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Charlotte: Posso farti una domanda? Prima hai detto "abbiamo". Oltre te, chi gestisce questa libreria? Se non sono troppo invadente- aggiungo, pentendomi subito della domanda posta
Si nel frattempo gli chiedo anche l'indirizzo di casa? Che scema che sono

Asher: Assolutamente no, tranquilla. Quest'attività è mia e di mio padre, voleva che realizzassi il suo ultimo desiderio prima che lui... beh si hai capito- ed ecco che il suo sguardo si rii spegne diventando cupo

Ecco, sapevo che avrei rovinato tutto

Charlotte: Oh certo, capisco. Beh il desiderio di tuo padre è stato un dono per la nostra città, sul serio questo posto lascia il fiato sospeso-
Mi guardo attorno
Asher: Sono contenta che ti piaccia, tu invece che ci fai da queste parti?-
Prende una di quelle sedie apri e chiudi, la poggia dietro la cassa poi ne prende un'altra per me, posizionandola vicino alla sua

Mi fa segno di sedermici

Charlotte: Qui ci passo le vacanze, solitamente, però quest'anno mia madre ha deciso di farmi continuare gli studi qui, quindi mi sa che ci vedremo anche a scuola, in che anno sei?-
Asher: Che coincidenza! Anch'io mi sono appena trasferito. Comunque, dovrei essere al quarto anno. A proposito, non mi hai ancora detto il tuo nome-
Fa un sorrisetto timido ed innocuo
Charlotte: Charlotte, mi chiamo Charlotte Hale e sono di secondo-
Cerco di nascondere la mia umiliazione nell'avergli appena rivelato la mia età. Devo imparare a cucire la mia stupida bocca
Asher: Me l'aspettavo che fossi di secondo. Sei troppo intelligente per avere la mia stessa età- ridacchiamo insieme
D'istinto, gli do una pacca sulla spalla.

È come se ci conoscessimo da una vita, come se già sapessi di potermi fidare al 100% di lui. È strano, non so lui prova le mie stesse sensazioni.
Non c'è alcuna malizia o seconda intenzione nelle nostre parole.

Siamo due anime pure

Asher: Ehy, mi stai ascoltando?- schiocca due dita davanti alla mia faccia divertito
Charlotte: Oddio si scusa, stavo pensando ad una cosa- ridacchio, seguita da lui

Asher: Beh è stato bello incontrarti, Charlotte, ma adesso devo tornare a lavoro. Passa se ti va, magari prossima volta andiamo a bere qualcosa insieme, che ne dici?-
Charlotte: Certo, perché no?- gli sorrido
Mi passa un bigliettino con sopra l'indirizzo del bar dove incontrarci al nostro prossimo "appuntamento" e subito dopo averlo salutato, esco

Avrei dovuto dire no? Infondo ci conosciamo da nemmeno un'ora...
E se fosse un serial killer?

Ci risiamo. Io e le mie paranoie

Beh in caso si rivelasse un serial killer, avrei comunque il telefono per poter mandare a qualcuno la mia posizione, (non si sa mai)

Torno a casa, fiera degli acquisti fatti nel primo pomeriggio
A proposito, il sole era ormai basso e il cielo buio. Sono stata davvero tanto tempo in libreria.

Entro, poso le chiavi e in un gesto del piede, tolgo entrambe le scape.
Salgo lentamente, e mi chiudo a chiave nella stanza, precedendo qualche compagnia indesiderata desiderosa di farmi visita.

Prima tela, decido di fare delle linee sottili a matita.
Poi, passo ai colori, che scivolano nella tela come se fossero autonomi, come se decidessero loro dove andare.

Appena finito il dipinto, un rumore mi fa sobbalzare in aria: qualcuno ha bussato alla porta di camera mia senza prima avvisare
Charlotte: Chi è?-
JJ: Sono io, fammi entrare- ordina con prepotenza
Charlotte: Emh... no? Perché dovrei?-
JJ: Devo controllare se ciò che hai detto prima è vero. Sei stata troppo tempo fuori, saresti dovuta essere di ritorno circa un'ora e mezzo fa-
Charlotte: Oh ma che cazzo vuoi? Ma mica sei la mia guardia del corpo o mio padre. Vattene e lasciami in pace: Non ti sono bastate le cose che ti ho detto per toglierti di mezzo alle palle?-
Ok, stavolta ho veramente esagerato.
Sono fottuta, sono letteralmente fottuta
Non mi parlerà mai più in tutta la vita, che stronza di merda che sono. REAGISCI CHARLI REAGISCI

Charlotte: Scusa io... JJ, devi lasciarmi i miei spazi. Non intendevo sul serio quelle cose ma con te addosso non riesco più a respirare- dico avvicinandomi alla porta
JJ: Hai ragione, vado via-

Vado via? Che vuol dire vado via?

Sicuramente starà andando in camera sua o in qualsiasi altro posto della casa, domani gli passerà, e anche a me.

-
Mi risveglio nel mio letto, con i raggi del sole che penetrano insistentemente nel pavimento della stanza e gli uccellini che cinguettano. Un risveglio da parte di madre natura

Scendo le scale per metà, ricordando poi di essere in intimo.
Risalgo e mi cambio indossando il mio classico pigiama pantaloncini e top

Charlotte: Buongiorno mamma-
Come sempre, mi avvicino a mia madre e le do un bacio in guancia.
Stavolta però, non ha quell'espressione felice che di solito le vedo sempre stampata in faccia.
Sembra triste e preoccupata, oltre che ansiosa. Ha due occhiaie giganti color pece sotto agli occhi, segno che non ha dormito.

Charlotte: Ehy che succede?-
Mi abbraccia, lasciandomi perplessa
Cora: JJ è scomparso- porta le mani vicino alla bocca 
Charlotte: Sarà sicuramente andato a schiarirsi le idee, quante volte ha fatto così mamma? E quante volte ci siamo preoccupati per nulla? Lui sa il protocollo, se non torna entro 48h la polizia denuncerà la sua scomparsa. Tornerà, come ha sempre fatto. Fidati di me- l'abbraccio sperando di averla calmata almeno il necessario per farla riposare qualche ora

Mi sento un po' colpevole, ripensando alla discussione che ho avuto ieri col mio fratellastro.
Magari ha bisogno di stare per qualche ora lontano da me o magari... no ma che dico è tutta colpa del mio orgoglio e del mio essere stronza per mantenere un profilo alto, fanculo l'orgoglio, io non voglio che JJ scompaia o vada via, non ho mai voluto questo.

Don't you know that you're toxic? | JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora