Scommesse

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"Alcuni si dimostreranno più impegnativi di altri, ma uno ad uno affonderanno tutti quanti."
~Alejandro~

Erano passati diversi minuti da quando Heather aveva chiamato Alejandro, ma di lui ancora nessuna traccia.
-Aaah! Ma quanto gli ci vuole ad arrivare? Non abitiamo così lontani!- strillò esasperata, incrociando le braccia al petto e sedendosi sulle scale davanti a casa.
-Aspetta un attimo... Sei andata a casa sua?- chiese sbalordito il punk accanto a lei.
-No, ma suppongo sia qua in zona e sa che detesto aspettare! E poi, anche se fossi andata da lui, che problema ci sarebbe?-
-Nessuno. Mi sembrava solo strano... Non durereste nemmeno mezza giornata insieme senza litigare...-
-Vuoi scommettere?- chiese una voce maschile dietro le loro spalle.
Heather si alzò per raggiungerlo.
-Finalmente! È da più di un quarto d'ora che ti aspetto! Ancora un po' e troviamo il locale chiuso!-
-Scusa chica, ma ho fatto più in fretta che potevo... Questi capelli da soli non si pettinano! Inoltre dovevo trovare i vestiti giusti per...-
-Senti, chico- gli puntò il dito contro al petto, -a me non interessa niente di quello che fai e non fai!-
-Wow... Qualcuno qua è in uno dei suoi giorni per caso?- chiese scherzosamente l'argentino.
-Come stavo dicendo, non durereste mezza giornata senza litigare- confermò Duncan, incamminandosi insieme alla coppia.
-Come stavo dicendo... Vuoi scommettere?- riformulò la domanda Alejandro, in segno di sfida.
-Ma sei impazzito?!- gli urlò contro la mora.
-E in cambio cosa proponi?-
-In cambio non dovrai rivolgere la parola a Courtney e a Gwen per una settimana- ghignò, compiaciuto.
Se ciò fosse avvenuto, Gwen si sarebbe sfogata con lui per l'allontanamento di Duncan improvviso e lui l'avrebbe conquistata con le sue abili doti da seduttore, battendo il fratello e ponendo fine alla loro scommessa.
Per quanto riguardava Courtney... Era solo per far rosicare ancora di più il punk.
-Perché dovresti metterle in mezzo?- si alterò.
-Beh, se non ti sta bene, lasciamo stare la sfida...- fece spallucce Alejandro.
-Mi ascoltate sì o no?! Non se ne parla proprio che io...-
-Ci sto!- gli tese la mano, ignorando del tutto l'amica.
-Bene... Che vinca il migliore- accolse la stretta di mano l'altro.
-Per prima cosa, la migliore sono io e non serve alcuna sfida per provarlo. Seconda cosa, siete dei totali imbecilli. Terza cosa, io mi oppongo! Non ho la minima voglia di stare ai vostri squallidi giochetti!- li interruppe, squadrando entrambi.
-A proposito della sfida...- continuò Duncan.
-Cosa?-
-Anche voi dovrete stare una settimana senza litigare!- esordì.
-Avevi detto mezza giornata! E io non...!- si mise in mezzo nuovamente la ragazza, che pareva esser diventata invisibile.
-Suvvia, Heather. Anche io ho proposto a Nelson una settimana... È giusto che sia così anche per noi- rispose prontamente Alejandro, con un sorriso smagliante.
-Che sia così anche per te, vorrai dire! Io non ho mai accettato!-
-Perfetto. È deciso! Se supererete questa settimana vincerete voi!- stabilì infine Duncan.
-Vi odio...- strinse forte i pugni l'asiatica, accelerando il passo e sbattendo le porte del locale.
-Signorina, stia attenta!- la rimproverò un cameriere.
-È lei che è in mezzo all'entrata, non vede?!-
Duncan e Alejandro alzarono gli occhi al cielo: doveva sempre avere ragione Heather.
Prima regola per sopravvivere con lei.
-Heath, calmati!-
-Calmarmi?!- si girò verso di loro, facendoli sobbalzare. -Dovrei forse calmarmi dopo il vostro stupido patto?! Dovrei cambiare amici piuttosto!-
-Felice che tu mi ritenga tale...- le sorrise garbatamente Alejandro.
-Mi riferivo a Duncan, razza di idiota!-
-Ti devo correggere: hai parlato al plurale.-
-Mi riferivo in generale!-
-Perché? Oltre a lui hai altri amici?- chiese ironico indicando il ragazzo accanto.
-Sei così... così...!- balbettò l'asiatica.
-Cosa mi amor? Non vorrai mica litigare o peggio... perdere?- le ricordò.
-E voi cosa ci fate qua?-

~~~

Courtney stava tranquillamente bevendo il suo drink, mentre ascoltava parlare Gwen e Trent, in discorsi che si prolungavano più del dovuto.
Dopotutto non era abituata a vedere la sua amica così chiacchierona con una persona che conosceva a malapena per giunta!
-Pensa che anche il mio colore preferito è il blu notte!- esclamò euforica la dark.
-Certo che abbiamo molte cose in comune!-
-E che ne diresti se ti insegnassi a suonare la chitarra?- le propose Trent.
-Come fai a suonarla se ancora non ci vedi bene?- domandò perplessa.
-Non ci vedo molto, ma posso sentire e toccare- rispose, regalandole un altro sorriso.
-Se per te non è un problema...-
-Oh, non lo sarà di certo! Magari posso passarti a trovare a scuola.-
-Magnifica idea! Ma tu non dovrai studiare?-
-La scuola che ho frequentato io dura due anni in meno della vostra, per cui ora cerco lavoro. Vorrei frequentare il college ma costa troppo e dovrei completare tutti e cinque gli anni...- confessò, amareggiato.
-Scusate se mi intrometto- prese parola Courtney, -ma se ci tenevi a fare tutti gli anni, perché hai scelto quell'istituto?-
-I miei non hanno molti soldi. Non volevo fargli pesare troppo il costo...- arrossì, un po' a disagio.
Gwen lo osservò abbassare il capo, desolato e forse un po' pentito per aver rivelato qualcosa di così intimo da parte sua.
Sorrise, prendendogli una mano.
-Non ti devi sentire in difetto verso di noi... Forse potresti venire nella nostra scuola: il corso di musica è lì che ti aspetta e non si paga poi così tanto.-
-Vedremo... Adesso spero di racimolare qualcosa. Tra poco inizio a suonare e...-
-E voi che ci fate qua?- si alzò Courtney dal suo posto, sbalordita.
Si girarono in contemporanea anche Gwen e Trent: davanti a loro c'era un trio alquanto insolito che conoscevano fin troppo bene.
Alejandro, Duncan e Heather si avvicinarono a loro con arie altrettanto confuse.
-Cosa ci fate voi, al massimo- si irritò Heather.
Possibile che non riuscisse mai a disfarsi di loro?
I suoi occhi poi catturarono anche l'immagine di un ragazzo che non aveva mai visto prima.
Aveva capelli neri alla Elvis, maglietta verde militare e una chitarra a portata di mano.
-E tu saresti...?- domandò con sufficienza.
-Oh, scusate. Non mi sono presentato! Mi chiamo Trent e tra poco andrò a esibirmi- indicò il palco dietro di lui, sorridendo.
Heather lo squadrò da capo a piedi e non le sfuggì una darkettona intenta a guardarlo... anche fin troppo.
Sorrise tra sé, si sarebbe molto divertita.
-Oh, molto piacere! Io sono Heather, una compagna di scuola di Gwen e Courtney e loro due sono Duncan e Alejandro- gli strinse la mano, indicandoli poi.
-Molto piacere...- sorrise ancora una volta, un secondo prima che venisse chiamato.
-Scusate, devo andare a riscaldarmi. Ci vediamo tra poco!- annunciò, sparendo poco dopo.
-Perché così tanta gentilezza?- osservò Gwen, incrociando le braccia al petto e mettendosi di fronte alla sua nemica, la quale assunse la sua stessa posizione.
-Perché non dovrei? Ti crea qualche problema?- la sfidò.
-A dir la verità... sei sempre tu il problema- si aggiunse Courtney mantenendo lo sguardo fisso su di lei.
I due maschi osservarono la scena ammutoliti, non sapendo bene come comportarsi e perché vedere le ragazze litigare era sempre uno spasso.
-Come prego? I problemi ce li avete voi in quella zucca vuota che vi ritrovate!- sbottò.
-Sono la migliore della classe e ho la zucca vuota... allora chissà tu come sei messa- le rispose per le rime la secchiona.
-Non sono i voti che fanno l'intelligenza, saputella dei miei stivali!-
-Beh, allora saranno sicuramente i vestiti alla moda che determinano il quoziente intellettivo, no?- domandò sarcastica Gwen.
-Anche perché se così fosse, tu avresti la media dello zero.-
Man mano le ragazze si avvicinavano tra di loro sempre di più, fino ad arrivare agli spintoni e alle tirate di capelli.
-Ok! Direi che può bastare così! Perché non ci sediamo e ci calmiamo? Eh?- si intromise Duncan, vedendo che certa gente iniziava a girarsi verso di loro.
-Duncan ha ragione. Insultandovi non risolverete nulla per qualsivoglia problema si sia creato... Inoltre possono benissimo cacciarci da qui e noi siamo venuti apposta per cercare tranquillità. Dico bene?- le voce calda e suadente di Alejandro attraversò le menti delle tre, calmando i loro spiriti, miracolosamente.
-In ogni caso non mi siedo con te!-
-Nemmeno io!-
-Ma chi vi vuole?- le aggredì la mora, che venne presa sotto braccio dall'argentino.
-Non vi preoccupate: non essendoci posti liberi, se ce lo concedete, saremo grati di sederci con voi. Heather starà accanto a me e Duncan, mentre voi due dall'altra parte. Mi sembra una soluzione equa, no?-
Senza batter ciglio, tutti si disposero come detto da Alejandro.
-Come diavolo fai?- gli sussurrò poi il punk all'orecchio.
-Mio cugino di secondo grado studia psicologia e diciamo che mi ha insegnato come comportarmi con la mente umana- fece spallucce, accomodandosi meglio vicino a Heather.
Nel frattempo sia Courtney che Gwen non staccarono mai gli occhi di dosso all'argentino.
E, per la prima volta, Duncan conobbe il sentimento della gelosia.

...

Eccomi tornata!
Alejandro colpisce ancora e Heather non vede l'ora di far soffrire Gwen.
Che ve ne pare del capitolo? Un po' noioso, lo so. Non succede nulla di che, ma la storia dopotutto è ancora lunga.
Perdonate il mio ritardo.
Baci,
Ila ❤

La bulla, la secchiona e l'emarginataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora