Imprecisa

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Borsa, cellulare, auricolari, chiavi, un libro in caso di 'emergenza noia'... Aveva preso tutto, no?
Ecco come, in una giornata autunnale, Courtney Barlow, si decise ad accompagnare l'amica e, per suo malgrado, anche Heather, agli allenamenti dei ragazzi intervistati abitualmente dalle due.
Ad attenderla però, si aggiunse una piccola, irrilevante pecca: Duncan.
“Possibile che quel tipo non abbia mai nulla da fare?!” pensò, squadrandolo appena uscita da casa sua.
-Ricordami perché mi sono dovuta scomodare tanto, allungando ulteriormente la strada, solo per andare a prendere la principessa saccente, che per la cronaca, stento a sopportarla...- sussurrò Heather all'orecchio dell'amico, preso ad osservarla in ogni minimo particolare.
La pelle olivastra, risaltata dalla camicetta bianca, coperta da un golfino tendente al beige, esageratamente pesante per quella stagione. Gli occhi neri, da cerbiatta, resi ancora più grandi e penetranti, dall'effetto del mascara, e dalla leggera matita che li contornava. I capelli sempre così ordinati e curati, tanto che nemmeno il vento poteva permettersi di sfiorarli.
E poi, il suo sorriso era...
-Ehy! Sto parlando con te!-
Ancora una volta, i suoi pensieri vennero interrotti bruscamente dalla voce imperiale della Wilson, che pretendeva sempre che le si rispondesse. Tutto ciò che voleva, otteneva.
Una delle poche certezze che Duncan aveva imparato nella vita.
E, forse, anche la loro amicizia la poteva considerare tale, nonostante mai lo avrebbe ammesso.
-Sì, ci sono. Scusa ma...-
-Scusa? Hai appena detto... Baaarlow, che razza di lavaggio del cervello gli hai fatto per renderlo così schifosamente educato?!- sbraitò, guardando dietro di sé, nel punto in cui lei e Gwen stavano parlando, o meglio sorridendo.
Detestava vedere la gente così spensierata, le ricordava costantemente quello che lei non sarebbe mai stata: felice.
Il punk si irrigidì all'istante. Lui,  educato?
Non poteva averlo detto veramente. Non poteva!
-Sapevate che a Heath piacciono le penne con i brillantini?!- esclamò causando sguardi sbalorditi, succeduti poi da intense risate.
-Come?! Non è vero!- negò la corvina, pur sapendo di star mentendo persino a se stessa.
-Va bene, se la metti così... Eravate a conoscenza dell'affetto smisurato che Nelson prova verso ogni specie di animale? Che ne so... Tipo questo adorabile coniglietto?- disse ghignando, tirando fuori il suo telefono, mostrando alle ragazze una foto di lui, immortalato, mentre prendeva tra le braccia un batuffolo bianco dalle lunghe orecchie del medesimo colore.
Gwen e Courtney tornarono presto a ridere, non immaginandosi certo delle rivelazioni così scottanti e intime da parte dei due.
In tutto quel lasso di tempo, Duncan, rivolse una sguardo sbalordito e furioso all'amica. Ex amica.
-Sei consapevole che stai giocando con il fuoco, vero?- la minacciò, sotto sotto divertito pure lui.
-Oddio, sto tremando dalla paura!- gesticolò teatralmente Heather con le mani, fintamente intimorita.
-Ok, sappi solo che... l'hai voluto tu!- esclamò prima di prendere al volo l'iPhone dell'asiatica e iniziare a correre come mai in vita sua.
Dal canto suo, la mora, partì all'inseguimento.
Come osava sfidarla?

~~~

La secchiona e la gotica assisterono alla scena, senza proferire parola.
Non si vedeva tutti i giorni una Wilson così socievole, e un Nelson così scherzoso.
Certo era che, Heather, essendo la studentessa più popolare del liceo, aveva il suo gruppetto con cui stare, ma mai l'avevano potuta osservare in una prospettiva differente dalla solita bulla, bella, affascinante e menefreghista.
Ciò che si presentava davanti a loro, era una semplice ragazza, dall'apparente distacco e indifferenza nei suoi occhi, che in realtà celavano tutt'altro che sfrontatezza, bensì un muro impenetrabile che, a quanto pareva, solo a Duncan era consentito buttar giù, mattone dopo mattone.
Duncan...
Al solo pensiero di lui, Gwen arrossì. Avrebbe voluto anche lei poter conoscerlo meglio, però pareva che solo Heather e Courtney, fossero riuscite nell'impresa.
Quest'ultima, intanto, urlava a squarciagola il suo nome, avvertendola che erano arrivate e di muoversi.
-Eccomi!- rispose la dark, accelerando il passo, raggiungendola.
-Finalmente! Ma cosa stavi facendo? Contando i sassi?!- chiese esasperata, aprendo l'ingresso della scuola, dirigendo il suo sguardo verso la mora e il giovane dalla cresta verde.
“Se vuole venire ancora a casa mia, bisognerà cambiare qualche cosa del suo look... A partire da quegli osceni piercing” rifletté, non dando corda alle scuse dell'amica, che stavolta fu lei a riprenderla.
-Guarda che domani sarà tutto tuo. Non è necessario che lo consumi con lo sguardo.-
Courtney, ritornata in sé, impallidì, sgranando gli occhi puntati sul suo interlocutore.
-Ma che diavolo dici?!-
-Nulla... Mi sembrava che lo stessi osservando...- si giustificò, facendo spallucce.
-Potrei dirti la stessa cosa, o era una mia impressione?- incrociò le braccia al petto, attendendo una risposta.
-No.-
-No, cosa?- chiese confusa.
-No, non lo stavo fissando.-
Il tono di voce della ragazza dalla pallida carnagione in un attimo diventò freddo e distaccato, come le sue iridi.
Nell'aria c'era una tale tensione, che entrambe le due giovani non sapevano spiegarsi.
Come erano passate da una semplice domanda fino a tutto quello, era un mistero. Eppure, nessuna volle cedere.
Sarebbero andate avanti così per ore, se non fosse stato per l'intervento di una voce calda e invitante dietro le loro spalle.
-Cugina! Quanto tempo!-
Alejandro da dietro si fiondò ad abbracciare Courtney, rimasta immobile fino a quel momento.
-Ale!- disse ricambiando il gesto.
Quanto tempo che non lo vedeva!
Adesso che finalmente aveva l'occasione di poterlo vedere dal vivo, notò che gli erano cresciuti i capelli, marroni e lunghi al punto giusto, per incorniciargli perfettamente il viso, privo di impurità.
Lui sì che rispecchiava il figlio modello che i suoi genitori avevano sempre ambito, ma che mai avrebbero trovato in lei.
Lui era apprezzato da tutti. Le ragazzine facevano la fila per poterci uscire, impazzivano solo ad un suo saluto. I compagni di squadra lo ammiravano per la sua bravura e per il suo talento. I professori gli facevano sempre complimenti per i suoi voti eccellenti, tanto da chiedergli se era disposto a fare ripetizioni per i più problematici.
Insomma, l'imperfezione non sapeva cosa fosse.
-Allora, ti trovi bene qua?-
-È tutto magnifico! Mi spiace che siamo arrivati senza preavviso, ma abbiamo deciso tutto all'ultimo, visto che la nostra squadra a fine anno dovrà giocare contro un'altra, e la partita si terrà proprio a Toronto- spiegò Alejandro, mantenendo sempre il sorriso ad ogni sua parola pronunciata.
-Capisco. Beh, sappi che faremo il tifo per te! Vero, Gwen?- chiese retorica, ricevendo un accenno con il capo dall'amica.
-Oh, Gwen... Perdonami per la mia maleducazione. Come va?- domandò il calciatore apprestandosi a salutarla come si doveva.
La gotica si fermò un attimo per riprendersi... Non era abituata a tutta questa gentilezza, specialmente se da parte di un ragazzo.
Ma infondo, era da giorni che parlavano e conversavano insieme. Lo poteva considerare anche lui un amico, no?
-Tutto bene... Sei riuscito a mandare in rete qualche goal?- ci scherzò su, rubandogli un sorriso. Forse, uno dei suoi migliori...
-Giusto un paio...- rispose, omettendo che un paio equivaleva a sette tiri entrati in porta, da vero professionista, il quale era.
-Wow, complimenti! Se non ti dispiace ora continuerei con l'intervista... Heather mi starà sicuramente maledicendo in tutte le lingue di questo mondo...-
-Tranquilla, posso capire le tue esigenze. Poco fa, ho visto che è entrata correndo e gridando a un tizio piuttosto ehm... strano- raccontò, soffermandosi a cercare l'aggettivo adatto ad una persona piena di piercing, con una cresta verde e un abbigliamento che andava ben oltre gli standard dell'accettabile per uno come Alejandro, costantemente attento al suo stile.
-Ah, sarà sicuramente Duncan, il fidanzato di Court!- mentì Gwen, facendo l'occhiolino alla compagna, che strabuzzò gli occhi, infuriata.
-Piantala con sta storia! Voi piuttosto... Vedo che andate molto d'accordo, per essere solo amici- ribatté Courtney, soddisfatta della sua risposta.
-Cosa?! Non diciamo assurdità!-
-Concordo con Gwen!-

