da un posto all'altro.
Ci trovavamo nei boschi verdi di Central Park per fare un po' di pratica da soli e indisturbati. Cercavo di imprimere nella mia mente l'immagine del Sanctorum mentre creavo un cerchio con l'aiuto delle dita. Il portale si aprì mostrando il tempio dall'altra parte.
<<Niente male. Sembri nata per dominare le arti mistiche.>> si congratulò entrando nel cerchio prima di me.
Stavo diventando davvero brava nell'arco di quei mesi, in più avevo una buona motivazione per mettercela tutta: Loki.
Ricevevo lettere da Frigga quasi ogni settimana, e dicevano sempre la stessa cosa: Loki era depresso e in catene, come sempre, mentre Thor sentiva la mia mancanza.
Dovevo affrontare il Dio del tuono prima o poi. Avrei dovuto confessargli ciò che era accaduto durante la sua assenza, ma non ne avevo il coraggio. Non volevo spezzargli il cuore perché in fondo gli volevo un gran bene nonostante non l'amassi più. Il mio cuore apparteneva al Dio dell'inganno, a colui che mi aveva dato un figlio che avrei amato più della mia stessa vita. Mi trovavo ormai al terzo mese di gravidanza, Strange avrebbe potuto stimare il sesso del bambino e non stavo più nella pelle.
Con l'aiuto della sua magia poggiò dolcemente le mani sul mio ventre leggermente più sporgente, chiudendo gli occhi. Sentivo una forte energia attraversarmi, segno che il suo incantesimo stava funzionando. <<È una femmina, Astrid.>> affermò con un sorriso stampato sul volto.
Rimasi stupita, quasi non ci credevo. Sorrisi per poi scoppiare in lacrime. Stephen mi porse un fazzoletto di stoffa, accogliendomi tra le sue braccia. <<Congratulazioni, sono davvero felice per te.>> mormorò.
Avrei dovuto trovare il modo di dirlo a Loki, solo che non avevo ancora finito il mio addestramento. <<Devo mandare una lettera a Loki.>> mi asciugai ancora una volta le lacrime per poi afferrare carta e penna, cercando le parole giuste.
<<Penso che tu sia pronta.>>
Mi voltai verso lo stregone, cercando la sicurezza nei suoi occhi. <<Sul serio?>>
<<Non sarai lo stregone supremo ma sai padroneggiare gli incantesimi basilari.>> scherzò. <<Ricordi il piano?>>
Dovevo arrivare su Asgard con l'aiuto dello Sling Ring, precisamente nei sotterranei, per prendere il Tesseract. Dopo sarei andata a liberare Loki e ci saremmo diretti al Bifrost con un diversivo, cercando di non incontrare nessuno sul nostro cammino. Era un piano rischioso ma era l'unico che avevo, in più Loki si sarebbe fatto strada con i pugnali tra le mani pur di proteggere me e il mio bambino.
<<Se si dovesse arrivare a uno scontro...>>
Lo interruppi. <<Devo mandarci tutti nella dimensione specchio, dove non si avranno ripercussioni sulla realtà.>> ripetei le sue parole a memoria, me l'aveva spiegato talmente tante di quelle volte che avrei potuto essere io lo stregone supremo.
<<Esatto. Non vogliamo provocare incidenti, sopratutto non vogliamo vedere Asgard in fiamme.>>
Preparai le ultime cose prima di andare, indossando la tuta in fibre di carbonio che mi ero creata da sola per la battaglia. Avevo legato i miei capelli lunghi in una coda alta mentre cercavo di focalizzarmi sul mio obiettivo: recuperare Loki e togliere le tende da Asgard senza attirare l'attenzione di nessuno.
<<Hai deciso di non venire, ma il tuo aiuto mi farebbe comodo.>> misi una mano sulla spalla del mio amico, cercando di convincerlo.
<<Non posso interferire. Questa è la tua battaglia e dovrai cavartela da sola.>>
Annuii distrattamente, pronta ad aprire il portale. Salutai Stephen un'ultima volta prima di arrivare su Asgard, attraversando il cerchio luminoso.
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𝐿𝑎 𝐷𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝐴𝑠𝑡𝑟𝑖𝑑 - 𝐿𝑜𝑘𝑖
Fanfiction[La storia segue degli eventi propri, con alcuni rifermenti ad eventi accaduti durante la trilogia di Thor, ma hanno subito delle variazioni per concepire meglio la narrazione] "Den unge bedrageren vil falle for denne dansen" Mi ero lasciata andare...