Capitolo 7- i want to feel alive

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Michael's Pov
"Va bene, scendi a mangiare"
Feci una faccia quasi scocciata prima di seguire mio padre in cucina.
I nostri pasti erano sempre troppo silenziosi, ogni tanto uno dei due se ne usciva con "come è andata a scuola/ lavoro?"
Ma quella sera la domanda era stata diversa, voleva sapere veramente come stavo.
La verità è che non stavo per niente bene.
"Papà ti prego, non apriamo questo discorso..."
Annuì e di nuovo il silenzio prese il sopravvento nella stanza illuminata solamente da una luce fioca e calda che l'unica lampadina delle quattro che costituivano il lampadario emanava.
Finii il mio pezzo di pane e sparecchiai, mettendo poi piatti, posate e bicchieri nella moderna lavastoviglie che mia madre aveva tanto desiderato.
Quella sera sarei andata a dormire da lei. Mia madre era stata da sempre una di quelle persone così determinate e forti che non potevo che ammirarla da questo punto di vista.
Maglietta bordeaux a maniche corte, skinny neri e vans, ero pronto per uscire.
Salutai velocemente mio padre e, dopo aver preso la macchina, cominciai a guidare verso il qualcosa quartiere dove abitava mia madre con il suo nuovo compagno

Bailey's Pov
Cenando con mio padre mi resi conto di quanto fosse strano e tesó
"Papà... È tutto okay?"
"Sì, cioè no. Devo dirti una cosa..."
"Dimmi"
Mi spiegò che avremmo dovuto lasciare Melbourne prima possibile.
La mia gioia non aveva limiti.
"S-stai dicendo sul serio?"
Sorrise annuendo
"Andremo a Sydney, vero?"
Chiesi conferma dei miei pensieri e anche questa volta lui annuì
"Partiamo tra una settimana precisa. Io lì dovrò lavorare e probabilmente farò altri giri all'interno dell'intero paese ma tu potrai stare tranquillamente con Brooklyn, sei pronta a rivederla dopo tanti anni?"
In effetti non vedevo mia sorella da circa due anni e mezzo e questo mi spaventava, ma ero comunque pronta a ricominciare. Mi sarei sicuramente portata dietro il mio bagaglio di tristezza, non riuscivo veramente a stare bene.
Dopo aver cenato, raggiunsi la mia camera e accesi una Winfield mentre chiamavo Jaxen.
"Jax, i tuoi sono a casa?"
"No, vieni qui?"
"Aspettami"
Chiusi velocemente la chiamata prima di preparare la borsa che mi sarei portata quella notte a casa di Jaxen. Salutai mio padre che non sembrò sorpreso nè arrabbiato che io stessi uscendo di casa così tardi, da sola. Probabilmente era in uno stato di dormiveglia sul divano quindi non si rese conto nemmeno di quello che gli stessi dicendo.
Arrivai da lui e cominciammo a baciarci con foga avendo entrambi le stesse intenzioni.
Non eravamo mai andati a letto insieme ma mi aveva visto svestita un paio di volte in qualcuno quei pomeriggi di fumate intense.
Mi portò, senza staccarsi da me, nella sua bellissima camera, poi mi accasciò sul letto cominciando ad infilare la mano dentro la mia leggera maglietta.
Sinceramente, non sentivo niente. Jaxen era un ragazzo bello ma sapevo di non essere innamorata di lui. Andammo avanti a baciarci per qualche minuto fino a quando a lui venne in mente la bellissima idea di togliersi la maglia, lasciando scoperti quegli addominali scolpiti, per poi toglierla a me in modo che solo i pantaloni ci separavano dall'essere in intimo.
Dopo esserci tolti i calzini, presi la lampo dei suoi jeans neri e la tirai giù prima di aver sbottonato il pezzo di metallo. Feci scivolare fino terra i suoi pantaloni scoprendo le sue gambe esili anche se un po' palestrate.
Successivamente era toccato a lui togliermi i jeans cosicché rimanemmo entrambi in intimo mentre ansimavamo continuando a baciarci.
Prese in braccio il mio corpo sottile e liscio prima di riappoggiarmi meglio sul suo letto a due piazze. Prima di mettermi completamente sdraiata slacciò il mio reggiseno prima di cominciar ad assaporare ogni parte del mio corpo lasciando baci umidi sulla pelle chiara. Tirai un po' le punte dei suoi capelli facendogli capire che volevo guardarlo nuovamente negli occhi. Mentre ci perdevamo l'uno dentro l'altra sfilai i suoi boxer neri lasciando scoperta la parte più interessante. Anche lui, qualche minuto dopo tolse i miei slip buttandoli per terra per poi prendere un profilattico dentro il cassetto del suo comodino.
Potete tranquillamente immaginare cosa accadde successivamente.
Non ricordo molto di quella notte, sinceramente. Rimembro solo di essermi svegliata coperta per metà da un lenzuolo freddo nel letto di Jaxen.
Lui non c'era.
Mi misi il mio intimo di pizzo rosa e scesi giù con una maglietta del mio ragazzo che mi copriva a malapena il sedere.
"Giorno"
La sua voce squillante mi svegliò per bene.
"Ti stavo portando la colazione" continuò facendomi notare il vassoio pronto.
"Emh, diciamo che non sono una tipa da colazione, a proposito... Devo andare. Ho promesso a mio padre che sarei passata da lui prima di andare a scuola..." Mordendomi il labbro rimasi un po' impalata aspettando una sua risposta.
"Ho capito che intendi..." Aveva quasi un suono triste e deluso.
Il senso di colpa si fece spazio tra la mia mente ma non potevo prenderlo in giro, anche perché a giorni sarei partita e non volevo che si innamorasse seriamente di me.
Corsi su preparandomi una canna per poi andarmi a vestire.
"Jaxen, è stato bello questa notte, davvero" ammisi consapevole che quello che avevo detto era vero.
Il ragazzo mi aveva raggiunta in camera aiutandomi a sistemare la mia borsa.
"Ma?"
"Okay sì, c'è un "ma"... Tra poco partirò e non so se ritornerò o quando lo farò... Martedì già non sarò più qui, vado a Sydney"
"Cosa? Ti trasferisci? Quando pensavi di dircelo?" Il suo tono, giustamente, era incredulo e sorpreso. Fondamentalmente nemmeno io ne ero al corrente fino alla sera precedente ma non avevo mai parlato a nessuno del gruppo del suo desiderio di cambiare vita... Ormai non potevo tirarmi indietro. Avevo un'occasione che non potevo lasciarmi scappare di mano e non lo avrei fatto. Magari, a Sydney, potevo tornare ad essere felice...
"L'ho saputo ieri, quindi lo avrei detto oggi al resto del gruppo" uno sguardo di delusioni si impadronì del suo viso e il senso di colpa mi invase all'improvviso.
Mi stavo comportando da egoista ma negli anni precedenti avevo tenuto la mia sofferenza dentro di me e non avevo potuto provare a stare bene, quei quattro anni erano stati tremendi. Non lo potevo più sopportare. Dovevo ricominciare a vivere.

-------------------------Allora, questo è il settimo capitolo.
Volevo dirvi due cose:
1) siamo arrivati a più di 500 visualizzazioni e di questo sono troppo contenta.
2) se trovate degli errori grammaticali o qualche parola scritta male siete pregati di dirmelo in modo che io possa crescere come scrittrice e che la Fan Fiction risulti più leggibile.
Spero vi piaccia

Through the dark// Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora