"-Colore preferito?-
-Blu notte.-"
~Trent e Gwen~Alejandro si sedette su una panchina, sbuffando e implorando pietà al suo ginocchio, gli faceva davvero male!
-Si può sapere che hai fatto?-
-Nulla, avevo voglia di schiantarmi contro un albero e sbucciarmi la gamba!-
-Uh, suscettibile...-
-Senti chi parla! Non posso nemmeno nominare Gwen o mia cugina che inizi subito a dar di matto!-
Heather alzò un sopracciglio, a dir poco irritata per il comportamento poco educato da quello che sarebbe dovuto essere il suo ragazzo.
Prese la borsa e si alzò di scatto; non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da qualcuno, tantomeno da lui!
Che imbecille, si preoccupava e Alejandro faceva il sarcastico, roba da matti!
-Scusa...- sentì dire poco distante da lei.
Si voltò di scatto per assicurarsi che il latino non avesse picchiato anche la testa, e avesse riscontrato danni cerebrali.
Quest'ultimo, notando l'espressione stranita della compagna, non poté fare a meno di ridere.
-Josè mi fa spesso alterare, non volevo risponderti male.-
-Josè è il solito ragazzo montato che pensa di avere tutto e tutti ai suoi piedi. Perdi meno tempo a guardare Duncan che prova ad imparare la matematica che a star sentire le stupidaggini di lui- rispose più verso a se stessa che al suo interlocutore.
Dio, solo in quel momento capì di essere l'esatta copia di José. Lei si atteggiava allo stesso modo, era diventata ciò che da piccola aveva sempre odiato. Infondo, tutto quadrava, dato che, non era mai riuscita ad amarsi.
Era dimagrita, aveva tolto quello stupido apparecchio, aveva allungato i capelli, migliorato la sua immagine e rafforzato il suo carattere, già, ma a quale prezzo?
Ogni volta che osservava il suo riflesso allo specchio, sentiva le voci del passato, dei bambini che la deridevano, di José che la umiliava davanti a tutta la scuola.
Ogni dannata volta, si imponeva di vedersi bella, e, soprattutto, felice.
E, ogni maledetta volta, quello specchio finiva per cadere per terra e lei falliva miseramente.
-Heather, va tutto bene?-
Forse perché era sovrappensiero, forse perché era abile a non emettere neanche un suono, Alejandro le si era avvicinato, riducendo la distanza che si era creata.
L'asiatica alzò lentamente lo sguardo, in modo da poter vedere gli occhi di lui, caratterizzati da quel rarissimo verde smeraldo che ti ipnotizzavano facendoti rimanere di ghiaccio.
Lui però non sapeva che, in realtà, quel ghiaccio, lo stava sciogliendo come un iceberg in mezzo all'oceano sotto un sole cocente.
-Tu... Tu mi vedi bella?- se ne uscì di tutto punto, spiazzando l'argentino, che non perse tempo a rispondere.
-È uno scherzo? Ovvio che sei bella!-
Alejandro non riusciva proprio a capire quella domanda insensata.
-E se avessi qualche kilo in più, i capelli spettinati e l'apparecchio, diresti ancora che sono bella?- riprovò, sentendosi gli occhi pizzicare e mettendo alle strette il compagno.
Fu lui, tuttavia, a stupirla, con un solo e semplice sorriso.
Perché sorrideva? Forse la stava immaginando e la vedeva tanto buffa?
-Io e mio fratello non abbiamo fatto la stessa scuola alle medie, però, qualche volta, capitava che i nostri genitori passassero a prendere prima me e poi lui. Un giorno, io ero in macchina ad aspettarlo, e, mentre usciva, ho visto che dietro di lui c'era una ragazza, discutevano e lei aveva le lacrime agli occhi. Aveva i capelli legati in una coda, un fisico normalissimo e un viso dai lineamenti delicati. Ancora non ti conoscevo, solo ora ho collegato il tutto- le raccontò, mentre le spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
La baciò a stampo, con calma e al tempo stesso con desiderio.
Quando Heather riaprì gli occhi, il sorriso di Alejandro non era ancora scomparso, mentre con una mano le accarezzava la guancia.
-Io so chi sei, Heather Wilson, e sei bella in qualsiasi parte di te.-~~~
Courtney Barlow aveva molte qualità, ma la pazienza non era tra quelle.
Infatti, continuava a picchiettare il piede, in attesa di una risposta. Quella risposta.
-Duncan, ci sei? Mi vuoi rispondere o no?!-
L'interpellato cercò di deviare l'incrocio di sguardi il più possibile, non era mai stato bravo a parole e quando stava con Courtney, si sentiva un vero e proprio imbecille.
Lei era intelligente, sveglia e sempre pronta ad agire nel bene delle regole o per i suoi interessi.
Lui era tutto l'opposto, svogliato, ribelle e presuntuoso con chi non gli andava a genio.
Il suo flusso di pensieri sembrò infastidire parecchio la secchiona, che iniziò ad insultarlo mentalmente in tutte le lingue possibili.
-Se ti dicessi che ho provato qualcosa, per te cosa cambierebbe? Infondo, sei stata tu stessa a dirmi che siamo incompatibili, o sbaglio?-
La ragazza si irrigidì all'istante, probabilmente perché non aveva fatto i conti con se stessa e con ciò che realmente provava per il punk.
Tuttavia, l'idea che Duncan avesse provato qualcosa per lei dopo il bacio, la portava al settimo cielo, facendole battere il cuore più forte del normale, e aumentando la sua temperatura corporea.
Era quello essere innamorati? Non avere altro per la testa se non lui?
Ogni cosa che faceva le veniva spontaneo chiedersi cosa avrebbe fatto Duncan al suo posto, come se le sue azioni dipendessero dalle scelte di lui.
Un raro color rossastro dipinse le sue gote, tendenzialmente olivastre mentre cercava di far uscire fuori il coraggio che da sempre le apparteneva.
-Dicono che dagli errori si impara. E io ho imparato che gli opposti possono attrarsi, senza respingersi.-
Duncan non riuscì a trattenere un sorriso, anche in quei momenti, l'indole da cervellona non la perdeva.
Fu questione di pochi secondi, quando sentì due braccia esili aggrapparsi al proprio collo e delle labbra delicate appoggiarsi sulle sue.~~~
Corse, corse via a perdifiato senza mai fermarsi, in quella giornata in cui pure il cielo pareva del suo umore: nuvoloso con una leggera pioggia a bagnarle il viso, già ricoperto da lacrime.
Inciampò varie volte prima di riuscire a sedersi su una panchina per riprendere il controllo del suo corpo.
Li aveva visti, uno di fronte all'altra, a baciarsi spudoratamente nel corridoio della scuola e lì, non ci aveva più visto.
Al diavolo le lezioni, l'amicizia, i compagni... Al diavolo tutto.
Era di nuovo sola con i suoi sentimenti, il suo stupido diario, e il suo stile gotico.
Il suo pianto cominciò ad aumentare, fino a diventare singhiozzi strozzati.
Come aveva potuto? Come?!
Forse era lei troppo ingenua, troppo debole e troppo sciocca per riuscire ad affrontare quella vita.
Il suo sguardo era talmente perso nel vuoto, che non si accorse di essere stata riparata sotto un ombrello, percepì la presenza solo quando si sedette accanto a lei.
-Trent!- urlò, sobbalzando.
-Scusa Gwen, non volevo spaventarti, ma ti ho vista piangere e pensavo ti servisse supporto- le sorrise il giovane chitarrista, asciugandole le lacrime.
-Grazie...- ricambiò, poggiando il capo sulla sua spalla.
-Oggi è ritornato mio papà e già da lì ho intuito che sarebbe andato tutto storto- mormorò, tirando su col naso.
-Non sei felice di rivederlo?-
Gwen trattenne una smorfia, prima di rispondergli per spiegargli la situazione.
-Lo sarei, se non avesse scontato una pena per guida in stato di ebbrezza. In quel periodo i miei non andavano d'accordo e lui si faceva trascinare dall'alcool facilmente. So che adesso il loro rapporto è migliorato, mia madre gli è sempre stata accanto, però nessuno potrà cancellare il tempo perso con me e mio fratello. Entrambi ci stiamo male e...- fece una lunga pausa, prima che Trent la aiutasse.
-Mi dispiace, ma vedi il lato positivo... Potete ritornare ad essere la famiglia di prima, ritornare a trascorrere momenti insieme e sono sicuro che non farà più la sciocchezza che ha fatto in passato. Devi essere contenta, non piangere...- le sussurrò, riuscendole a strappare un sorriso.
-Hai ragione. Solo che... non stavo piangendo per quello. Volevo raccontare questa notizia a Court, nonostante il rapporto sia un po' cambiato, volevo la mia amica vicino a me.-
-E cos'è successo?- la invitò a proseguire, circondandole le spalle con il braccio.
-Ho visto che si baciava con Duncan...-
Di nuovo, si mise le mani davanti al viso, per soffocare l'ennesimo pianto.
-Oh...- fu tutto ciò che seppe dire Trent in quel momento, mentre sentiva il suo cuore frantumarsi in mille pezzi.
-Scusa, so di essere pesante.-
-Non ti preoccupare, capisco perfettamente come ci si sente quando l'amore non è ricambiato...- le confessò, abbracciandola....
Scusate l'ennesimo ritardo, ma in vacanza mi andava poco Internet e a inizio settembre dovevo studiare.
Spero che il capitolo vi piaccia! Piano piano si stanno scoprendo le vite private di ogni personaggio!
Fatemi sapere, mi raccomando!
Baci,
Ila
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La bulla, la secchiona e l'emarginata
FanfictionTre ragazze completamente diverse una dall'altra. Un solo destino che unirà le loro vite. Sarà un bene o un male? «Ti aveva regalato rose bianche pensando di essere originale. In realtà a te piacciono quelle rosse, perché, che tu lo voglia ammetter...