Capitolo 43

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Il mattino dopo, faccio colazione e mi preparo rapidamente per uscire.
Oggi i genitori di Alex verranno a trovarlo. Non so a che ora, ma so che non voglio incontrarli. Perché non  voglio rientrare in quel giro di bugie. Non se posso evitarlo. 

Passo più tempo di quanto vorrei a guardare fuori dallo spioncino della porta. Anche se il mio ginocchio è ancora gonfio e dolorante voglio uscire per andare al lavoro, ma devo assicurarmi di non incrociare nessuno.  Sono stata stupida perché mi sarei dovuta alzare presto per essere certa di non incontrare nessuno e invece... non ho sentito la sveglia. L'influenza negativa del mio vicino mi sta contagiando. Non mi succedeva dai tempi delle scuole medie. 

Dopo aver tentennato fin troppo, mi decido a mettere la testa fuori di casa. Mi sento un po' come un agente segreto. Entro rapida nell'ascensore e solo quando, finalmente, sono fuori dal condominio, mi lascio andare in un sospiro di sollievo.

In ufficio, prendo posto alla mia scrivania e mi immergo nei vari meeting. Cerco di pensare solo al lavoro, a fare bene quello che devo e so fare. Ma ogni volta che il ginocchio mi da delle fitte, la mia mente torna ad Alex. Il suo corpo stretto al mio, il suo prendersi cura di me.  Mi basta questo per sentire quel senso di vuoto allo stomaco. Sarebbe bello se vi fosse anche solo una possibilità di frequentarci sul serio, ma ammetto di avere troppa paura per fare questo passo. 

Esco dal mio ufficio solo due volte in tutta la giornata e ringrazio il cielo che ci siano così poche persone oggi perché non ho voglia di parlare con nessuno. All'ora di andare a casa, decido che è arrivato il momento di far visita a Claudia. Solo quando arrivo davanti a casa sua, mi rendo conto che forse avrei dovuto avvisarla. Magari è da Giorgio. O lui si trova qui. Chissà se la mia è stata una buona idea. Citofono e rimango in attesa di una risposta che però non arriva. Ci riprovo, ma ancora niente. Alla fine, appena mi allontano, sento la sua voce squillante tramite l'apparecchio. 

«Ciao, sono io».

«Di? Tutto ok? Sali».

Mentre salgo la rampa di scale, nonostante le proteste del mio ginocchio, mi ripeto per l'ennesima volta di non essere troppo diretta come mio solito. Comunque devo capire cosa mi è passato per la testa quando ho deciso di mettere i tacchi questa mattina. Se Alex mi vedesse barcollare sulle scale dopo quanto successo, non so cosa potrebbe dirmi.

Claudia mi abbraccia non appena varco la porta di ingresso. 

«Finalmente ci vediamo!», esclama entusiasta. 

«Appunto. In realtà è proprio di questo che voglio parlarti». Va bene, tanto vale andare dritti al punto. Lei si stacca e mi guarda attentamente, poi si avvia verso la cucina e tira fuori del vino bianco dal frigo. 

«Vai, ti ascolto, anche se immagino».

«Senti Cla. Non prenderla male, ma devo dirtelo. So che hai Giorgio e la tua vita è cambiata, ma sei un po' sparita».

«Hai ragione», risponde annuendo.

«Lo so che ho ragione. Non ti biasimo, ma mi manchi». Tanto vale essere sincere.

«Con Giorgio ho perso il lume della ragione, è vero. Non credevo di potermi innamorare così. E il tempo passa senza che io me ne accorga. So solo che voglio stare sempre con lui e quando non c'è mi manca».

«Sei innamorata».

«Innamorata persa. Ma non è per questo che non ti ho scritto negli ultimi tempi. Lo sai che non voglio essere una di quelle che pensa solo al fidanzato», dice con una smorfia schifata.

Rimango in silenzio per un secondo cercando di riflettere. «Quindi come mai?». Davo per scontato che fosse troppo presa da Giorgio e, invece, c'è dell'altro. 

Alter Ego - Quando le apparenze ingannanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora