ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ sᴇᴛᴛᴇ

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Decisi di fare una passeggiata sotto il cielo stellato, da sola con i miei pensieri

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Decisi di fare una passeggiata sotto il cielo stellato, da sola con i miei pensieri. Avevo bisogno di staccare la spina per un po', di stare lontana dalla famiglia di Odino e in particolare da Loki. Dopo che il padre degli Dei aveva chiuso il Bifrost per sventare una ribellione, avevo poca alternativa.
Non sapevo come avrei potuto reagire a lui, probabilmente non così bene come speravo. Fino a qualche giorno prima mi fidavo ciecamente del mio autocontrollo, anche perché non mi sarei mai nemmeno sognata di vedere Loki sotto un'altra luce; ma ultimamente dubitavo di me stessa, tutto per colpa di quella frase che aveva attirato a me il Dio dell'inganno. Non dovevo pronunciare quell'incantesimo, ma come potevo immaginare che avrebbe scatenato tutto questo?
Iniziò a piovere, bagnandomi completamente dalla testa ai piedi, ma questo non mi importava. Continuai a camminare, fermandomi per riposare sotto quell'albero di nocciole dove Loki si metteva a leggere abitualmente. Lasciai che le gocce d'acqua bagnassero il mio viso, mischiando delle lacrime salate. Perché piangevo? Forse perché stavo per cedere, sentivo la pazzia divorarmi lentamente e starmene inchiodata su Asgard non mi stava aiutando.
<<Astrid!>>
Sentii una voce alle mie spalle e sapevo perfettamente di chi fosse, ma decisi di non voltarmi. Non volevo farmi vedere in quello stato da lui. Mi rannicchiai con le ginocchia al petto, alzando lo sguardo tra le stelle.
<<Che stai facendo? Ti prenderai un malanno.>>
E da quando si preoccupava per me? Decisi di ignorarlo. Prima mi aveva rimproverata, poi mi aveva sbattuto la porta in faccia e io dovevo anche dargli retta?
<<Non voglio vederti, lasciami in pace.>> mormorai.
Lui si sedette al mio fianco, guardandomi con gli occhi di chi cercava il perdono. Ma si trattava di Loki ed era orgoglioso fino al midollo.
Improvvisamente smise di piovere, fu come una di quelle piogge passeggere, che duravano poco ma che avevano il loro effetto. Il Dio dell'inganno non volle saperne di togliermi gli occhi di dosso, così mi voltai malamente. <<Cosa sei venuto a fare?>> domandai acidamente.
Lui sospirò, guardando poi davanti a sé. <<In quel libro non c'è tutta la storia tra me e Astrid, ha omesso parecchie cose e vorrei che tu sapessi.>>
Ebbe la mia completa attenzione e, dopo essersi assicurato che fosse così, fece un respiro profondo, pronto a fare un tuffo nel passato. <<Non era solo sesso occasionale. L'amavo realmente, anche se per lei non era così. Avevamo passato molte notti insieme, ma condividevamo anche l'amore per la poesia e l'arte.>> fece una pausa, abbassando lo sguardo. <<Thor non voleva realmente ucciderla, ha cambiato idea quando ha scoperto che aspettava un figlio da me.>> mi guardò catturando lo stupore nel mio sguardo.
Non potevo credere che Loki le avesse dato un figlio.
<<Ecco perché ti tengo lontana. Mi ricordi molto lei, anche se siete diverse caratterialmente, ma non potrei sopportare che Thor uccida anche te.>>
<<Lui non potrebbe mai farmi del male. Secondo Frigga è cambiato molto in questo secolo, non ne sarebbe capace.>> mormorai convinta delle mie parole.
<<La furia, il rammarico, l'odio... Thor non si fermerà davanti niente, la sua vendetta sarà implacabile se osiamo provocarlo ulteriormente.>>
<<Mi domando perché mi abbia lasciata nelle tue mani se proprio non si fida della tua esperienza passata.>> mi stesi a pancia in su, guardando il cielo notturno. Loki fece lo stesso, mettendo entrambe le braccia dietro la testa.
<<Però si fida di te. Sa bene che sei troppo intelligente per cadere tra le mie braccia, e sono d'accordo con lui.>>
Quanto si sbagliava.
Thor non aveva la minima idea di cosa immaginavo a proposito di suo fratello. Me ne vergognavo, mi sarei presa a frustate da sola per questo, ma era ciò che provavo.
<<Di te dice ben altre cose.>> ridacchiai al solo pensiero.
Lui si voltò, incuriosito. <<Ad esempio cosa?>>
<<Che sei un Dio subdolo e impomatato. E devo ammettere che ha ragione, sei molto subdolo. Aggiungerei anche egoista, vanitoso, presuntuoso e curiosamente riservato.>> mi stesi sul fianco, facendo incrociare i nostri occhi.
Sentivo uno sciame di farfalle dentro lo stomaco. Non avevo mai provato niente del genere per Loki prima d'ora, eppure quella collana che mi aveva dato Frigga non faceva alcun effetto.
<<Che dire di Thor... lui è un ubriacone che si diverte a sfoggiare il suo martello mentre si scola boccali di birra come fossero acqua.>> si lamentò con un'espressione disgustata in viso.
<<A proposito, puzzi ancora di birra. L'incantesimo di Strange ha funzionato.>> osservai.
Lui non disse una parola, tornando a fissare il cielo notturno.
<<Loki...>>
<<Sì?>>
<<Quanto dici che resisteremo?>> borbottai ormai rassegnata che sarebbe accaduto.
<<Ad essere sincero, nonostante il tuo odore mi ricordi Thor, sto provando l'impeto di strapparti quelle vesti di dosso.>> non poteva essere più sincero di così. <<Sicuramente non resisteremo a lungo. Guardo te e penso a lei; a come amavo pettinare i suoi lunghi capelli neri; come mi piaceva leggerle delle poesie scritte da me e cantare la nostra canzone insieme.>>
<<Quale canzone?>> domandai.
<<I stormsvarte fjell, jeg vandrer alene. Over isbreen tar jeg meg frem. I eplehagen står møyen den vene. Og synger: "når kommer du hjem?">>
Non l'avevo mai sentito cantare. Di certo aveva una voce soave, mi ispirava totale fiducia e il suo modo di pronunciare quelle parole mi aveva colpita parecchio.
<<Di cosa parla?>>
<<Di un giovane che vaga tra le montagne di Svartalfheilm e i ghiacciai di Jotunheimr. Egli viene atteso da una donzella che chiede "quando tornerai a casa?".>> spiegò.
Non avevo mai visto Loki in uno stato simile. Il suo sguardo era spento, privo di sentimento. Probabilmente quel giovane rappresentava lui che combatteva al fianco di Thor i Giganti di ghiaccio e gli Elfi oscuri, mentre la Dea Astrid lo attendeva a casa. Quella canzone aveva un significato profondo, che spiegava la vicenda tra il Dio dell'inganno e la Dea della seduzione, che era morta per mano di Thor.
In quel momento avevo compreso quanto Loki avesse realmente sofferto a causa di tutti quelli che lo circondavano. Ognuno aveva messo il suo per rendergli la vita difficile, grigia e piena di rimpianti; ecco perché nascondeva i suoi sentimenti, per evitare di essere ferito nuovamente.
<<Io non ti farei mai del male, Loki.>> dissi improvvisamente, attirando la sua attenzione.
<<Perché parli di farmi del male?>>
<<Perché hai sofferto abbastanza nella tua vita. Non voglio che tu soffra ancora per causa mia; sarò tua amica se lo desideri, ma dobbiamo stare ben attenti a ciò che desideriamo.>> mi misi a sedere, incrociando i suoi occhi.
<<Nonostante Astrid conoscesse la magia, non era riuscita a difendersi contro Thor. L'ho vista morire davanti ai miei occhi mentre portava in grembo mio figlio.>>
Forse un figlio avrebbe potuto cambiarlo, avrebbe eliminato quella maschera che portava per apparire forte. Un figlio gli avrebbe cambiato la vita e sarebbe stato accolto calorosamente dal popolo, anziché con timore. Ma chi avrebbe mai amato il figlio di un Gigante di ghiaccio? Loki era sempre stato ostile con tutti per proteggere se stesso, e nessuno avrebbe mai potuto volergli bene.
Iniziavo a comprendere molto. Quando Astrid aveva preferito lui a Thor, doveva essersi sentito veramente amato per la prima volta in vita sua, ma quel periodo era durato poco.
<<Sono fiduciosa, Loki. Troverai l'amore della tua vita, ma non sono io. Appartengo a Thor e presto dovrò diventare sua moglie; il regno è pieno di donne, ce ne sarà una per te.>> lo rassicurai tastando la sua mano fredda come il ghiaccio.
<<Come puoi solo pensare che io possa essere amato? Sono un mostro, uccido per puro divertimento e nessuna donna sceglierebbe mai di trascorrere la sua vita con me.>> alzò il tono della voce, sul punto di piangere.
<<Tu non sei un mostro.>>
<<Ricordo una vita all'ombra della grandezza di Thor. Veniva acclamato dal popolo con banchetti, donne e il martello che poteva essere brandito solo da chi meritevole.>> si alzò, sfogando la sua rabbia facendo avanti e indietro a grandi falcate.
<<Io potrei essere disposta ad amarti, Loki.>>
Mi resi conto subito dopo di quello che avevo detto, ma non me ne pentii. Loki mi guardò malamente, come se avessi detto una bugia.
<<Non lo pensi sul serio. Sei sotto l'effetto dell'incantesimo.>>
Balzai in piedi, ponendomi faccia a faccia con lui. <<Sono convinta delle mie parole. L'incantesimo non ha effetto sui miei sentimenti, solo sui miei ormoni. Devi solo lasciarti amare, non è difficile.>> misi le mani sul suo petto, accarezzandolo.
Lui scosse la testa, allontanandomi. <<Tu non sai di che parli.>> mi lasciò lì da sola, camminando nella direzione opposta.
Forse avevo esagerato con le parole, forse avevo mentito, non riuscivo a capirlo. Loki era sicuramente diverso da Thor, sotto ogni aspetto e forse mi stavo realmente innamorando di lui e del suo lato tormentato.
Dovevo schiarirmi le idee e capire meglio cosa stava capitando nella mia mente così incasinata.

𝐿𝑎 𝐷𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝐴𝑠𝑡𝑟𝑖𝑑 - 𝐿𝑜𝑘𝑖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora