Problemi per la calcolatrice

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Era inizio autunno.
La pioggia continuava, incessantemente, a battere sulle loro teste, coperte solo dal semplice cappuccio della felpa.
-Non posso credere che lo stiamo facendo veramente. Sta diluviando e i miei capelli sono appiattiti!- imprecò per la milionesima volta Heather, malgrado le povere orecchie di Gwen, stufe di sentir rimbombare la sua voce, imploravano pietà.
Per sua fortuna, i passi che mancavano per giungere a scuola, erano terminati.
-Finalmente siamo arrivate!- esultò, felice all'idea di non dover più udire le lagne della compagna.
Era pomeriggio inoltrato, ed entrambe lo avrebbero voluto passato volentieri a casa, bevendosi una cioccolata calda, o guardandosi la TV, distese sul divano, pronte a cambiare canale, non trovandone uno degno di non essere commentato o insultato.
Invece, ambe due le giovani, si ritrovarono costrette a dover sprecare metà della loro giornata, nello stesso posto, senza via di fuga, insieme.
Tuttavia, il loro compito non era dei più complessi: fare un articolo per il giornale sportivo.
Gwen, aveva esperienza nel campo della scrittura; le erano sempre interessate quel genere di cose.
A detta sua, ci si esprime meglio scrivendo che parlando.
D'altro canto, anche Heather possedeva le sue conoscenze.
Era sempre stata al centro di ogni rivista scolastica, non facendo mai sfigurare la propria immagine, sfoggiando per vari set fotografici, e venendo intervistata abitualmente.
Così facendo, aveva imparato a memoria tutte le domande da porre o meno a qualcuno.
-Dici che sono in palestra?- domandò la dark cercando di asciugarsi gli abiti ormai fradici, e guardandosi intorno. Le fece uno strano effetto andare a scuola, senza dover frequentare le lezioni.
-No. Figurati, saranno sicuramente in campo ad allenarsi, sotto l'acquazzone, tanto per ammalarsi prima e saltare le lezioni- rispose seccamente Heather, lisciandosi i capelli con le dita.
-Un semplice 'Sì', mi sarebbe bastato.-
Terminò così la loro breve conversazione, se così si poteva definire, e si diressero verso la palestra, sentendo già in lontananza i rumori delle scarpe, le palle calciate, e gli urli dell'allenatore.
Per una frazione di secondo, le ragazze si scambiarono uno sguardo preoccupato e incerto.
Come avrebbero dovuto comportarsi?
-Beh, prima le disagiate- incitò la mora alla compagna con la carnagione più pallida della sua.
Gwen la squadrò per qualche secondo senza ribattere, prima di decidersi ad entrare, seguita a ruota da Heather.
Dinanzi a loro, una quindicina di ragazzi si soffermarono a fissarle, non appena notata la loro presenza.
Gwen avrebbe tanto voluto rimpicciolirsi o possedere il potere dell'invisibilità. Troppi occhi, troppi volti puntati su di lei, la mettevano in soggezione.
Questo problema non sembrava avere lo stesso effetto su Heather, la quale superò la compagna e continuò la sua camminata, per niente intimidita.
L'allenatore, un uomo vecchio, con i capelli più bianchi che altro, le andò incontro.
-Voi sareste?-
La mora lasciò sfuggire volontariamente una smorfia dalla sua bocca, parecchio infastidita.
Chi sei tu, al massimo, razza di sgorbio.
-Heather Wilson e Gwendoline Fahlenbock. Da oggi lavoriamo per il giornale della nostra scuola.-
La voce imperiosa della ragazza, fu ben udita da un certo giovane dagli occhi nocciola, e da un altro compagno di squadra, con due iridi verde smeraldo.
Il loro sguardo non passò inosservato alla studentessa in questione, che pur non volendo combaciò il suo con quello dei due.
In un attimo le si gelò il sangue, e un solo pensiero aleggiava nella sua mente.
Lui era lì.

~~~

-Sì, d'accordo. No, tranquilli non invito nessuno a casa. Sì, mi metto a studiare. Ciao.-
Chiuse in questo modo la telefonata avuta con i suoi genitori.
La trattavano come se dimostrasse due anni, e fosse una ragazza irresponsabile, che tende a ribellarsi a ogni ordine imposto.
Courtney non era affatto così.
Lei era obbediente, studiosa, ordinata e sempre pronta ad accettare ogni incarico presente a scuola. Ma per i suoi, non era abbastanza. Lei non era abbastanza.
Sospirò sfinita e stufa per quella situazione... Prima o poi l'avrebbe chiarita una volta per tutte!
Nel frattempo era arrivata a casa sua, dopo essere andata a volontariato.
Stava per prendere in mano le chiavi, quando notò che la porta era socchiusa. Eppure la serratura non sembrava essere stata forzata...
Possibile che i suoi l'avessero lasciata socchiusa per sbaglio?
Improbabile.
Per loro la sicurezza era alla base di ogni giorno.
Courtney iniziò a tremare dentro di sé.
E se fossero passati i ladri?
Scosse la testa: non di giorno.
Si decise così ad aprire la porta cigolante.
Non c'era nulla fuori posto, tutto in ordine e come lo aveva lasciato la mattina. Forse si faceva troppe paranoie.
Sospirò di sollievo e andò verso il salotto, per riporre lo zaino e iniziare subito a fare qualche compito.
Appena però mise piede, il suo battito cardiaco accelerò e i suoi occhi furono come ipnotizzati.
Una figura dinanzi a lei era comodamente distesta sul rosso divano che spiccava fra tutti gli altri mobili color crema.
Alla ragazza scappò un verso di stupore e terrore insieme.
Finalmente la figura si girò verso di lei.
Le stava forse sorridendo?
-Ehy! Sei arrivata!-
La figura le venne incontro come se fossero stati amici da sempre.
Tuttavia, lei aveva già avuto modo di conoscerlo. Infatti, non si trattava altri che di Duncan.
Rabbrividì al solo pensiero di avere un individuo del genere in casa sua.
-Tu?! Che ci fai qui?- gli urlò contro mandando al diavolo la buona educazione.
-Principessa, non ti scandalizzare. Sono qui solo per un interesse comune...- si giustificò portando le mani al petto in modo teatrale.
-Interesse comune?! Per quanto mi riguarda, l'unica cosa che abbiamo in comune è l'aria che respiriamo.-
-Suvvia, non fare la maleducata. Non mi offri nulla?- le chiese avvicinandosi pericolosamente a lei, intenta a ritrovare la razionalità.
-Come sei entrato qua? Chi ti ha dato il mio indirizzo?-
Una fragorosa risata ruppe il breve silenzio che si era creato.
-Oh, non penserai che sia uno stalker, vero? Il numero l'ho avuto da Heather e beh, modestamente sono abile ad aprire le porte. Anni e anni di pratica...-
-Bene, complimenti per la tua performance. Ora, se permetti, ti insegno come si chiude la porta in faccia ad una persona invece.-
-Più tardi magari. Adesso abbiamo altro di cui parlare.-
-Del tipo?-
-Del tipo decidere l'orario di quando farai tu gli annunci e di quando li farò io, e seconda cosa non voglio parlare di robe da femminucce. A me lasci il calcio o qualche altro sport noioso. Tu puoi anche parlare della pulizia dei banchi. Perfetto, ho finito- esordì Duncan, facendo dietro front ma venendo subito fermato da una mano minuta.
-Frena, frena, frena. Penso che non ti sia chiaro come funzioni una cosa. Non siamo noi a decidere di che parlare, bensì lo faremo di comune accordo con tutto il comitato studentesco. Altra cosa, ma non meno importante, è un lavoro in coppia, ergo, tu ed io dovremo discutere dello stesso argomento, nello stesso posto, nello stesso arco della giornata. Ti è chiaro?- precisò Courtney puntandogli il dito contro, facendo valere la sua autorità, non lasciandosi mettere i piedi in testa proprio da uno come lui.
-Ehm... Io ho comunque fame.- dichiarò allontanandosi dalla ragazza e ritornando a sedersi.
-Tu non puoi stare qui...-
Il punk alza un sopracciglio, non capendo la sua risposta insensata.
-Perchè mai? Sono appena arrivato.-
-I miei arrivano tra esattamente tre ore e ventinove minuti, e non vorrei sentire la loro ramanzina- rispose osservando il suo orologio da polso calcolando alla perfezione quanto ci avrebbero messo i genitori a tornare.
Il ragazzo dalla cresta verde ritornò alla posizione in cui era poco prima, all'altezza di Courtney, che non indietreggiò.
-Beh, abbiamo tre ore e ventinove minuti per divertirci... Rilassati ogni tanto. Sei troppo tesa- le sussurrò all'orecchio, facendola rabbrividire.

...

Eccomi con un nuovo capitolo tutto per voi ;)
Spero vi sia piaciuto tanto quanto i precedenti, e che non ci siano troppi errori. Nel caso, fatemeli notare e rimedierò subito!
Buona notte a tutte e buon inizio scuola per domani! :*
Ila <3

La bulla, la secchiona e l'emarginataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora