-Bene, bene, bene... Guarda un po' chi si rivede...- incrociò le braccia al petto Heather, con aria di sfida rivolta a Gwen.
-Cos'è Courtney, avevi paura di sfigurare con me e ti sei portata l'amichetta?- disse poi, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Duncan.
-Assolutamente no. Al contrario tuo, Heather, io so cosa sia un'amica, e sicuramente sono tutto meno che una sfruttatrice- ribadì Courtney, parandosi di fronte a lei.
Ad interrompere quelle frecciatine infinite, ci pensò Alejandro, che pur inconsciamente, aveva attirato l'attenzione di Duncan provocandogli una smorfia.
-Hola chicas! Che piacere vedervi tutte insieme! Volevo informarvi che la cena è quasi pronta- sorrise ammiccando e cingendo la vita di Heather con un braccio.
Il punk scosse la testa rassegnato: aveva appena trovato il suo esatto opposto.
Oltretutto era fermamente convinto che non si faceva vedere per quello che era, un manipolatore.
Oh sì, lui li riconosceva a primo impatto persone come l'argentino.
Più ne stava alla larga e meglio era per tutti.
-Duncan? Ci sei?-
Interminabili secondi erano passati e il suo amico non rispondeva.
-Hmm?-
La mora alzò gli occhi al cielo: che idiota...
-Datti una mossa che è pronto in tavola! Ma dove hai la testa?! Se devi pensare a Courtney, ti consiglio di non mettertici di fronte!-
-Non stavo pensando a lei! È solo che... Come puoi stare con uno come Alejandro? Non mi convince per niente...- affermò, dirigendosi verso la sala da pranzo e riservando uno sguardo alla persona in questione.
-Ti ho già detto che non stiamo insieme realment...-
-Lo so! Quello che non ho capito è il perché fate tutto questo!- sbottò attirando l'attenzione di alcuni parenti.
Heather gli diede un leggero pugno sul braccio, arrabbiata.
-Calmati immediatamente. O vuoi che ci scoprano?! E poi, lo so perfettamente che non è ciò che sembra.-
-Se tu lo sapessi, non staresti con lui...- contestò non capendo la messa in scena della sua amica.
A che scopo tutto ciò?
-Se tu ragionassi con il cervello al posto dei piedi, mi capiresti! E tra l'altro, caratterialmente siamo simili... Se ti vado bene io, può andarti bene pure Alejandro.-
Duncan sospirò passandosi una mano tra i capelli.
-Tu non sei come lui...- le sussurrò infine, andandosi a sedere.
A quelle parole Heather si irrigidì.
Che voleva dire con questo?
Che era una brava persona? Che non era così male come amica? Che non faceva tanto pena come compagna di banco? Bah, probabilmente se se ne ricordava, gliene avrebbe parlato più in là... Sperando ci si arrivasse presto alla fine di quella serata....
-Courtney?-
-Sì?-
-Credo che i tuoi genitori mi odino.-
-Perché dici così?-
La cena era iniziata ormai da diversi minuti tra varie chiacchierate, piccoli battibecchi, strette di mano e saluti per i parenti in ritardo, e scambi di sguardi continui, soprattutto per i coniugi Barlow a Gwen, che non perdevano occasione di bisbigliare all'orecchio qualcosa alle sue spalle (probabilmente dei disappunti sul suo look alquanto fuori luogo per una cena così formale come quella, o la pettinatura leggermente scompigliata, con un colore inadeguato, come il trucco presente sul suo viso).
Courtney ritornò con la forchetta nel piatto di spaghetti, facendo finta di niente.
-Lasciali perdere. Per i miei dovrei stare solo con chi vogliono loro. Difficilmente qualcuno rientra nelle loro grazie- spiegò, rassicurando l'amica accanto a lei.
-Fatta eccezione per Alejandro...-
-Già, lo adorano. Se potessero farebbero volentieri cambio di figlio.-
-Ma che sciocchezze! Sei intelligente tanto quanto lui!- sostenne Gwen, finendo di masticare.
-Non si parla con la bocca piena Fahlenbock!- scherzò la secchiona, imitandola.
-Mi scusi signorina Barlow, provvederò subito a farmi perdonare- disse prendendo un po' di sale lì vicino, e buttandoglielo addosso, come fosse una manciata di coriandoli da lanciare.
-Ah, questa non la passi liscia!-...
-Capisco. E i tuoi genitori che lavoro fanno?-
Ventiduesima domanda di quella serata, in solo un'ora. I genitori di Burromuerto le davano filo da torcere, e quella spavalderia nei suoi confronti, a Heather non era mai piaciuta.
Primo, perché non ne vedeva il motivo. Chi mai avrebbe osato provare a essere superiore a lei?
Secondo, per i suoi standard era stata anche fin troppo gentile e paziente.
-Gli attori.-
-Oh, davvero? Devono aver fatto piccole parti. Non li ho mai visti in TV, per quanto io sia molto appassionata di film di ogni genere- rispose prontamente la madre di Alejandro, mettendola sul ridere.
Che fa ridere c'è solo la tua faccia, pensò la diretta interpellata, digrignando i denti.
-Oh, sarà perché girano film per un pubblico con un certo quoziente intelle...-
-Mi amor! Mi accompagneresti un attimo su di sopra? Ho dimenticato il telefono!- cercò di improvvisare Alejandro, in modo da evitare ulteriori scontri tra Heather e sua madre. Caratterialmente non compatibili, indubbiamente.
-Hai due gambe e due mani, non penso che tu abbia bisogno di aiuto.-
-Fidati. Occorre sì!-
La mora si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo e a sbuffare, seguendo il "fidanzato" al piano di sopra.
-Si può sapere che ti prende?- la rimproverò lui, dopo essersi accertato che non fossero a portata di vista dai parenti.
-Che vuoi dire? L'hai sentita come mi ha trattato?! Ora non mi è difficile capire a chi assomigli... Siete due gocce d'acqua!- incrociò le braccia al petto, con aria scontrosa.
-Ti sta semplicemente mettendo alla prova! E rispondendo alle sue frecciatine, non risolverai nulla!-
-Non me ne frega un accidente! Noi non stiamo insieme, noi non siamo niente. E io non ho bisogno di essere messa alla prova da lei!-
L'argentino si ritrovò a fissarla intensamente, vedendola nervosa, irritata e... delusa? Possibile?
Forse voleva che lui la difendesse...
Scosse la testa. No, persino lei aveva appena confermato che non erano nulla, se non delle persone interessate a loro stesse e a nient'altro.
Intanto Heather continuava a sparare parole a raffica, precisando che non doveva essere trattata così, che se volevano portare il piano a termine, occorreva lavoro di squadra...
-Heath, rilassati! Stai andando in iperventilazione!- rise, cercando di smorzare il clima troppo teso per uno come Alejandro, che amava la tranquillità e la concentrazione.
Vista la reazione della corvina, aveva ottenuto successo.
-Come mi hai chiamata?-
-Heath... Non ti chiamano così gli altri?-
Sorrise amara. Gli altri chi? I genitori sempre via? Gli amici che non aveva mai avuto? Quelli che le facevano il filo? Chi?
-No...- negò con il capo, abbassandolo. -Perfetto! Amo essere il primo in qualcosa.-
-Che intendi?-
-Beh, sono il primo ad averti dato questo nomignolo...-
-Che idiota!- gli diede un pugno sulla spalla, aggregandosi alla sua risata.
-Per essere "non fidanzati" ce la caviamo. Non trovi?-~~~
-Buonasera ragazze! Posso esservi utile in qualcosa? Non so, magari il pepe può aggiungersi al sale che avete ovunque...-
Duncan non ne poteva più di rimanere seduto a contare i minuti che mancavano per uscire da quel manicomio. Dunque, quale modo migliore di passare il tempo, se non andando a infastidire qualcuno?
-Vattene. Sappiamo pulirci da sole, grazie- rispose acida Courtney, intenta a togliere i residui sulla sua camicetta.
-Oh, a me non sembra che siate il massimo con la pulizia...- accennò, rivolgendo il capo per terra e sulla tavola, dove ancora un po' di sale era rimasto.
-Ma tu guarda! Il bue che dà del cornuto all'asino!-
-Courtney dai, è solo venuto per farci compagnia, non rovinare la serata per niente!- le fece notare Gwen, non potendone più di quegli inutili battibecchi.
-Ok, va bene! Se vuoi rimanere, rimani. Io mi vado a prendere un bicchiere d'acqua che qua è finita!-
Detto ciò, si alzò di scatto, non degnando di uno sguardo il punk.
-Meno male che ci sei tu a tenerla a bada! Quella neanche con un'anestesia starebbe calma!-
-Non ho fatto nulla di che. Ma se la conosci, vedi subito che non è una brutta persona...-
-Lo so, lo so... E penso sia proprio questo che mi piace di lei!- esclamò sorridendole.
A Gwen per poco non le si fermò il cuore, dall'improvvisa dichiarazione.
-T-ti piace?-
-Molto! Non so come... Ma ha qualcosa che le altre non hanno, capisci?-
La gotica non poté far altro che annuire alle sue parole.
-Magari tu potresti aiutarmi ad avvicinarmi a lei, no? Infondo sei la sua amica...-
-Beh, si ecco...-
-Grazie! Sapevo di poter contare su di te!- le disse dandole una pacca sulla spalla e raggiungendo Courtney, cominciando a punzecchiarla e a innervosirla.
Dal canto suo, Gwen sentì che la sua maschera di indifferenza e strafottenza, sarebbe crollata di lì a poco.
Gli occhi le pizzicavano e l'arrivo delle lacrime era inevitabile.
Decise quindi di allontanarsi, andando al piano di sopra per cercare un bagno.
"Questa no. Questa neanche... Quante diavolo di porte ci sono?!" imprecò dentro di sé, con oramai il mascara colato.
Tuttavia riuscì a trovare una stanza, ben più importante del bagno. Infatti, in essa, erano presenti due persone che parlavano animatamente, ma solo la fine del loro discorso, le fece drizzare le orecchie...
-Per essere "non fidanzati" ce la caviamo. Non trovi?-...
Non so come scusarmi per il mio enorme ritardo ma capitemi, la scuola non mi ha dato tregua per tutto il mese!
Comunque spero vi sia piaciuto il capitolo, anche se non è successo chissà ché...
Ah, ci tenevo a pubblicizzare la nuova storia di @damok_devil, bellissima! E date magari un'occhiata ai profili di @Rosaria_justin e @Rouge_The_Bat99 che scrivono FF stupende!
Bacioni a tutti,
Ila :*
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La bulla, la secchiona e l'emarginata
FanficTre ragazze completamente diverse una dall'altra. Un solo destino che unirà le loro vite. Sarà un bene o un male? «Ti aveva regalato rose bianche pensando di essere originale. In realtà a te piacciono quelle rosse, perché, che tu lo voglia ammetter...