~~~

-Ma dico... Li senti?!-
Heather e Duncan si erano cautamente nascosti, in modo da poter origliare la conversazione tra i due cugini e la gotica, che a quanto pareva era entrata nelle grazie del play boy per eccellenza, come lo definiva la corvina da due settimane a quella parte.
-Eccome! Giuro che se si avvicina ancora alla Barlow, lo scaravento a terra!-
Heather alzò gli occhi al cielo, possibile che non sapesse pensare ad altro?
Subito dopo, però, ripensando al fatto che non gli aveva ancora rivelato del sangue di parentela che scorreva tra i due, le venne spontaneo sorridere soddisfatta, dell'inutile gelosia che provava il punk nei confronti di Alejandro.
-Attento... Potrebbe rubartela da un momento all'altro!- scherzò dandogli una gomitata amichevole.
-Impossibile. E poi, è troppo perfetto...- constatò, facendo girare ad entrambi lo sguardo su di lui.
-Oh, lo penso anche io. Ma in fondo, anche la perfezione ha i suoi punti deboli...- dichiarò Heather, avvolta da una luce maligna e penetrante, che traspariva dai suoi occhi.

...

Ehy! Eccomi qua... Sono ancora viva e con un nuovo capitolo. Spero di aver rimediato al mio enorme ritardo... Ahimè, dovrete farci l'abitudine ahahah
Se avete domande oltre a quelle che ho risposto nel precedente "capitolo", fatemele pure :)
Buona serata a tutti, e buona festa della donna! Yeee
Baci,
Ila :*

La bulla, la secchiona e l'emarginataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora