July 20th , 2022 Lerman's House, Beverly Hills.
5:30 amMi svegliai e guardai l'ora sul display della sveglia.
Essa segnava le 5:30. Questo voleva dire che bisognava alzarsi, se non si voleva fare tardi al check in dell'aeroporto JFK International.
Mi alzai di malavoglia e andai a preparare la colazione per Logan e la mia piccolina.
Quando ebbi messo i pancake sulla padella e scaldato il latte, un esserino di quattro anni compiuti da poco più di due mesi, fece la sua comparsa nella spaziosa cucina della villa.
- Buongiorno, tesoro! Vieni a fare colazione, dai, che dopo dobbiamo andare all'aeroporto a prendere l'aereo!- la incitai
- Hai preparato i pancake?!- chiese con gli occhi più luminosi del solito
Annuì. Lei, mi abbracciò la gamba e mi sorrise.
- Sei la mama milliole del mondo!- esclamò saltellando contenta.
Sorrisi a quella tenera visione.
Proprio in quel momento arrivò Logan a petto nudo e, mio malgrado, mi ritrovai a fissarlo a bocca aperta.
Mi riscossi, quando notai che Elizabeth ci stava guardando confusa, come se non capisse quello che stesse succedendo o quello che fosse successo in passato... Ma, forse, era meglio così. Del resto era ancora molto piccola per capire certe cose.
Logan mi sorrise avvicinandosi e mi baciò.
Questo gesto suscitò un'espressione di disgusto da parte della bambina che avevo di fianco a me.
Ridacchiai e poi, invitai tutti e due a sedersi a tavola: loro non se lo fecero ripetere due volte e, in un batter d'occhio, divorarono tutto quello che avevo preparato.
Dopodiché, ci andammo a vestire: indossai un vestitino estivo bianco a pois azzurri e i sandali bianchi infradito, entrambi firmati Valentino.
Mi legai i capelli castani in un muccio e mi applicai il lucidalabbra.
Poi, aiutai Elizabeth ad infilarsi il suo vestitino rosa e le infilai il cappellino e gli occhiali da sole di Stella McCartney che le avevano regalato per il suo compleanno. Infilò i suoi sandaletti bianchi di Chanel e uscimmo dalla sua camera.
- Come sto, papà?- chiese sorridendo e fingendo una posa da modella, con una mano sul fianco e gli occhiali sul nasino. Scoppiai a ridere. Mia figlia era proprio buffa!
- Hey! Che c'è da lidele mama!- mi rimproverò lei infastidita
- Nulla, tesoro. Sei bellissima- la rassicurai con un sorriso.
- Vero, sei la mia principessina- confermò Logan sorridendole.
Salimmo sul taxi che ci portò fino all'aeroporto e, dopo aver ringraziato l'autista e averlo pagato, ci dirigemmo verso il nostro gate in attesa del check in. Mentre aspettavamo che ci chiamassero per il nostro volo, chiaccherai con Logan mentre Elizabeth era intenta a giocare con la sua Barbie preferita.
Avevamo deciso che la nostra meta per le vacanze estive sarebbe stato un giro delle isole greche più celebri: Rodi, Creta, Cefalonia, Santorini e Mikonos.
La mia piccola Elizabeth era così felice quando glielo avevamo annunciato che mi aveva chiesto se partivamo proprio quel giorno e, poi ci era rimasta male, quando le avevamo cominciato che avrebbe dovuto aspettare ancora un mese alla vacanza.
Finalmente, dopo un'ora e mezza buona, ci chiamarono e ci fecero salire sull'aereo in prima classe.
Io mi sedetti e, mentre la mia bambina stava ancora giocando - o meglio, massacrando- con la povera bambola, io mi addormentai sul sedile con Logan accanto.
Fui svegliata da una voce all'altoparlante dell'aereo che ci comunicava che saremmo arrivati a destinazione da lì a quattro ore.
Mi girai per controllare come stesse Elizabeth e notai che stava dormendo profondamente, tenendo tra le mani la Barbie.
All'improvviso aprii gli occhi e, quando mi vide, le sorrisi.
- Mama, ma stiamo andando in Paladiso? Ci stiamo metendo così tanto!- mi chiese stupita ed io sorrisi per la sua magnifica innocentezza.
- Bhe', non è proprio il Paradiso dove vai quando diventi un angioletto, ma in quanto a bellezza non è poi così diverso, tesoro- le spiegai e lei mi abbracciò con le sue piccole manine paffute. Io la strinsi a mia volta felice.
Ero felice e, questa volta, lo ero davvero e con le persone che amavo di più al mondo.
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STRANGE PASSENGERS (Alexandra Daddario x OC/fem)
FanfictionIn una notte buia, una ragazza stava camminando per le strade di New York in cerca di un modo per scappare da tutto e da tutti. - Sai, noi siamo come dei passeggeri su una macchina e la macchina è la vita. Non importa se la macchina su cui stiamo vi...