XIX

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Taehyung era ricoperto di cerotti e medicazioni, possedeva sul labbro una ferita e accanto al fianco un livido violaceo evidente. Era nel letto e nessuno era ancora venuto a fargli visita, forse sua madre non sapeva ancora la verità e aveva paura che dall'altra parte Don Kim venisse di nuovo a fargli del male, perció aveva timore sia ad uscire che a restare.

Si morse il labbro e si fece male da solo, ma tutto quel dolore non era paragonabile al dolore che provava nel suo cuore, Jungkook, Jungkook, Jungkook... solo questo riusciva a pensare. Dov'era Jungkook? Don Kim gli aveva fatto del male? Stava bene? stava provando a chiamarlo?

Aveva cosí tanta paura. Sarebbe stato disposto ad ogni tortura, bastava che il suo amato fosse al sicuro e che stava bene.

Qualcuno bussó la porta e lui scattó immediatamente. Si ricoprí il corpo con la coperta e strinse gli occhi, pronto a tutto.

«Taehyung!»

Sussurró Hoseok, Taehyung riconobbe la voce e vide il suo viso, neanche lui stava tanto bene. Taehyung scattó e tolse via le coperte.

«Cosa ti é successo alla faccia?»

Hoseok alzó le spalle e chiuse la porta dietro di sé, spaventato.

«Diciamo che Don Kim non mi ha risparmiato. Neanche Jimin sta bene.»

Taehyung ormai demoralizzato cominció a parlare.

«In che senso? portami da lui!»

«No! Taehyung! é pericoloso.»

Hoseok disse mettendosi davanti alla porta.

«Non posso restare qui troppo tempo. Tuo padre sa che non sono con Jimin. Non c'é tempo Taehyung, dobbiamo avvisare Jungkook.»

Taehyung annuí, Hoseok tiró fuori il suo cellulare.

«356 789 8890. Questo é il suo numero e l'indirizzo lo conoscete.»

Hoseok annuí salvando il numero e sorrise a Taehyung.

«Aggiusteremo tutto.»

Taehyung guardó a terra.

«Mi dispiace.»

Hoseok uscí dalla stanza e ritornó da Jimin, non sapendo se Don Kim fosse effettivamente in casa o meno.

«Jimin! vai a questo indirizzo. Io resto qui. Porta il telefono!»

Jimin con mani tremanti prese una pistola e il numero di telefono, guardó Hoseok mordendosi il labbro.

«Sei sicuro che sia la scelta migliore?»

Hoseok gli strinse le mani.

«Non abbiamo altra scelta.»

Jimin annuí per ppi scendere le scale e arrivare nel garage. Era una giornata un pó ventosa ma non aveva tempo di farci caso. Salí sulla macchina e corse verso casa di Jungkook.

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