ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴅᴜᴇ

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Se pensate che diventare regina sia una cosa da niente, il peggio doveva ancora arrivare per me

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Se pensate che diventare regina sia una cosa da niente, il peggio doveva ancora arrivare per me.
Il banchetto in mio onore era un modo per presentarmi ufficialmente al popolo come la compagna di Thor, e questo mi faceva paura. Soffrivo già abbastanza di attacchi di panico, ci si metteva anche la famiglia di Odino a farmi calare velocemente la pressione.
Mi trovavo nelle mie stanze indecisa su cosa indossare. Mi chiedevo come avrebbero vestito le altre donne, ma la festa era in mio onore e dovevo apparire la più bella. O almeno così credevo, non sapevo niente su come ci si comportasse in occasioni del genere.
Sentii bussare alle porte, sobbalzando per lo spavento. <<Avanti.>> mormorai.
Thor mi raggiunse, rivolgendomi un sorriso. <<Sei nervosa?>> domandò salutandomi con un bacio veloce sulle labbra.
<<Un pochino. A dir il vero non so come mi comporterò di fronte all'interno regno, sono spaventata.>> sospirai raggiungendo la terrazza, appoggiandomi alla balaustra in marmo, tastandola con le dita. Guardavo la luna, incantata dal suo splendore, e contemplavo ogni minimo particolare di quella notte serena. Il cielo era limpido, le case illuminate e vedevo una lunga fila di gente che si dirigeva nel Valhalla, pronta per la festa.
Thor posò entrambe le mani sulle mie spalle, accarezzando la mia pelle con dolcezza. <<Sarai la più bella. Basta tu sia te stessa, non hai bisogno di cambiare per piacere a Odino.>>
Già, si trattava sempre di piacere a Odino, non al popolo.
Abbassai lo sguardo. <<Non ho neanche un vestito adatto.>> mi lamentai per poi guardare il mio uomo dritto negli occhi.
<<A questo proposito...>> tornò all'interno della mia stanza, così lo seguii incuriosita dal suo atteggiamento.
Fece entrare due ancelle che tenevano tra le mani un vestito splendido. Era rosso, lungo e con lo strascico; la scollatura a barca era in tulle, così come il resto dell'abito.
<<Madre ha pensato di omaggiarti con questo abito, in segno di benevolenza.>> spiegò il Dio del tuono. <<Bene, fanciulle, fate in modo che Astrid sia pronta tra mezz'ora.>>
Le ancelle fecero una piccola riverenza al principe che abbandonò la stanza. A quel punto mi tolsi la vestaglia di seta che indossavo fino a poco prima e le due ragazze mi aiutarono a infilare il corsetto prima che il vestito.
Fu quella la mia rovina. Dovetti aggrapparmi alla colonna di marmo con entrambe le mani mentre loro ce la mettevano tutta per stringere il corsetto più che potevano. Una volta raggiunto il limite, fecero un nodo e presero un sospiro di sollievo. Sentivo i polmoni arrivarmi in bocca, così come il seno che era diventato decisamente più grande. Quasi non riuscivo a respirare, sarei potuta esplodere.
Le ancelle mi aiutarono con l'abito e i capelli, lasciandoli ricadere morbidi sulle mie spalle. Mi sentivo un bastone, non riuscivo a muovermi in alcun modo, tantomeno respirare come si deve.
Le ragazze lasciarono le mie stanze, Thor venne a prendermi sorridendo e allo stesso tempo rimanendo a bocca spalancata. <<Sei incantevole.>> mi baciò il dorso della mano per poi io mettermi a braccetto, facendomi guidare nella sala principale del Valhalla.
<<So che sei agitata. Fai un respiro profondo, andrà tutto bene.>> Thor mi rivolse un sorriso dolce, mentre sentivo mancarmi il fiato.
<<Non ci riesco.>> ansimai.
Chiaramente il Dio del tuono non aveva inteso cosa volessi realmente dire, infatti lasciò perdere. Facemmo il nostro ingresso sotto gli sguardi estasiati di tutti che erano felici nel vedere che il loro principe aveva trovato la felicità.
Era ancora troppo presto per la cena, così Odino annunciò che si erano aperte le danze per tutti coloro che lo desideravano. Avrei tanto voluto ballare, ma sapevo che Thor non avrebbe mai fatto quel genere di cose, era proprio un maschio!
Rimasi al suo fianco per gran parte del tempo, mentre esibiva i suoi racconti con alcune persone. Mi guardavo intorno, nella speranza che qualcuno mi chiedesse di ballare, quando vidi Loki seduto in un angolo che si cimentava nella lettura di un vecchio libro. A volte provavo pena per lui, non c'era nessuna donna che volesse stare con il Dio dell'inganno, e questo mi dispiaceva molto.
Richiamai l'attenzione di Thor, tirandolo leggermente per il mantello come una bambina. <<Perché Loki se ne sta in disparte?>> domandai continuando a fissarlo.
Anche il mio compagno alzò lo sguardo su di lui, indeciso sulla risposta. <<Potresti chiedergli di ballare? Sono certo che gli farà piacere. Se non glielo chiedi tu, non credo che lo farà qualcun altro.>> mormorò.
Mi avrebbe scaricata a chiunque pur di non concedersi un ballo insieme a me. Ma il fatto che Loki fosse disprezzato dalla maggior parte delle donne presenti nella sala, mi faceva riflettere. Io non ci vedevo niente di sbagliato in lui, era solo un acido musone e scorbutico. Una donna con un carico pieno di pazienza avrebbe potuto cambiarlo in meglio.
Decisi di prendere la scelta più ovvia, dunque lo raggiunsi a grandi falcate, combattendo contro quel dannato corsetto che mi stava stritolando il fegato.
<<Buona sera, Loki.>> sorrisi dolcemente.
Lui alzò lo sguardo su di me e mantenne un'espressione impassibile perfino quando gli porsi la mano. <<Odino aveva detto che saresti venuta.>> osservò il mio abbigliamento, tornando a scrutare i miei occhi, sempre nel modo più disinteressato possibile.
Indossava un abito di pelle nero e verde, mentre i suoi capelli pieni di cera ricadevano sulle sue spalle. Non capivo perché aveva presenziato alla festa se sapeva che nessuna gli avrebbe chiesto di ballare, si vede che era molto fiducioso.
<<Hai voglia di ballare?>> mormorai.
Lui tornò a leggere il suo libro, ignorandomi. <<No.>>
Dovevo aspettarmelo. Era troppo orgoglioso per accettare un invito dalla compagna di suo fratello. Allora tirai in gioco la mia unica carta vincente.
<<Thor non vuole nemmeno avvicinarsi alla pista da ballo, piuttosto preferisce scolarsi boccali di birra a non finire. Dimostra di essere migliore di lui.>>
A quel punto il Dio dell'inganno chiuse il suo libro e mi porse la mano, che accettai senza batter ciglio. <<Mossa astuta. Dovrebbero chiamarti "Dea della persuasione".>> mormorò avvicinandosi al mio corpo per poi mettermi una mano sul fianco. La mia si posò sulla sua spalla, mentre univamo le altre, incrociandone le dita tra loro.
Potevo sentire il suo buon profumo, decisamente diverso da quello di Thor. Loki odorava di pulito e di oli per il corpo; Thor, invece, odorava perennemente di birra e di sapone alle noci. Erano due odori diversi tra loro, ma che amavo allo stesso modo.
Io e Loki iniziammo a danzare con leggiadria, quasi come se stessimo fluttuando nell'aria. Sapeva ballare divinamente, non avevo mai condiviso con nessuno un ballo del genere. Ma che mi aspettavo? Lui era un principe ben diverso da Thor; aveva altre abitudini e maniere.
<<Perché sedevi da solo?>> domandai improvvisamente, mentre combattevo contro la voglia di strapparmi quel corsetto di dosso. Iniziavo ad avere un attacco d'asma, come se il mio respiro fosse risucchiato via.
<<Questo tipo di feste non sono di mio gradimento. È stata madre a obbligarmi a partecipare.>> spiegò indifferente.
Tutto il popolo ci fissava con meraviglia mentre il Dio dell'inganno mi guidava nel valzer che ogni donna sognava di ballare. Thor aveva stampato in faccia un sorriso soddisfatto, come se si fosse levato il peso di dover ballare con me.
Mi fermai di colpo, sotto lo sguardo curioso di Loki. <<Non mi sento...>> ansimai sentendo le forze abbandonarmi.
Quasi caddi al suolo, se non fosse stato per i riflessi del corvino al mio fianco. Mi adagiò sul pavimento mentre Thor, Odino e tutti gli invitati accorrevano per capire cosa fosse accaduto.
Loki appoggiò un orecchio vicino al mio cuore, capendo che i battiti stavano diminuendo, così come il flusso del sangue nelle mie vene. <<Non respira.>> esordì.
<<Spostati, fratello. Lascia fare a me.>> Thor impugnò il martello, pronto a darmi una scarica sul petto, ma Loki lo fermò appena in tempo. <<Così la ucciderai.>> strillò lasciando senza parole il Dio del tuono, che non sapeva come agire.
Mi trovavo stesa a terra, circondata da una calca di gente che cercava il modo di aiutarmi. Gli asgardiani erano tutti troppo ingenui e incompetenti su molti aspetti. Tenevo gli occhi chiusi per il calo di pressione ma continuavo a sentire il Dio dell'inganno andare contro il fratello.
A quel punto Loki fece apparire un pugnale tra le sue mani, allarmando il Thor che gli afferrò il polso. <<Di' un po', sei impazzito?>> urlò.
Il moro si scansò malamente. <<So quello che faccio.>> strappò il corsetto a metà con l'aiuto di quel pugnale. Subito mi misi a sedere, riprendendo fiato. <<Oddio, aria!>> mormorai inspirando ed espirando rumorosamente, mettendomi una mano sul petto.
Credevo di poter morire. Per un secondo avevo pensato al peggio, ma il Dio dell'inganno mi aveva salvata con destrezza. <<Grazie.>> gli rivolsi un sorriso mentre faceva apparire sulle mie spalle una coperta di colore verde. Mi aiutò ad alzarmi e mi strinsi in quella coperta per via del mio vestito squarciato a metà. <<Mi dispiace per il tuo abito.>> sospirò, accompagnandomi fuori dal palazzo a prendere un po' d'aria fresca.
<<Astrid, vuoi che venga con te?>> domandò Thor, che fino a quel momento era rimasto immobile, non sapendo cosa fare. <<Non preoccuparti, sono in buona compagnia. Il principe deve rimanere qui ad occuparsi degli invitati.>> gli lasciai un bacio sulla guancia, sorridendogli.
Loki mise una mano sulla mia schiena, conducendomi nei giardini illuminati da alcune lanterne. Tra noi c'era quell'imbarazzo che seguiva un salvataggio, non sapevo cosa dirgli per dimostrargli la mia gratitudine o addirittura che non ero una cattiva persona come forse immaginava.
<<Sei stato molto audace. Nessuno in quella sala avrebbe fatto quello che hai fatto tu.>> alzai lo sguardo su di lui mentre continuavamo a camminare.
<<Il popolo di Asgard è pieno di inetti; gretti individui che non osano sporcarsi le mani.>> ringhiò arrabbiato.
Non capivo perché lo fosse, forse perché nessuno aveva alzato un dito vedendomi così in difficoltà. Sta di fatto che, l'ultima persona che mi aspettavo, mi aveva salvata.
<<Sai... se vogliamo metterla in altri termini, mi hai spogliata davanti a tutto il popolo.>> smorzai la tensione con un risolino.
<<E tu non vedevi l'ora, non è così?>> mi fece un sorriso tutt'altro che dolce. A dir il vero era quasi malizioso.
Realizzai poco dopo ciò che aveva effettivamente detto. Così, senza pensarci due volte, gli mollai un ceffone dritto sulla guancia, facendogli girare la testa.
<<Fallo ancora.>> si avvicinò pericolosamente a me, ma non avevo paura.
Decisi di impormi, tenendogli testa. <<La prossima volta lasciami soffocare.>> dissi piena di rabbia.
Mi voltai nella direzione opposta e mi allontanai da lui, tornando alla festa come se niente fosse successo.

𝐿𝑎 𝐷𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝐴𝑠𝑡𝑟𝑖𝑑 - 𝐿𝑜𝑘𝑖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora