Amazzoni

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"Adesso mi temono, e fanno bene. Gliela farò pagare alla grande per aver tentato di eliminarmi, e poi... annienterò Alejandro per dessert!"
~Heather~

Courtney chiuse il libro che aveva tra le mani ormai da diverse ore.
In quei giorni faticava a concentrarsi, per colpa della sua mente altrove, precisamente su qualcuno in particolare... Duncan.
Ripercorreva i momenti trascorsi insieme a lui, a urlargli contro, a litigare, ma anche a scherzare e a ridere come mai aveva fatto in vita sua.
Tutto sommato, la punizione che le aveva assegnato la preside era andata meglio del previsto, nonostante i continui disaccordi, lui aveva il dono di distrarla dai suoi problemi con la famiglia, altro chiodo fisso nella sua testa.
Come se non bastasse, spesso le capitava di fare sogni bizzarri, anzi, a dirla tutto, era lo stesso con immagini sempre più vivide di lei da piccola.

~∆~∆~

Si trovava in macchina, nel sedile posteriore e su un seggiolino, scrutava dal finestrino il paesaggio che le scorreva veloce ai suoi occhi e intanto canticchiava qualcosa di incomprensibile.
Di tanto in tanto, girava lo sguardo in direzione di due figure davanti a lei, una femminile e l'altra maschile, sorridenti e ansiose al tempo stesso.
-Andrà tutto bene.-
Era la frase che la donna le ripeteva, l'ultima, prima che tutto diventasse scuro alla sua vista e il veicolo frenasse bruscamente, senza successo.

~∆~∆~

Courtney scosse il capo, scacciando quelle immagini insensate nella sua mente.
Forse era un sogno premonitore, un incubo, un ricordo...
Si diede della sciocca da sola, per le sue assurde ipotesi. Era l'influenza di Duncan che le giocava brutti scherzi, sicuramente.
Sentì la suoneria del telefono vibrare per segnalarle l'arrivo di un nuovo messaggio.
Parli del diavolo, pensò sorridendo sconsolata, non appena notò il destinatario:

Stasera ceniamo fuori? C'è un nuovo ristorante in zona.
D.


La ragazza si arrese all'atteggiamento così diretto del punk, senza giri di parole o complimenti vari, escludendo il nomignolo 'principessa'  che le affibbiava qualche volta per farla innervosire, il che non lo rendeva affatto un complimento.

Per "nuovo ristorante" intendi il McDonald che ha aperto da poco vicino a scuola?

Mi conosci bene... Però offro io!

Non sia mai che spendi tutti i tuoi risparmi per me.

Per una principessa questo ed altro!
Passo a prenderti alle 20.00.

Non ho mai detto di sì!

Ora l'hai fatto... Mi raccomando, sii puntuale!

Da che pulpito...

Courtney sospirò, rassegnata ma sorridente: forse uscire era la scelta giusta per dimenticare i problemi.

~~~

-Quindi il tuo colore preferito è il blu notte?-
Trent e Gwen percorrevano le strade di Toronto, senza una meta precisa, beandosi del leggero venticello che sfiorava i loro visi e scompigliava i capelli.
-Sì- confermò la ragazza dopo aver inspirato a pieni polmoni e riaperto lentamente gli occhi.
Sembrava così surreale potersi godere una simile pace, non era abituata, assolutamente.
La sua vita era sempre stata un continuo nascondersi dagli altri, stare in solitudine ed essere scontrosa a prescindere dalla persona che osava parlarle o rivolgerle uno sguardo di troppo.
Quell'anno era iniziato uguale dagli altri precedenti, eppure, contro ogni sua previsione, si sentiva diversa, oserebbe dire migliore.
Fosse per l'influenza di Courtney, l'amicizia con Duncan, o lo strano incontro con Trent, sapeva che una parte di se stessa era stata disposta ad aprirsi dopo tanto tempo.
Non poteva far altro che domandarsi se era quella la felicità di cui molti parlavano.
-Ma non ha senso! Il blu è già un colore scuro, che differenza fa con quello della notte?- ribatté il chitarrista al suo fianco.
-Se avrai voglia di stare ancora con me, ti dimostrerò che la notte è unica ed è giusto che abbia un colore tutto suo, senza sfumature né miscugli.-
Trent sorrise inconsciamente, sentendo il suo cuore fare le capriole e il suo battito accelerare.
-Perfetto, allora sarò felice di farti compagnia ancora per un po'- rispose gentilmente, facendo arrossire Gwen, resasi conto di avergli chiesto implicitamente di restare.
-Scusa! Non intendevo... Cioè se non vuoi...-
-Ehy, va tutto bene! Starei ore qui con te, davvero... È tutto ok- le mise la mano sulla spalla per incoraggiarla e metterla a suo agio.
Tuttavia, la mente di Gwen accumulava sempre più pensieri e incertezze. Nessuno era mai stato tanto dolce con lei, soprattutto per via del suo carattere distaccato e scostante. 
-Come va la vista? Meglio?- cambiò repentinamente argomento, pregando che non la odiasse per questo. Era la prima cosa che le era passata per la mente, nonostante fosse consapevole che non era stata una delle sue migliori mosse.
Trent però, la rassicurò ancora una volta, sorridendole tranquillamente.
-

Molto meglio! Adesso mi è meno difficile andare in giro. Fortuna che non è stato un grave incidente come si pensava.-
-Incidente?-
-Sì, quasi un anno fa un signore mi ha preso in pieno con la macchina, mentre attraversavo. Era notte e molto probabilmente non si era accorto di me- mormorò, perdendosi nei ricordi.
-Mi dispiace...-
Abbassò il capo, certa di aver commesso l'ennesima gaffe nel giro di pochi minuti.
-Ora è tutto passato. Mi sono traferito qui da solo per rifarmi una vita e sto bene.-
-Ammiro il tuo ottimismo, io non penso sarei stata così forte da continuare- confessò Gwen, puntandogli lo sguardo addosso.
-Da quel che mi hai raccontato, hai superato di peggio. A volte le parole ti rimangono più di certi incidenti. Tu lotti tutti i giorni, Gwen, inconsapevolmente. Sei... sei come un'amazzone- le rispose deciso, facendole sgranare gli occhi.
-Un'amazzone? Io?-
-Sì, sei una magnifica guerriera- affermò Trent, ancora più convinto, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, per poi accarezzarle delicatamente la guancia rosea.

~~~

-Visto! Cosa ti dicevo?! Tra quei due c'è del tenero!- sputò acida Heather, lontana metri di distanza da Gwen e Trent.
-Chica, credo tu sia un po' troppo ossessionata da lei- rise Alejandro al suo fianco, metre si sedeva comodamente al tavolino di un bar insieme alla compagna.
-Dico sei impazzito? Non ho nulla da invidiare a quella!-
-Non ho mai detto questo- ghignò, divertendosi a coglierla alla sprovvista.
-Beh, che io sappia, Gwen è di reciproco interesse- puntualizzò, abbassando la voce e lanciando occhiate di sfida. -Certo, a meno che tu non voglia... perdere- si avvicinò al suo orecchio, percependo tutto il suo astio nei suoi confronti.
-Oh, io non mi preoccuperei di questo. Gwen è una ragazza fragile e facilmente manipolabile.-
Partì un'altra risata ad interrompere il dialogo, quella volta, però, da Heather.
-Sembri molto sicuro di te.-
-Lo sono.-
-Perderai. E José sarà pronto ad umiliarti, per l'ennesima volta.-
-Cosa ti fa credere ciò?-
Alejandro detestava l'idea di perdere, ancor di più se si trattava di suo fratello. Viveva per umilarlo e Heather pareva la copia esatta di lui al femminile.
-L'evidenza che sottovaluti Gwendoline. O meglio, sottovaluti altri fattori.-
Fece cenno con il capo, indicando Gwen e Trent sorridenti e spensierati come se si conoscessero da una vita.
-Lei è disgustosamente fedele e giusta, e se succederà qualcosa tra loro due, puoi star certo che un bacio non ti basterà per farla diventare tua. Ti allontanerà presa dai sensi di colpa. Quindi, o cambi ragazza o cambi strategia- concluse spavalda, godendosi il suo frappé alla fragola, appena servito.
-Osservi molto le persone.-
-A dir la verità, sono un'ottima osservatrice. Scruto la gente per capirne i punti deboli e quelli più forti, se mi è utile o meno. Ad esempio, se Courtney non fosse tua cugina, l'avresti già ai tuoi piedi e corrispondi al ragazzo ideale per la sua famiglia. Anche se, potremmo sfruttarla a nostro vantaggio.-
-Stiamo parlando di mia cugina! E sicuramente si accorgerà che la inganniamo!- esclamò Alejandro, allibito.
Sapeva che stava architettando qualcosa e lui non era il tipo che tralasciava certi dettagli.
-La parente è tua, non mia. Io devo vendicarmi, e per farlo mi serve lei.-
Gli mostrò uno dei suoi ghigni migliori, rammentandosi della sera precedente, a casa di Gwen.
-Che hai combinato?- alzò un sopracciglio, curioso.
-Quando smetterai di fissare la cameriera, forse te lo dirò- incrociò le braccia al petto, riducendo gli occhi a due fessure. Era da dieci minuti che l'attenzione del latino si era spostata da lei a quella sguattera!

...

Aaah, l'amour!
Capitolo di coppie oggi!!
Vi è piaciuto?!
Sinceramente mi sembra venuto abbastanza decentemente e credo sia uno dei miei preferiti.
Poi il titolo già dovrebbe dir tutto!
È vero, il termine "amazzone" viene citato solo da Trent per Gwen, ma l'ho messo al plurale perché ritengo che tutte e tre stiano combattendo le loro battaglie, soprattutto personali.
Le ritengo quelle con maggior carattere e forza.
Detto questo, commentate e lasciate una stellina se vi va :)
Baci,
Ila

La bulla, la secchiona e l'emarginataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora