Capitolo 15

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Il sabato successivo, come al solito, mi lascio andare alla pigrizia mentre la stanchezza della settimana si fa sentire. Sempre di corsa, sempre con un meeting dopo l'altro. Il lavoro mi piace, ma, se non fosse per i soldi e la vaga sensazione di potere, vorrei tornare ad essere un impiegato normale.
Senza nemmeno accorgermene, mentre guardo la televisione, mi appisolo sul divano e a farmi svegliare di colpo è il suono del campanello di casa. A fatica mi alzo e, quando vedo chi c'è al di là della porta, ho un attimo di panico: è mia madre.

«Apri, so che sei in casa», la sento dire dal pianerottolo. Non ho tempo di cambiarmi, né di sistemare i capelli arruffati dal sonno. Li lego in uno chignon alto per disperazione.

Non appena le apro, entra in casa iniziando a borbottare:  «Diana, ma incredibile. Non vieni mai a trovare i tuoi poveri genitori. Ma come si dice... se la montagna non va da Maometto». 

«Ciao anche a te mamma», le dico inseguendola per darle un bacio sulla guancia. 

«Diana, ma come sei vestita?», esclama con uno sguardo pieno di orrore osservando la mia maglietta di Sailor Moon. «Non hai ancora perso questo interesse infantile? Sei un'adulta ormai».

«Lo so, ma non mi piace che tu lo definisca "interesse infantile"», cerco di risponderle, mentre lei si avvicina alla cucina e inizia a tirar fuori dai borsoni, che si è portata appresso, tanto di quel cibo che neanche stessi morendo di fame.

«Mamma, non serve che tu mi porti da mangiare, cucino anche io».

«Ma per favore, cosa vorrai cucinare. Sei sempre impegnata col lavoro... ah, se ti fossi dedicata un po' di più alla cucina, chissà che non avresti preso Matteo per la gola. E invece...», aggiunge scuotendo la testa. Come al solito non sa resistere dal mostrare tutto il suo disappunto nei miei confronti e, puntuale come sempre, aggiunge: «Se pensassi meno al lavoro, a quest'ora avrei altri nipotini».

Non ci provo neanche a spiegarle che non tutte le donne hanno come unico desiderio quello di mettere su famiglia, ma non resisto dal replicare: «Hai già dei nipotini, mamma. Dovresti essere contenta».

«Sarei più contenta se avessi anche altri nipoti», si lamenta continuando a infilare le cose nel mio frigorifero, «sarei più contenta se tu non fossi da sola e non dedicassi il tuo tempo solo al lavoro e ai cartoni. Mi si stringe il cuore ogni volta. Perché non è andata bene con Matteo?».

Il fatto che io sia brava nel mio lavoro conta ben poco per lei. Poi me lo dice come se io fossi felice di essere da sola. È ovvio che anch'io preferirei avere qualcuno con cui condividere la vita, ma questa persona non c'è, quindi cerco di godermi le soddisfazioni che ho. La cosa divertente è che voleva che studiassi e ora che sto raccogliendo i frutti, ne sembra infastidita.

«Per tua fortuna, il figlio di una mia amica ha qualche anno in più di te e indovina un po'? E' un medico!».

«Buon per lui», replico indifferente mentre prendo dei biscotti e me li ficco in bocca.

«E buon per te, cara! È anche single, l'ho invitato a cena per sabato e devi assolutamente esserci anche tu».

Ecco qua, è arrivata al dunque, ma io non cedo. Poker face. «Perché?».

«Perché è single, come te! E sarebbe perfetto, davvero un bravo ragazzo. Però devi farti sistemare questi i capelli», aggiunge continuando ad analizzare la mia chioma maldestramente raccolta, al centro della testa.

Ignoro la sua stoccata. «Come mai uno così è single, se è bravo e perfetto come dici?».

«È divorziato, ma fossi in te smetterei di fare la schizzinosa. Non trovi nessuno perché sei tu che non vuoi, pretendi troppo», mi dice sul piede di guerra, «Sabato sera». 

Alter Ego - Quando le apparenze ingannanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora