Arrivai a casa con un'emicrania terribile, probabilmente, a causa dei numerosissimi pensieri che mi affollavano la mente.
Entrai nella mia villa a New York sbattendo la porta che si chiuse con un tonfo. Mi avvicinai al frigo per scoprire se c'era qualcosa da bere...di alcolico possibilmente, ma quando fui a faccia a faccia con l'elettrodomestico notai un post-it appiccicato sul portellone.
" Ciao, amore, sono a lavoro e tornerò per le sette e mezza. Ho prenotato una cena in un ristorante chic a Long Island, solo per noi due, alle otto e mezza circa. Ci vediamo tra un po'.
Ti amo tanto, Beryl".
Mi sbattei una mano sulla fronte: non ci potevo credere! Ci mancava pure questa! E io che volevo parlarle di Logan e tutto il resto!
- Glielo dirai, ugualmente, Alex! Sii donna!- cercò di rincuorarmi la mia coscienza ed io annuii.
Ero decisa a confessarle che ero andata all'appuntamento con Logan nonostante lei non volesse, anche se mi dispiaceva farla soffrire.
Le ore passarono ed io ero sempre più nervosa ogni minuto che passava.
Mi ripresi dai miei pensieri, quando la porta si aprì e fece il suo ingresso Beryl.
- Ehi, piccola- mi salutò, per poi posare le sue labbra sulle mie.
Io, sfortunatamente, mi accorsi per la prima volta da quando ero con la mia ragazza, di non provare le stesse emozioni che provavo tempo prima.
- È solo un caso, capita a volte- mi dissi, cercando di convincermi il più possibile che quella fosse la risposta esatta.
Beryl approfondì il bacio e, all'improvviso, mi ritrovai tra il suo corpo e una colonna bianca della villa.
Io non ero sicura di voler fare sesso, ma lei insisteva comunque.
Mi sfilò la maglietta e, quando tentò di togliermi anche il reggiseno, la fermai.
Vidi che il viso si increspava in un'espressione sorpresa e, non potei biasimarla per questo.
- Che c'è, Alex? Non mi vuoi?- chiese tristemente
- I-io ti devo parlare- risposi frettolosamente.
Ci spostammo sul divano in salotto e, dopo aver preso un lungo sospiro, cominciai.
- Prima di iniziare, promettimi che non mi fermerai finché non avrò finito. Poi, potrai dirmi tutto quello che vorrai- dissi.
Lei mi promise, così fui sicura di poter iniziare il mio racconto.
- Allora, io ieri mattina sono andata all'appuntamento con Logan e- iniziai
nervosa
- Cosa?! Ti avevo detto di non andarci!- strillò arrabbiata.
La fermai con un gesto stizzito della mano.
- Ma, ti assicuro, che non abbiamo fatto nulla, bhe' a parte baciarci.
Abbiamo solo parlato e poi sono andata via. Ma, devo essere sincera con te. Io, ho provato dei sentimenti forti e bellissimi per te Beryl, ma ora credo che non li provo più così forti come un tempo. Quello che sentivo quando ero con te, adesso lo sento quando sono insieme a Logan; proprio come accadeva anni fa quando eravamo ancora insieme. Mi dispiace molto- ammisi tutto d'un fiato e, Beryl, non mi interruppe nemmeno una volta come le avevo chiesto.
- Ora puoi parlare- conclusi timorosa della sua reazione.
Essa poteva essere qualunque: lei poteva restare calma ed assimilare il tutto, per poi urlarmi in faccia come non aveva fatto mai; oppure poteva urlare subito o restare pacata e tranquilla ed essere comprensiva con me.
Avevo la netta sensazione che l'ultima opzione era improbabile, sfortunatamente.
Infatti, come avevo predetto, stette ferma lì, calma e pacata per alcuni secondi ed io sperai di essermi sbagliata e cominciai a ricredermi sulla mia precedente affermazione.
Ma, come sempre, eccome se mi sbagliavo di grosso!
La fissai per pochi istanti e, dopo aver assimilato e compreso quello che avevo detto, cominciò a sbraitare furiosa guardandomi negli occhi pieni di lacrime.
- Non può essere vero! Tu stai mentendo, vero?! Mi stai facendo uno scherzo, Alex?! Perché se era questa la tua intenzione, non è per niente divertente!!- esclamò incredula sull'accaduto
Io ero incapace di rispondere, nonostante aprissi la bocca, l'unico suono che fuoriusciva era un flebile ed impercettibile sussurro.
Le parole non mi uscivano e la testa sembrava sul punto di esplodere per i troppi urli, provenienti dalla ragazza bionda.
Riuscii solo a muovere il capo in un chiaro segno negativo, mentre le lacrime scendevano dai miei occhi azzurri e mi rigavano le guance.
Beryl un'espressione incredula ed arrabbiata al contempo.
- Dimmi qualcosa, ti prego. Tutto quello che vuoi, anche "ti odio" o " non ti ho mai amato, era solo una finta". Ma, ti scongiuro...parla- mormorò la ragazza di fronte a me.
I suoi occhi erano colmi di lacrime, come i miei, e il suo viso si era fatto più pallido. Di un pallore quasi mortale.
Era come se qualcuno le avesse sfilato a forza dal suo corpo ogni speranza, ogni momento felice o ogni ricordo bello. E ora le rimanessero solamente i ricordi tristi e terribili e fosse pronta ad attraversare le porte della morte.
- I-io non so c-cosa dire B-beryl... Sono c-osi' dannatam-mente confusa- farfugliai con la vista appannata dalle lacrime, che scendevano senza sosta suo mio viso.
- Bene, se non sai cosa dire suppongo che la mia presenza non sia più richiesta qui- disse addolorata lei.
- Addio- al pronunciare di quella fatidica, orripilante e terribile parola, mi accasciai sul pavimento freddo e piansi finché ebbi lacrime.
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STRANGE PASSENGERS (Alexandra Daddario x OC/fem)
FanfictionIn una notte buia, una ragazza stava camminando per le strade di New York in cerca di un modo per scappare da tutto e da tutti. - Sai, noi siamo come dei passeggeri su una macchina e la macchina è la vita. Non importa se la macchina su cui stiamo vi...