ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ sᴇɪ

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Decisi di leggere il suo biglietto, anche se un po' titubante

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Decisi di leggere il suo biglietto, anche se un po' titubante. Al suo interno vi erano delle parole di una tradizionale canzone asgardiana che Thor mi aveva insegnato; non ne avevo capito il significato ma era molto bella da sentire.
Allora perché Loki me l'aveva scritta?
Consultai il libro cercando delle risposte, magari effetti collaterali che aveva vissuto anche la Dea Astrid. Si diceva che Loki le avesse dedicato la stessa canzone, e che lei lo avesse rifiutato, considerandolo un gesto non gradito. Chiaramente la Dea della seduzione aveva in mente solo il contatto fisico, di certo non si faceva incantare da canzoni, fiori e poesie. Loki era davvero innamorato di lei, mi chiedevo il perché, dato che le assomigliavo tanto, e sicuramente io non gli andavo molto a genio.
Io e Astrid condividevamo lo stesso aspetto fisico, gli stessi occhi e probabilmente lo stesso profumo. Era tutta una questione dell'odore che emanavano i feromoni. Se Astrid era attratta dall'odore di Loki e viceversa, mi bastava solo tapparmi il naso in sua presenza. Era folle, ma era l'unica possibilità di non cadere tra le sue braccia.
Mi chiedevo perché Thor avesse continuato a frequentarmi, nonostante portassi lo stesso nome della donna che aveva sposato in passato e che aveva ucciso. Probabilmente ero diversa su alcuni aspetti, come il carattere. Ecco perché Loki provava tanto disprezzo nei miei confronti.
Eppure ero convinta che quella danza della seduzione non funzionasse, forse era tutta una stupidaggine. Si parlava di un evento accaduto più di cento anni prima, non poteva funzionare, non con me. Era solo una coincidenza che avessi lo stesso nome della Dea della seduzione, non riuscivo neanche a sedurre il mio uomo, come potevo sedurre il Dio dell'inganno?
<<So che puoi sentirmi, Strange. Ho bisogno del tuo aiuto.>> strillai nella speranza che potesse realmente sentirmi.
Quando vidi un portale arancione aprirsi davanti a me, ebbi la conferma che quello stregone era un vero genio delle arti mistiche. Entrai nel cerchio e mi ritrovai nuovamente nel Sanctorum di New York, al cospetto di Stephen Strange.
<<Ci rivediamo, Astrid. Dimmi, cosa posso fare per te?>> chiuse un libro che poco prima stava sfogliando, rivolgendomi la sua attenzione.
<<Sono arrivata alla radice del problema. Dobbiamo agire sui miei feromoni per evitare che Loki provi attrazione per me. Non hai un qualche incantesimo per cambiare il mio odore?>> domandai seguendolo con lo sguardo mentre girava tra i vari scaffali alla ricerca di qualche libro di incantesimi.
<<Mi serve anche il Dio dell'inganno per far funzionare l'incantesimo. Dovrai odorare di quello che lui odia.>> spiegò aprendo un portale in aria, facendo precipitare Loki al suolo, proprio si miei piedi.
<<Dove mi trovo?>> si guardò intorno, cercando risposte nel mio sguardo. Poi guardò Strange, tirandosi su.
<<Chi sei? Ti credi una specie di mago?>> fece apparire dei pugnali nelle sue mani, avventandosi contro Stephen.
<<Tranquillo, Loki. È un mio amico; ci aiuterà con il nostro piccolo problema.>>
Lui fece scomparire i pugnali, incrociando le braccia al petto. <<Stai prendendo questa cosa un po' troppo seriamente.>>
Feci spallucce, vedendo Strange all'opera. Le sue mani brillarono di arancione, provocando mille scintille; ci scagliò addosso l'incantesimo, ma era come se non fosse accaduto niente.
Mi avvicinai a Loki, odorandolo come farebbe un cane con una ciotola di croccantini. <<Puzzi di birra.>> mormorai disgustata.
Lui copiò il mio stesso gesto, tirandosi indietro. <<Anche tu. Hai un odore rivoltante.>> si lamentò.
In quel momento capii che disprezzavo davvero tanto l'odore di Thor, ma solo perché odiavo la birra. Non avrei mai fatto l'abitudine nel sentire Loki puzzare come una fabbrica del luppolo.
<<La questione "feromoni" è sistemata. A proposito, Astrid...>> lo stregone attirò la mia attenzione, sfogliando il mio libro. <<Hai mai pronunciato queste parole prima d'ora?>> mi passò il libro, mostrandomi la frase che avevo detto a mezza voce quella volta in biblioteca.
<<Perché?>>
<<Ho ragione di credere che "Den unge bedrageren vil falle for denne dansen" abbia scatenato questa forte attrazione che vi lega.>>
Loki spalancò gli occhi, guardandomi furioso. <<Ma come hai osato!>> alzò la voce, spaventandomi.
<<Non lo sapevo! Ti ricordo che non conosco l'asgardiano.>> mi lamentai.
Capii che la causa dei nostri problemi era stata quell'unica frase che era in realtà l'incantesimo che Astrid usava per attirare gli Dei a sé. Non potevo saperlo, perciò la colpa di tutto era mia.
<<Ad ogni modo, l'incantesimo che vi ho fatto ha una durata di ventiquattr'ore. Se funziona, dovrete continuare a bere birra come fa Thor, almeno starete lontani l'uno dall'altra.>>
Abbassai lo sguardo pensando che Loki ce l'avesse con me per averlo fatto cascare in tentazione. Potevo sentire il suo sguardo trapassarmi il cranio con rabbia, avevo paura di lui.
Strange aprì nuovamente il portale, portandoci all'interno del Valhalla. Loki non mi rivolse neanche uno sguardo mente ci incamminavamo verso le nostre stanze.
<<Sai cosa? Dovrei fregarmene e scoparti come ho fatto con Astrid; in fin dei conti, Thor ucciderà te, non me.>> ringhiò sbattendo le porte dopo essere entrato nelle sue stanze, ferendomi con le sue parole.
Se avessi saputo cosa stavo scatenando, di sicuro non avrei cercato le pagine di quel libro, non avrei pronunciato quelle parole, non sarei rimasta su questo pianeta. Le parole di Loki mi avevano realmente fatto del male, talmente tanto che una lacrima solcò il mio viso mentre mi gettavo a peso morto sul letto.
Non mi importava cosa pensava di me o cosa diceva, allora perché mi sentivo così ferita? Forse mi stavo affezionando a lui, o forse era solo la profezia che si compiva. A lui non importava niente di me, perché avrei dovuto struggermi per lui? Forse perché ero sessualmente frustrata e volevo mantenere quel nostro rapporto di amore-odio per arrivare a un secondo fine. Ma poi mi ricordai che non ero io a parlare, bensì un incantesimo fatto da una megera di cent'anni fa. E cosa ha ricevuto in cambio? Una pugnalata al cuore; io non avrei fatto la sua stessa fine.
Eppure se pensavo a Loki, con quel suo sguardo sempre tagliente, i suoi occhi color ghiaccio e la sua voce così suadente, non facevo altro che dannarmi l'anima. Ripensavo al giorno in cui l'avevo scoperto con quella donna; avevo intravisto il suo petto tonico e i suoi bicipiti. Non l'avevo mai immaginato sotto quella luce, in realtà non l'avevo mai immaginato prima d'ora. Chissà cosa sapeva fare con le donne, come baciava o la sua strategia per andare a letto con qualcuna. Sapevo bene che dovevo scacciare dalla mia mente quei pensieri sporchi, ma avevo voglia di sapere.
Magari solo una volta, avremmo peccato una volta soltanto e basta. Thor non l'avrebbe mai saputo e io mi sarei data pace.
Per quanto ne sapevo, la Dea Astrid aveva peccato con Loki parecchie volte, molte più di quelle che si possono contare sulle dita delle mani. A me bastava solo una volta, per pura curiosità. In più Astrid era la moglie di Thor, aveva giurato di fronte a Odino di essergli sempre fedele; io ero soltanto la sua ragazza, niente di più. Non mi avrebbe mai uccisa per questo.
Passai la giornata con Frigga e le ancelle mentre intravedevo con la coda dell'occhio Loki intento a leggere, cercando di ignorarmi. Dentro di me sapevo che lo voleva quanto me, che volevamo peccare insieme, che volevamo cedere alla lussuria consapevolmente.

𝐿𝑎 𝐷𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝐴𝑠𝑡𝑟𝑖𝑑 - 𝐿𝑜𝑘𝑖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora