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Mi sveglio stranamente all'alba, con i primi raggi del sole che illuminano la stanza rendendola viva.
Ancora frastornata da ieri sera, mi giro intorno per esaminare la situazione.

Trovo JJ accanto a me, con la testa poggiata all'altezza del mio seno, e le possenti braccia che mi circondano i fianchi in un abbraccio.

Subito vado in apnea, non riesco più a respirare. È come se tutto d'un tratto fossi claustrofobica e mi trovassi in una stanza striminzita che sta quasi per schiacciarmi.
Come ci è arrivato in questa posizione?

Mi agito nel letto, cercando di spostare le sue mani dal mio corpo ma con scarsi risultati.
Lo sento mugolare nel sonno e stringermi ancora più forte, spostando la testa sopra il mio petto.
Cazzo.

E se mia madre fosse entrata e ci avesse visti? Avrò chiuso a chiave ieri?
È tutto così confuso e complicato.
Vado in iper ventilazione.
Devo seriamente trovare un modo per togliermi questo super sexy parassita di dosso.
SOLO PARASSITA. NON È SEXY.
Non è che se lo ripeto me ne convinco di più... ma comunque.
NO, SMETTILA.

Ok, avete appena assistito ad una normale chiacchierata fra me e la mia insopportabile coscienza.

Mi accascio disperata nel letto, ritornando alla mia postazione. È inutile dimenarsi quando hai un gorilla accanto che ti tiene imprigionata.

Finalmente lo vedo schiudere gli occhi che vengono illuminati dal sole somigliando un mare in piena estate.
Charlotte: J, i tuoi occhi sono fantastici.-
Lui è ancora palesemente frastornato, si guarda intorno e scruta per bene il luogo dove si trova.
JJ: Oh cazzo che ci faccio qua?-
Charlotte: Rilassati. Ieri eri fatto e anche sporco. E puzzolente, quindi per scampare a tuo padre, ti ho portato qui-

Si rende conto solo dopo, di aver ancora le mani attaccate alla mia pelle e subito le sposta.

JJ: Scusami. Cazzo, che casino, non so cosa mi sia preso.- confessa, girandosi per non farsi vedere da me. Probabilmente penserà di essere patetico.
Charlotte: Scusarti di cosa? Di aver preferito l'erba a  me, o di aver dormito qui?-
JJ: Tutte e due.-
Dal tono di voce sembra realmente dispiaciuto
Mi avvicino a lui e gli sposto delicatamente il mento, costringendolo a guardarmi, e quando incontro quella distesa marina che si trova nei suoi occhi, cazzo se mi ci perdo dentro.

Charlotte: Tranquillo, non devi sentirti in colpa per nulla. Non avrei mai voluto costringerti a venire alla cena men che meno a dormire da solo e farti scoprire da tuo padre. Ok? Puoi stare sereno, non ce l'ho con te.-
Mi guarda con occhi pieni di una luce strana che decifro come speranza.
JJ: Sul serio?-
Annuisco e lui si butta addosso a me, abbracciandomi.
Dio quanto brucia il contatto col suo corpo...

Si alza lentamente dal letto, senza mai staccare gli occhi dai miei.
JJ: Grazie per avermi coperto con Mike. Adesso vado a fare una doccia nel tuo bagno, se qualcuno mi cerca digli che da me non funziona il doccino e quindi son venuto qui.-
Sputa secco, entrando subito in bagno, senza darmi nemmeno il tempo di ribattere.
Adesso che ha acquisito lucidità è tornato ad essere lo stronzo freddo di sempre, fantastico.

Decido di alzarmi dal letto per vestirmi, di certo non rimarrò accasciata qui a crogiolarmi nei miei stessi pensieri. Nossignore.

Scorgo tra l'infinità di vestiti presenti nel mio armadio, un cardigan violetto che abbino con una canottiera bianca sotto.
Indecisa su quali jeans usare, sfilo i miei pantaloni da pigiama per provarne alcuni di vario tipo.
Una vocina stridula mi distrae dal mio intento, è JJ che come al suo solito, canta sotto la doccia.
Che scemo.

Ritorno al mio lavoro, estraendo finalmente un paio di jeans viola scuro, che creano un perfetto contrasto col pezzo sopra, ma arrivati alla coscia, non riescono più a salire, per via del mio sedere troppo grande per essere contenuto in dei jeans stretti come questi.
Che palle, ma oggi il fato ce l'ha proprio con me.
Provo a spingerli leggermente in su facendo qualche saltino, invano.
D'un tratto la vocina di JJ si ferma. Finalmente, era ora.
Non appena mi volto dal lato dello specchio, per riuscire a risolvere questo casino, mi accorgo che J mi sta fissando, chissà da quanto.
Sussulto alla sua vista.
Che imbarazzo, ho letteralmente il sedere di fuori, coperto solo dalla biancheria intima. Dopo questa andrò a sotterrarmi in qualche città sperduta.

JJ: Ma guardati.-
Charlotte: Ti prego J non ricominciare. Anzi ritorna da dove sei venuto, io qui ho da fare, come puoi ben notare. E questa è camera mia, ti ricordo.-
JJ: Quindi dovrei obbedire ai tuoi ordini solo perché è camera tua?- si avvicina con passo felpato.
Charlotte: Stai indiet-
Non riesco a completare la frase che mi blocca nello spazio anteposto tra l'armadio e il muro.
JJ: Questi jeans sono troppo stretti, e se anche riuscissi ad infilarli sarebbero troppo attillati. Non fanno per te.- sussurra con voce roca.
Mi guarda da cima a fondo come se mi stesse studiando.
Sofferma lo sguardo sul ventre, mentre io lentamente mi trasformo in un pomodoro.

Quanto è imbarazzante questa situazione da 'mille' a 'non c'è una fine'?

Charlotte: Non sono affari tuoi.- deglutisco pesantemente.
JJ: Ah no?-
Spinge il suo petto contro il mio, e solo una volta a contatto con la sua pelle, scorgo che in questo momento non indossa nulla, eccetto per un'asciugamano posto sotto l'ombelico.
Charlotte: JJ, ma che stai facen-
La vicinanza è troppa ormai. Non riesco nemmeno a parlare.
Charlotte: J, devo cambiarmi, spostati.- ti prego, fallo, implora la mia mente.
Mi osserva un'ultima volta come a volermi lasciare addosso quel suo sguardo, e lentamente si allontana, recandosi nella sua stanza.

Corro verso lo specchio e solo adesso mi rendo conto di quanto io sia rossa in volto. Sarò sicuramente sembrata una stupida ai suoi occhi. Ma almeno adesso posso finalmente buttare un respiro di sollievo dato che non è più nella stanza.

Accendo la connessione del cellulare, per controllare che qualcuno non mi abbia mandato messaggi, e ne trovò uno di Madison dove mi chiede di vederci al bar vicino casa di Marty alle 10 in punto per fare colazione insieme.
Come se fosse un movimento autonomo, i miei occhi ricadono subito sull'orgoglio appeso sopra la tastiera del letto che segna le 9:45
Devo sbrigarmi o sono fottuta.

Sfilo velocemente i jeans viola per rimpiazzarli con un paio di pantaloni a palazzo color crema.
Correndo per quei pochi metri quadrati dai quali è composta la mia stanza, mi ritrovo nell'angolo trucco.
Mi guardo allo specchio disperata, e quasi vomito nel vedere il mio riflesso.
Dio, sto proprio messa male stamattina.

Applico correttore in abbondanza e faccio una veloce sfumatura di marrone sulla parte esterna dell'occhio. Completo il tutto con cipria, mascara e un piccolo, quasi invisibile, strato di rossetto rosa nude.

Adesso tocca ai capelli: decido di fare le onde solo nei ciuffetti iniziali, in modo da ricreare le famosissime "curtain bangs".

Una volta finito mi faccio una sfilza di complimenti allo specchio, da sola, e poi torno di là per prendere il cellulare e una pochette che è del medesimo colore dei pantaloni.

Ancora di corsa, mi dirigo in cucina per chiedere dei soldi a mia madre, ma non la trovo.
Sono ufficialmente disperata e senza scampo.
Come farò adesso?
Il destino vuole che la mia unica opzione sia...

JJ: Dove stai andando?- domanda da dietro le scale
Charlotte: Non sono affari tuoi- mi giro a guardarlo
Ha dei pantaloni da tuta addosso e una canottiera che gli risalta la muscolatura perfetta che detiene come un dio greco.
JJ: Io credo di sì, essendo che Cora e mio padre saranno via tutto il giorno e io sono il più grande, quindi quello a cui rendere conto per ogni tua azione-
Charlotte: Quanto sei pesante J, devo solo andare a fare colazione con le mie amiche. E a proposito, dove sono mamma e Mike?-
JJ: Che ci vuoi fare se sono il più grande? Comunque sono andati a farsi una mini vacanza o una roba del genere-
Bene, quasi perfetto direi.
Coloro che dovrebbero badare a me per legge, mi hanno lasciata sola in casa con questo scostumato.
Giuro che quando mia madre tornerà la ucciderò con le mie stesse mani per essere andata via e non avermi nemmeno avvisata.

Charlotte: Hai finito adesso? Posso andare?-
Allungo la mano verso la maniglia, per uscire
JJ: Ad una condizione-
Mi blocco.
Faccio segno a JJ di continuare la frase
JJ: Devi portarmi con te-
Se lo può scordare.
Charlotte: Non se ne parla, voglio stare da sola in pace con le mie amiche-
JJ: Pazienza, fa niente. Vuol dire che rimarremo a casa entrambi- accenna un finto sorriso di sfida, come a farmelo apposta.
Charlotte: Almeno sei già pronto?- mi ritrovo, purtroppo, a domandare.
Non voglio rinunciare a un'uscita con Mads, per lui. Anche se questo implica il portarmelo dappresso.
JJ: Prontissimo-mi guarda con quel suo sorriso da truffatore beffardo.
Charlotte: Bene, andiamo. Guido io- preciso, prima di sfilare le chiavi della macchina dalla ciotola che si trova sul tavolo.

Don't you know that you're toxic? | JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora