Glauco non si risparmiava le guardie, e come i suoi piu' semplici guerrieri vigilava, alla luce di quell'aurora boreale, controllando il campo di battaglia perchè era di quello che si trattava: era la vasta pianura di una battaglia campale e Glauco aspettava.
Cosa aspettava? La voce arcana! Quella che di tanto in tanto gli sussurrava tenere parole di conforto; piu' che un sussurro era un canto, un canto ancestrale e infatti la voce arcana non si fece piu' attendere:" Glauco" sussurrò "sei pronto caro"?. Il guerriero sentì un palpito al cuore, un vero urto contro il torace:
"Si mia signora" Sapeva per certo che quella voce flautata ma vigorosa era di una donna:
"Glauco, ascoltami e preparati".
"Si mia signora, come ordini".
"Allora i piu' grandi condottieri avevano un solo occhio, ben del tuo caro, sii simile al macedone Filippo, al cartaginese Annibale, al grande ammiraglio Orazio".
"Si mia signora, ecco, la benda ha coperto il mio occhio".
" Adesso guarda figlio mio, guarda".
Glauco guardò il cielo boreale e là in fondo vide muoversi delle masse mostruose, il nemico! Erano truppe certamente e in breve ci fu una specie di ammasso temporalesco che riempiva il centro di quello schieramento mentre le ali di quell'esercito erano esigue, ma sempre possenti.
Glauco si ripetè l'antico mantra guerriero:
"Mai attaccare il centro dello schieramento, è l'ultima risorsa, ricordatevi tutti, urlò lui ai suoi preparatevi e non colpite mai al centro dello schieramento ma avventatevi sui lati!"
Ai giovani falangisti ripresero i loro affondi con le sarisse, e i loro draghi docili eseguivano le manovre, e guardavano con occhi benevoli i giovani guerrieri che moltiplicavano gli affondi con le loro lance corazzate, occhi benevoli ma sonnolenti, infatti le bestie smisurate si sdraiarono in mezzo alla pianura ed una nebbia rossa si sollevava dal terreno, avvolgendo lieve le grandi masse cartilaginee. Glauco li guardò allarmato, come avrebbero retto l'urto dei nemici se i loro draghi andavano in letargo? Il suo drago sentendo il suo sgomento urlò il suo fiammeggiante furore verso i suoi fratelli, era il drago dominante, Glauco lo trattenne ma guardò smarrito il suo esercito in letargo, larghe ragnatele cremisi coprivano i corpi abbandonati e fremevano le masse muscolose strette dai cordami rugginosi.
Mentre Glauco osservava sbigottito, vide avvicinarsi un uomo alto e muscoloso, seminudo solo degli stracci a coprirgli il pube e ali piccole e plumbee sulle spalle; portava una corona d'oro e serio in volto la poggiò sulla testa del giovane:" ti saluto come imperatore, sei il duce di queste truppe e questo diadema lo attesta; io sono Eros il piu' antico degli dei, prima di tutti gli dei posso suscitare odio e amore a mio piacimento e ti dico che il furore animerà le tue truppe contro il nemico.
"Vigila Glauco e sii tranquillo ancora hai molto tempo davanti a te". E andò via grande e triste come era venuto, Glauco rimase solo davanti alla pianura smisurata.
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La nuova progenie del drago
FantasySi può risorgere da una rovinosa sconfitta? Potranno i nuovi eroi riportare al potere la Grande Madre? Alma e Terver risponderanno a queste domande.