Heather.
Così si chiamava una ragazza di altezza modesta ed una corporatura da invidiare. Aveva lunghi capelli color dell'ebano, occhi a mandorla del medesimo colore, la pelle diafana.
Il suo carattere freddo e cinico la rendeva la bulla per eccellenza, considerata per molti la più bella della scuola, la più popolare, ma per tanti altri un incubo, il diavolo fatto in persona. Se ti prendeva di mira, potevi star certo che la tua vita scolastica non avrebbe avuto mai un lieto fine.
Oltre a tutto ciò lei era capo indiscusso delle cheerleader e campionessa di ogni dibattito presente a scuola.
Le piaceva essere temuta e rispettata, adorava comandare e amava sentirsi potente.LUNEDÌ MATTINA
Heather si finì di preparare.
Le ci erano volute ben due ore per decidere accuratamente cosa mettersi; la sua scelta ricadde su un top rosso, che lasciava intravedere metà ventre, sandali del medesimo colore e shorts beige.
Non essendo riuscita a truccarsi come avrebbe voluto, –per colpa di quella dannata sveglia che non suonava mai quando doveva– decise di mettersi degli occhiali da sole firmati Ray-ban per coprire le occhiaie.
Prese velocemente la sua borsa e senza fare colazione si diresse fuori.
Le ci volle poco per capire che quel giorno il fato non era dalla sua parte: dopo solo qualche passo, una goccia le cadde in testa seguita poi da molte altre sempre più abbondanti.
Maledizione, mi si rovinerà l'acconciatura, imprecò dentro di sé. Bastò poco affinché la sua espressione cambiasse radicalmente, non appena riconobbe da lontano una figura familiare.
Una ragazza vestita di nero, che aspettava alla fermata dell'autobus, impaziente.
“Ora ci divertiamo!” pensò sghignazzando Heather, vedendo quella nullità sussultare non appena la intravide.
-Ma guarda un po' chi c'è. La cara Gwen! Vedo che sei sola... come al solito del resto.-
-Sfortunatamente ora non più per colpa tua. Stammi lontana Heather! Oggi non è giornata.-
-Povera illusa! Ti ho già detto tante volte di non provare a dirmi cosa devo o non devo fare... ti è chiaro il concetto o ti serve un disegnino?!- disse autoritaria e, in uno scatto d'ira, prese il polso della dark stringendolo fino a farle male.
-Lasciami!- riuscì solo a dire la ragazza presa dal dolore già procurato dalla stessa persona solo qualche giorno prima, dove ormai era comparso un enorme livido.
-Come vuoi!-
In un impeto di stizza, la lasciò, scaraventandola per terra, dritta in una pozzanghera.
-Quasi dimenticavo... Siccome oggi sono a piedi e di prendere quell'insulso autobus con voi sfigati non mi va, devi darmi il tuo ombrello.-
Gwen appena rialzata e bagnata fradicia, riuscì a riprendersi.
-Stai scherzando, spero. Io ne ho bisogno!-
-Non ti lamentare. Sono io quella che dovrà andare in giro con quell'obbrobrio!- disse indicando l'oggetto in questione.
-E ora, se mi permetti, rischio di arrivare in ritardo!- esclamò afferrando l'ombrello nero dalla mano di Gwen senza troppi complimenti e buttando giù per la seconda volta la ragazza.
Che abbia inzio la giornata, ghignò Heather allontanandosi sempre di più dalla sua vittima giornaliera....
Ok, sono tornata con un'altra demenziale FF su A tutto reality.
Anche se in questa storia non è mai esistito.
Spero che l'inizio possa ispirarvi.
Commentate e fatemi sapere se ci sono errori o cose del genere e soprattutto se vi piace l'idea!
Baci,
Ila♡
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La bulla, la secchiona e l'emarginata
FanfictionTre ragazze completamente diverse una dall'altra. Un solo destino che unirà le loro vite. Sarà un bene o un male? «Ti aveva regalato rose bianche pensando di essere originale. In realtà a te piacciono quelle rosse, perché, che tu lo voglia ammetter...