Capitolo 39

121 17 4
                                    

Non riesco a togliermi dalla testa il fatto che non avrei baciato Marcelo. Stavo per allontanarmi. Chissà se se n'è accorto. Meno male che mi ero detta che ci avrei fatto anche dell'ottimo sesso se fosse capitata l'occasione. Oggettivamente è bello e di sicuro è una persona interessante, eppure non ce l'ho fatta. Nonostante lui abbia incatenato il mio sguardo al suo per ore. 

Forse non lo conosco abbastanza. 

Sbuffo per l'ennesima volta mentre passo il pomeriggio ad analizzare un report delirante pieno di numeri. Devo a mia volta rielaborarli e poi rivedere con il controller  i dati finanziari. La chiusura del quarter è sempre il momento più odioso, superato solo dalle chiusure di fine anno.

Mi consolo pensando che stasera potrò finalmente rilassarmi con Simona. Ho prenotato l'ingresso serale alle terme comprensivo di aperitivo, dopodiché andremo in un pub a bere e mangiucchiare qualcosa, per concludere la serata con un pigiama party. Insomma, ho una bellissima serata che mi aspetta. E' da tempo che noi non usciamo insieme e sono abbastanza certa che lei ne abbia bisogno quanto me. 

Questo pensiero mi permette di resistere a tutti i deliri numerici e mi riempie di gioia quando, borsone alla mano, faccio ticchettare i miei tacchi fino all'uscita dal lavoro. 

«Guarda la mia sorellina com'è super professional!», mi saluta Simona appena mi vede arrivare. 

«Lo sai che sono sempre così», le dico indicando il mio trench e il mio completo elegante, lasciandomi andare in un ampio sorriso. 

Durante il tragitto in metropolitana, mia sorella si limita a farmi domande sulla giornata e sul lavoro, ma arrivate alle terme, appena raggiungiamo l'idromassaggio, mi dice: «Allora?» 

Una parola sola, però ricca di significato. Per un istante sono tentata di fare la sostenuta, fingendo di non aver capito, ma poiché le sono grata per il supporto che mi sta dando, mi lascio andare evitando però di condividere il primo pensiero che ho in testa: «Allora va un po' meglio. Al lavoro sto ritrovando la mia serenità e fortunatamente non ho ancora incrociato quella scema. Te l'ho detto, ci sono rimasta male. Non tanto per la cosa in sé, quanto per la gestione. Questo chiedermi di stare a casa, mi ha infastidito. E so che avrei potuto rifiutare, non essendoci un fondamento contrattuale, ma è la richiesta in sé», dico tutto d'un fiato. 

L'acqua calda della vasca termale mi aiuta a rimanere concentrata e a rilassarmi. 

«Bene, l'importante è che tu rimanga centrata. Tu sai che la tua forza è la tua razionalità e il tuo rimanere focalizzata sull'obiettivo, quindi giocati questo talento», mi risponde serenamente, «Comunque sai che l'argomento più interessante è un altro e io voglio news su quello.»

Il mio pensiero torna immediatamente a quell'idiota del mio vicino. 

«Lo sai? Credo che tutta questa storia mi abbia reso una stupida sentimentale e la cosa mi infastidisce.», replico irritata, «Non riesco a controllare i miei pensieri. La mia parte razionale detesta Alex, profondamente. Ma c'è una parte di me, una piccola e stupida parte di me, che continua a ripensare a lui.»

Simona studia il mio volto con attenzione: «Tu sai che cosa vuol dire questo, vero?»

«Sì, che la sua stupidità mi ha contagiato e mi ha reso scema.»

«Ti sei innamorata. E ora che non vi parlate, ci stai male.»

Mi affretto a negare: «Non sono innamorata di Alex.» Sento il panico crescere dentro di me. Non lo conosco così bene. E qualunque cosa fosse, anche se dovessimo tornare ad essere amichevoli, sono ben decisa a soffocare questo sentimento. Non voglio riprovare la brutta sensazione che ho sentito quando mi sono trovata sotto la pioggia ad aspettarlo, mentre lui era a fare festa con Noemi. «Ieri sono uscita con un suo amico. Bellissimo, perfetto. Avevo un sacco di buoni propositi. Eppure, non lo so.»

Alter Ego - Quando le apparenze ingannanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora