Capitolo 19

120 19 5
                                    

La settimana trascorre senza che io riveda Alex. Non ci incrociamo neanche per caso e mi sta bene così. Anche se vorrei proprio sapere se si sta preparando alla nostra messinscena.

Insomma, non ci rimane molto tempo. E noi non sappiamo molto l'uno dell'altra. 

Scuoto la testa più volte cercando di concentrarmi su quello che sto facendo, ma faccio fatica. Mi ritrovo a fissare lo schermo del computer più volte. In che razza di situazione mi sono ficcata? Da una piccola bugia, siamo passati a due e ora stiamo entrando in una rete sempre più fitta.

Il prepararsi per ingannare la mia famiglia, mi tortura. È come una palla di neve che rotola giù da un pendio innevato. Inizia piccola e si ingrandisce man mano. Mi passo le mani tra i capelli, disperata. Il senso di colpa mi sta distruggendo ancora prima di iniziare, ma devo essere razionale: Alex ha bisogno di una finta fidanzata e io ho bisogno di un finto fidanzato per tranquillizzare mia madre. Per far sì che smetta di preoccuparsi per me. La situazione con lei è diventata troppo frustrante e questo piano risolverà il problema nel breve. 

Quando sollevo la testa noto che, al di là della vetrata trasparente del mio ufficio, tutti i colleghi dell'open-space stanno fissando me. Anche Emma mi osserva preoccupata prima di avvicinarsi alla porta ed entrare con titubanza.

«Va tutto bene? È successo qualcosa?», mi chiede cortesemente.

«Tutto bene. Alla grande», replico nascondendo l'imbarazzo, «Solo un problema con un vicino di casa. Rassicura anche gli altri, non c'entra nulla con il lavoro».

Ci manca solo che qua tutti si mettano a pensare che sono completamente impazzita o, peggio, che mi abbiano annunciato qualche riorganizzazione aziendale. 

Quello che mi fa davvero impazzire è che, per quanto mi piaccia incolpare Alex, l'idea è stata anche mia. Certo, lui ha iniziato tutto, ma poteva anche chiudersi subito dopo l'incontro con il padre. A lui serviva solo una spalla per l'occasione, per dimostrare che vive una vita assennata. La verità è che la situazione è sfuggita di mano quando io ho detto la mia bugia, prendendo ispirazione da lui. Perché questo ci ha portati all'impegno a lungo termine. Questa situazione è tutta colpa mia e non posso fare a meno di ripetermelo.

Il sabato successivo, dopo un pigro pomeriggio trascorso sul divano sotto una coperta, Alex si presenta alla mia porta. Come se non fosse stato latitante per l'intera settimana.

Sbuffo, ancora prima di aprirgli: «Che c'è?».

Lui lo trova divertente e sghignazza: «Amore, è questo il modo di accogliermi?». Il tono carico di sarcasmo. «Buon pomeriggio anche a te, vicina. Comunque, sono qua per iniziare la nostra maratona di film. Fuori fa troppo freddo, non ho voglia di uscire e mi annoio. Sono già andato anche in palestra». Mi lancia tra le mani un sacchetto di patatine e appoggia le bottiglie di birra in cucina. 

«Quindi hai deciso di passare il pomeriggio a tormentare me?», gli domando mentre si accomoda sul divano.

«Brava, hai indovinato. Allora sei davvero intelligente, nonostante le apparenze».

Alzo gli occhi al cielo in risposta alla sua banale ironia e mi siedo sul divano accanto a lui. Tanto non è che avessi chissà che programmi per il pomeriggio né tantomeno per la serata. E in fondo, come ha detto lui, dobbiamo abituarci alla presenza reciproca. In più, immagino che questo sia l'unico modo per far sì che anche Alex guardi questi film e prenda ispirazione.

«Iniziamo con The Wedding Date?», dico prendendo in mano il telecomando e cercandolo nella lista che ho preparato. Ci sono parecchi film su storie simili, di finti fidanzamenti eccetera. Solo che alcuni sono troppo romantici e sdolcinati. Dovremo comunque vederli, però non oggi. Non mi sento ancora pronta all'idea di guardare qualcosa di romantico con Alex. Già solo a pensarci mi viene un senso di nausea inspiegabile. 

Alter Ego - Quando le apparenze ingannanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora