La nuova progenie del drago

Parte 6: l'epifania di Alma

Palesandosi accanto a Terever, Alma aveva poggiato la fronte contro quella scabriosa del suo drago, che alcune scaglie cornee cominciavano a ricoprire la testa; il fanciullino con le ali vedendola le offrì subito una peonia rossa; Alma portava ancora con sè l'odore muschioso di sua madre cosa che sconvolse ancor di piu' il magistrato; era turbato l'accusatore. 

Alma si picchiettò la scultorea gamba con quella peonia rugiadosa; l'Accusatore si avvicinò tutto mellifluo:

"mia cara non pensare ti prego che io ti sia ostile! Pensa che fu emanato un decreto! Ed io mi attengo alla legge"!

Alma, sfacciata, si mise a fare il solletico al collo dell'alto magistrato che cominciò a sudare:

"Cosa dice il decreto?" sussurrò Alma.

Ormai i rivoli di sudore correvano sulla schiena dell'uomo togato: "un decreto da nulla mia cara dice che devi andare nel pianeta Io dove dorme protetta dalle fiamme la grande madre e devi, tu ed il tuo drago, dovete rimuovere lo scudo d'argento della primordiale signora e portarlo via solo così sarai riconosciuta come principessa ereditaria".  Alma rise e frustò senza altro il dignitario con la sua peonia così scherzosamente mentre quello era preso da interrogativi del tutto nuovi, infatti l'Accusatore si sorprendeva della sua inedita acutezza visiva, notava particolari che non avrebbe immaginato di vedere: l'omero di Alma per esempio quella curva squisita che si perdeva in quell'altra morbida curva della clavicola, si chinò per guardare quell'armonia ellittica ma ricevette un'altra sferzata con la peonia;  cercò di riconquistare un pò di dignità ma è verità che la bellezza rende stolti gli uomini.

Il fanciullo alato si avvicinò ad Alma e Tereven e offrì i suoi servigi: 

"Seguitemi pure io vi mostrerò il percorso".

L'Accusatore avrebbe voluto fornire dettagli e soprattutto saluti ma dovette accontentarsi delle spalle arroganti di Alma, splendide spalle del resto con quella carne di un bianco abbagliante maliziosamente offerta.