Bugie

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E fu così che, in un millesimo di secondo, la porta cigolò alle spalle di Heather e Alejandro, rivelando la figura snella e pallida di una Gwen alquanto stupita e confusa. Troppo per poter ragionare in un momento simile.
Fu Heather a prendere parola.
-Che ci fai tu qui?!-
La dark, dal canto suo, avrebbe voluto scappare e rifugiarsi in un posto sperduto dove nessuno poteva trovarla o torturarla fisicamente e psicologicamente ogni santo giorno. Ma le sue gambe, le impedirono anche solo di muovere un muscolo. Mentre i suoi occhi non riuscivano a distogliere lo sguardo dalla sua nemica. Già, la stessa persona che la prendeva in giro da anni, la stessa persona che la derideva in pubblico e in privato, anche tramite messaggi, insultandola fino a farla dubitare della sua esistenza, la stessa persona che le si stava avvicinando e le stava afferrando un polso, proprio in quel preciso istante, urlandole contro.
-Allora?! Rispondi! Ci stavi spiando per caso?-
E ora? Che doveva dire?
Scosse la testa.
Per una volta, voleva avere lei le redini del gioco. Per una volta, voleva provare una sensazione diversa dalla solita sofferenza e depressione.
-No. Ma penso che- cominciò, divincolandosi dalla forte presa-Courtney sarebbe molto interessata alla finta relazione di suo cugino, con una ragazzina viziata ed egoista come te.-
Non ci volle molto per vedere la sua faccia girarsi di lato, a causa dello schiaffo dato da Heather. 
-Come hai osato...-
Gwen, già preparata mentalmente al prossimo colpo, ringraziò il ragazzo argentino per essere riuscito a fermarla in tempo.
-Che fai?!-
-Mantieni la calma, Heath. Le maniere brutali tienile non servono a niente. Adesso l'unica cosa da fare, è parlare civilmente.-
Non una sola nota di rabbia uscì dalla bocca di Alejandro che, inspiegabilmente, venne ascoltato dalla mora, guadagnandosi comunque una smorfia di disapprovazione.
-Bene. Ora, Signor Buone Maniere, te la sbrighi tu con lei. Io me ne vado giù!-
E con questo, sbattè la porta, lasciando i due ragazzi soli.
Gwen lo osservò con ancora gli occhi velati dalle lacrime di poco prima.
Dettaglio che non sfuggì a lui.
-Ti ha fatto così male?- chiese, un po' preoccupato.
-Come? Oh no... Non stavo piangendo per lei, era per D... Nessuno. Nessuno...- mormorò, ritornando con il capo abbassato.
Alejandro aggrotta la fronte: che cosa gli stava nascondendo?
-Avanti, parlane liberamente. Puoi fidarti di me- tentò di spronarla, avvicinandosi, facendo coincidere ancora una volta i loro sguardi.
-Non penso sia il caso. Non vedo poi perché ti dovrebbe interessare.-
-Come perché? Siamo amici. E gli amici servono a questo. Ad aiutarsi a vicenda... Sbaglio?- chiese con fare fintamente ingenuo.
Gwen ci rifletté su. Infondo anche Courtney era sua amica, a cui raccontava tutti i suoi problemi e le sue incertezze. Ma adesso che proprio Courtney, involontariamente, era diventato un problema a causa di Duncan, non poteva che tenersi tutto per sé. Come faceva un tempo quando ancora non si conoscevano.
Però Alejandro aveva appena affermato che tra loro c'era un legame, un'amicizia, allora perché non tentare? Forse l'avrebbe capita.
Si morse il labbro, nervosa. Fidarsi o no?
All'argentino bastò un'occhiata, per capire quale decisione aveva preso.
Sorrise dentro di sé, vittorioso.
-Il fatto è che...- iniziò sospirando e andandosi a sedere sul letto, -non mi sono mai interessata ai ragazzi, siccome so già cosa pensano sul mio conto, sul mio modo di vestire e di comportarmi...-
-Ma...?-
-Ma Duncan è diverso da tutti gli altri. Lui non ti giudica, sta sempre sulle sue e non si mischia alla massa solo per farsi vedere. E sto male a vederlo sempre accanto a Court...-
Alejandro, trattenendo uno smorfia, si fece spazio accanto a lei, domandandosi cosa avesse di tanto speciale un punk dalla cresta verde con più piercing in viso che calzini da mettere. E inoltre... Anche su una come Heather aveva un certo ascendente. Il che, lo irritava parecchio. Non per gelosia, fosse chiaro, ma perché riteneva l'asiatica, a primo impatto, una che aveva una compagnia di amici esclusivamente pari a lei, di una certa classe.
Certo, popolare era popolare, e questo era un dato di fatto, però con nessuno dei compagni passava tanto tempo nell'arco della stessa giornata.
Sorrise amaro.
Certo, nessuno a parte Duncan.
-Va tutto bene?- domandò Gwen, notando la sua mente persa nel vuoto. In realtà, la sua mente era tutt'altro che persa: ragionava. Ragionava, fino a trovare un piano.
Ghignò, ritornando in sé.
-Scusa... Te l'avevo detto che ti saresti annoiato con i miei discorsi e...-
-No. Affatto! Anzi, ti dirò: penso di avere la soluzione giusta, amica mia.-

~~~

Heather scese dalle scale a passo felpato, irritata e infuriata.
Irritata per colpa di quello stupido argentino che ora, per casualità del destino, si ritrovava costretta ad avere come fidanzato, che aveva osato mettersi d'intralcio. Ah, i nervi a fior di pelle! Se la legava al dito, eccome se se la legava!
Nessuno. Nessuno doveva permettersi di interromperla.
E Burromuerto non faceva certo eccezione.
Infuriata. Sì, era anche quello. Non aveva avuto modo di conciare per bene quella darkettona che non meritava neanche di calpestare la terra su cui camminava, talmente insignificante.
Si arrestò un attimo, mentre la sua mente tornava indietro rammentandole che, propria quella darkettona, adesso che era a conoscenza del suo, del loro, segreto, avrebbe potuto rovinare tutto. Tutto.
Maledizione!
-Come mai così pensierosa?-
-Vattene. Non è il momento, Duncan!- gli grida addosso.
-Ho capito... È uno di quei giorni, vero?- chiese, sistemandosi il ciuffo e trattenendo a stento una risata.
Lei sgranò gli occhi, digrignando i denti e chiudendo le mani a pugno.
-Lascia perdere! Ma dove diavolo è finito quell'idiota?!- sbuffò, tamburellando con il piede destro impaziente.
Infondo, che aveva da dire a una nullità?
Non che fosse interessata a cosa faceva, ma il fatto che passasse più tempo con Gwendoline, vista la loro inspiegabile amicizia dopo le loro interviste, la rendeva nervosa.
Dopotutto, non era forse lei la sua ragazza? Reale o no, dovevano almeno essere credibili!
-Parli di Stupidandro?-
-Di chi se no? Aspetta... Come lo hai chiamato?- domandò, calmandosi per almeno quel breve frammento di tempo.
-Stupidandro- sorrise soddisfatto.
-Me lo appunto. Vediamo se gli dà più fastidio quello o essere chiamato Al- ghignò.
-Già... Comunque perché ti importa tanto dov'è?- tentò di nuovo l'amico, peggiorando la situazione e riportando Heather allo stato d'umore di poco prima.
-Oh, fammi pensare... Forse perché Gwen sa del nostro segreto?! Spero solo per lui che abbia sistemato le cose e che l'abbia convinta a tacere- si lasciò sfuggire attirando l'attenzione della persona meno indicata in quella circostanza. Anche se, a dirla tutta, chiunque lo sarebbe stato.
-Scusate, state parlando di Gwen?-
Heather e Duncan si girano all'unisono, rabbrividendo: Courtney era dietro di loro, confusa.
-Perfetto. Questa serata va di bene in meglio!-
-Ciao principessa! Da quanto tempo, eh?- le fece l'occhiolino il punk, facendole roteare gli occhi al cielo.
Che aveva fatto di male? Dio solo lo sapeva.
-Da troppo poco, direi.-
Si girò verso l'altra, lanciandole uno sguardo accusatorio.
-Tornando a noi. Cosa stavate farneticando?- incrociò le braccia al petto, ponendosi nella stessa identica posizione di Heather.
-La mamma non ti ha mai insegnato a non origliare?-
-Oh, sì. E mi ha anche insegnato a non prendere confidenza con gli idioti-, fece una pausa, dando una fugace occhiata a Duncan. -Ma, come puoi vedere, non tutto si può evitare.-
-In ogni caso, non è affar tuo.-
-Discutevate di Gwen. È mia amica e non permetto che le si sparli dietro come sei abituata a fare tutta la giornata!-
La cheerleader la osservò dall'alto al basso, con aria di superiorità e spavalderia.
-Credi davvero che una così, possa essere al centro dei miei pensieri?- le rise in faccia.
-Non ti facevo tanto ingenua, Barlow. Ciò di cui parlavamo io e Duncan, rimane tra me e lui. Che sia Gwendoline, che sia questa inutile festa, che sia cosa mangio domani, a te non deve fregare nulla. Nulla.-
Courtney stava per ribattere, seccata come non mai dal suo caratteraccio, dal suo atteggiamento, quando, da dietro, notò la sua amica e suo cugino avvicinarsi a loro.
Capendo l'atmosfera che si doveva esser creata in loro assenza, Alejandro cercò di ricavarne spiegazioni.
-Che succede qua?-
Già, pensò la secchiona, sarebbe curiosa di saperlo anche lei...
Heather si morse il labbro.
E adesso?

....

E adesso mi inventerò qualcosa per continuare!
Anche se la vedo dura, visto che sono riuscita a beccare l'influenza. Ovviamente non mi ero ammalata abbastanza durante l'anno. Ovviamente.
Vabbe, tornando a noi... La storia si fa sempre più complessa tra i personaggi... Pensate un po' se ne spuntasse qualcun'altro ;)
Non dico nulla.
Lascio a voi i commenti!
Baci,
Ila

La bulla, la secchiona e l'emarginataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora