[La storia segue degli eventi propri, con alcuni rifermenti ad eventi accaduti durante la trilogia di Thor, ma hanno subito delle variazioni per concepire meglio la narrazione]
"Den unge bedrageren vil falle for denne dansen"
Mi ero lasciata andare...
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Io e Loki avevamo concentrato una relazione clandestina nel giro di poche ore. Sentire quel brivido che mi dava il commettere azioni sbagliate mi stava tenendo viva più di ogni altra cosa. Era eccitante infrangere le regole, sfuggire alla solita routine e con Loki era sempre così. Mi svegliai nel mio letto da sola, tastando l'altra parte del materasso che era ancora calda. Probabilmente era andato via da poco per fare colazione. Mi feci una doccia veloce e indossai delle vesti adeguate per presentarmi a Frigga e Odino. Raggiunsi la sala dove si consumavano i pasti e trovai seduto a tavola Loki con in mano una tazza di caffè e nell'altra teneva un libro aperto. <<Buongiorno.>> salutai sedendomi di fronte a lui. Alzò lo sguardo su di me, facendo un sorriso. <<Buongiorno, mia regina.>> ammiccò facendomi quasi arrossire. Non capitava spesso che un uomo, in questo caso un Dio, riuscisse a farmi arrossire così. Ma Loki aveva tante qualità che lo distinguevano dagli altri. <<Che leggi?>> le ancelle mi versarono una tazza di tè mentre addentavo una mela. <<Ero curioso di conoscere il Dio midgardiano e vorrei che me ne parlassi, poiché questo libro è del tutto inutile.>> lo chiuse per poi lasciarlo sul tavolo. <<Come mai tutto questo interesse per il mio Dio?>> bevvi il mio tè, tenendo lo sguardo fisso sui suoi occhi ghiacciati. <<Nessun interesse in particolare. Mi conosci, voglio sapere tutto.>> finì il suo caffè per poi alzarsi e raggiungermi, chinandosi fino al mio orecchio. <<Vuoi sapere come mettere in ginocchio il tuo re? Vieni da me, mia regina, e ascolta attentamente: ti dirò cosa bramo se mi prometti di sottometterti ai miei desideri e solo stanotte sono tuo per fare ciò che vuoi.>> mormorò facendomi poi un sorriso innocente. Quelle parole mi avevano stesa all'istante. Bastava così poco per farmi desiderare una persona? O era semplicemente Loki ad essere così persuasivo, carismatico e ingannatore? <<Dammi qualche minuto e ti raggiungo.>> ammiccai. Mi lasciò un bacio sulle labbra, assicurandosi che non ci fosse nessuno, deliziandomi con il suo odore di caffè. Loki se ne andò soddisfatto mentre finivo la colazione. Di solito il Dio dell'inganno era il primo di tutti a svegliarsi e a fare colazione, al contrario di Thor che avrebbe dormito fino al pomeriggio. Allora iniziai a fare dei paragoni tra i due fratelli, trovando più difetti che pregi in entrambi. Insomma, Thor era prossimo ad essere re; bello come il sole, pieno di passione e gentilezza nel cuore; in più sapeva proteggere ciò che amava. Loki, in altro modo, avrebbe ucciso pur di proteggermi; sapevo che mi avrebbe regalato la luna se solo l'avessi voluta e mi avrebbe permesso di governare al suo fianco un regno tutto nostro. Non che Thor non avesse la stessa intenzione, ma sarebbe stato completamente diverso. Stava succedendo qualcosa di incredibile nella casa di Odino. Mentre il suo primogenito era in guerra a rischiare la vita, l'antenata di una Dea della seduzione stava facendo in modo di intrattenere una relazione con il Dio dell'inganno che approvava questa sua scelta poiché ne beneficiava. C'era da spararsi, insomma. Non sapevo come riuscivo a dormire la notte per il tutto il male che stavo provocando. Loki affermava che non avevo niente in comunque con Astrid, ma ero una persona egoista che pensava al suo benessere sessuale prima che agli altri. Avrei portato scompiglio nella casa di Odino, provocando l'ira implacabile di Thor. Eppure continuavo a vedere Loki di nascosto, fregandomene di tutto. Stavo bene con lui, mi faceva sentire rinata come il mio attuale compagno non aveva mai fatto. Il Dio dell'inganno mi aveva accolta a braccia aperte nella sua vita disastrata, credendo che insieme avremmo risolto tutto. Forse ero in grado di cambiarlo, avevo perfino la forza di volontà necessaria per far sì che accadesse, ma non ero poi così brava. Mia mamma diceva sempre che una donna con competenza e pazienza avrebbe potuto governare il mondo, quindi cambiare un uomo non sarebbe stato così difficile. Ma qui si trattava di Loki, del Dio più ottuso e sexy che potesse mai abitare il Valhalla. Dunque mi sarei dovuta impegnare e dimostrare a Odino che avevo visto il buono in lui. Entrai nelle stanze del Dio dell'inganno, trovandole inaspettatamente vuote. <<Loki?>> lo chiamai alzando il tono della voce. <<Astrid.>> sentii la sua voce provenire dall'enorme bagno annesso alle stanze. Lo trovai dentro l'altrettanto enorme vasca da bagno, forse più grande del mio appartamento. Ero sicura di molte cose, e una di queste era che Loki amasse i lunghi bagni pieni di schiuma e candele profumate piazzate ovunque. Incrociai le braccia al petto, facendo un sorriso. <<Vedo che mi hai aspettata.>> osservai mentre si passava una mano tra i capelli, bagnandoli. <<Vieni da me.>> mormorò suadente. Lo accontentai liberandomi di tutti i miei abiti, entrando nella vasca piena d'acqua calda. Era più profonda di quanto pensassi, talmente tanto che il livello dell'acqua arrivava al mio stomaco. Mi misi a cavalcioni su di lui, affondando le mani nei suoi capelli. <<Odori di sapone al cocco.>> Sentii le sue mani accarezzarmi la schiena mentre le nostre intimità strusciavano l'una contro l'altra. Loki prese la mia mano, poggiandosela sul petto. Sentivo il suo cuore battere all'impazzata mentre teneva lo sguardo fisso su di me. <<Lo senti?>> Annuii accarezzandogli la gota per poi unire le nostre labbra in modo passionale. Gli misi le braccia al collo mentre afferrava la mie natiche con entrambe le mani, stringendole. Quel bacio si trasformò in qualcos'altro quando le sue labbra si spostarono sul mio collo e infine sulla mia spalla, lasciandone dei baci umidi e vogliosi. Il Dio dell'inganno fece unire le nostre fronti, e con esse i nostri respiri. <<Scommetto che il tuo Dio è diverso da me.>> <<Il mio Dio esiste solo per chi ha fede il lui. Sicuramente non avete niente in comune.>> ridacchiai. <<Perché? Non è per caso affascinante come me?>> <<Lui ha creato l'universo e tutte le creature che lo abitano. È l'Alpha e l'Omega, l'entità più sacra che esista.>> gli presi entrambe le mani, notando quanto fossero grandi in confronto alle mie, unendole. <<Non crederai a certe cose, spero. Sai bene che l'universo è stato creato da un'esplosione. Poi Odino ha conquistato i nove regni, regnando su di essi.>> <<Il bello della mia religione è che bisogna avere fede. E io ho fede nel mio Dio. Ho una mentalità molto aperta da accettare che esistano altri Dei oltre al mio. Ma il Dio che preferisco sei tu.>> ammiccai. <<Ne sono lusingato.>> tornò a baciarmi, avvicinandomi a sé mettendo una mano sulla mia nuca, bagnandomi i capelli. L'odore di quel sapone, mischiato all'aroma delle candele, mi faceva sentire in paradiso; sopratutto per il Dio dell'inganno che rendeva questo momento il più magico di tutti. Non potevo chiedere di meglio, non potevo desiderare il tocco di un altro uomo che non fosse il suo. Sentivo mille brividi attraversarmi la schiena e le sue labbra su di me non facevano altro che mandarmi ai pazzi. <<Vorrei che la mia regina mi cantasse qualcosa.>> Sorrisi alla sua proposta, pensando che non avevo mai cantato per lui prima d'ora. <<Il mio re può avere tutto ciò che vuole da me.>> mi morsi il labbro prima di iniziare a cantare qualcosa. Eppure c'era una sola cosa che volevo fargli sentire, e non era una canzone terrestre. <<I stormsvarte fjell, jeg vandrer alene...>> subito iniziò a cantare con me. <<Over isbreen tar jeg meg frem...>> mi sorrise. <<I eplehagen står møyen den vene...>> <<Og synger: "når kommer du hjem?">> Gli presi il viso tra le mani, guardandolo negli occhi. <<Questa canzone rappresenta molto più di quanto credi per me. Ti aspetterò sempre e mi chiederò quanto tornerai a casa.>> mormorai. Loki mi baciò la punta del naso, tornando poi sulle mie labbra ancora una volta. Fece unire le nostre lingue mentre sentivo la sua voglia crescere a ogni movimento del mio bacino. Avevamo trascorso pochi attimi insieme nel corso di queste due settimane, ma ci eravamo giurati amore fin da subito. Non era merito dell'incantesimo, era come uno di quegli amori del 1800, basato sulla poca conoscenza che si aveva dell'altro, ma era un amore che sarebbe durato in eterno.