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La notte era scesa in fretta nella foresta, stendendo un manto scuro che proteggeva da sguardi indiscreti. Con il calare delle tenebre, però, si erano svegliati alcuni predatori. Si tenevano alla larga, intimiditi dall'aura che emanava Lasti, ma lui e gli altri li avevano percepiti comunque, chi più chi meno chiaramente, mentre si nascondevano nell'oscurità.

"Manca poco" esordì Crux, esaminando i dintorni con la lampada ad olio.
Quelli che, ai loro occhi, erano alberi e cespugli tutti uguali, nella mente del generale delineavano il percorso fino alla meta.
"Saremmo dovuti arrivare prima, è come se la notte avesse deciso di anticiparci" commentò Lethis, guardandosi intorno.

"Non importa, ormai ci siamo" ribatté Lasti, serio.
Il fatto che i pronostici di Crux si fossero rivelati inesatti dava preoccupazione anche a lui, ma decise di non soffermarsi troppo a pensarci.

Un fischio inquietante li fece rabbrividire. Il Primo Generale ebbe appena il tempo di indietreggiare che un ishir atterrò davanti a lui, scrutandolo a distanza ravvicinata con i suoi occhi dalla pupilla fine.
I colori sgargianti delle piume rosse e viola erano a malapena visibili alla luce delle lanterne. Più in vista era, invece, il becco arancione affilato, proteso nella loro direzione.
Il volatile, grande poco più di un Lin massiccio, incatenò lo sguardo a quello di Lasti come se non ne avesse paura.

"Un ishir!" urlò Yenri, primo a spaventarsi.
Lasti continuò a guardarlo negli occhi mentre prendeva la spada con la mano destra. Arretrò ancora e il volatile si mosse lentamente in avanti per seguirlo.
"Ce l'ha con me..." sottolineò a bassa voce, quasi per dirlo a se stesso.
"Non si avvicina troppo, significa che ha paura" lo incalzò Crux, preparando a sua volta l'arma e affiancandolo.

"Ehi voi, posizione di difesa. Questi cosi sono veloci quindi tenetevi pronti e non fate movimenti bruschi. Servirebbe solo a innervosirlo"
Lasti pensò che la paura di quell'ishir non gli aveva comunque impedito di raggiungerli. Forse aveva fame, ma non intendevano diventare il suo pasto. Avevano affari molto importanti di cui occuparsi.

Il volatile sbatté le palpebre un paio di volte, poi partì alla carica. Il becco aperto e proteso in avanti, le ali che si agitavano, era pronto ad afferrare uno di loro e portarselo via. Ma la sua preda designata, questo sembrava essere Lasti, deviò il becco come avrebbe fatto con una lama e uccise la bestia con un solo, rapido, fendente, lasciando i compagni esterrefatti.

"È finita? Non ci sono altri di quei cosi qui in giro, vero?" domandò Yenri, guardandosi intorno con fare ansioso.
"No, era solo" rispose Kumika, permettendogli di tirare un sospiro di sollievo.
"Si dice che l'incontro con un ishir prima di una battaglia porti male..." commentò Lethis, tremando per l'adrenalina.

"Meno male che abbiamo il nostro portafortuna con noi" esordì Nissa, mettendogli con forza due mani sulle spalle e facendolo sobbalzare.
Gliele sfregò sulla schiena un po' di volte, come per attivare il suo potere e beneficiarne.
"Finiscila!" si lamentò il ragazzo, scrollandoselo di dosso e voltandosi a guardarlo male.
Approfittando del momento di distrazione, Mabiq gli afferrò l'estremità della treccia rossa.
"Tienici al sicuro anche questa volta" chiese, quasi fosse una preghiera.

Lasti li ignorò. Estrasse la spada dal cadavere dell'ishir e sospirò, pulendo la lama con delle foglie trovate a terra.
"Voleva mangiarmi, ma sembrerebbe che sarò io a mangiare lui" commentò, ma la voce tradì la sua preoccupazione.
"Lasciamolo qui per gli altri predatori del bosco, meglio non fare più brutti incontri per stasera" propose Crux, offrendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi.
Lasti l'accettò e, dopo essere tornato in piedi, ripose l'arma nel fodero.
"Buona idea. Rimettiamoci in marcia"

Di nuovo in testa al gruppo, la sua malinconia non lo aveva abbandonato. Era pensieroso, a dirla tutta. Erano quasi arrivati al luogo della sua ultima fatica e un ishir aveva provato a sbarrare loro la strada. Si trattava di predatori pericolosi che popolavano quelle zone, ma normalmente non si sarebbe avvicinato a lui così facilmente.
"Mia Dea" la chiamò sottovoce, sperando fortemente in una risposta.
Silenzio.

La Voce della Dea (BL/Fantasy/Guerra) #Wattys2021||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora