Prigioniera

1.5K 55 1
                                    

Sento un rumore di catene, cancelli che si aprono e si chiudono facendo il tipico cigolio. Qualcuno prende delle chiavi e gira la toppa, mi gettano all'interno di una cella ed il mio corpo viene a contatto con un pavimento freddo. E nient'altro, poi c'è solo silenzio e sprofondo di nuovo nell'oblio.

Riapro gli occhi, rendendomi conto finalmente di dove sono: in una prigione sotterranea. Mi alzo, non riesco a stare sulle mie gambe, mi gira talmente tanto la testa che barcollo. Poi in un momento di lucidità mi tornano alla mente tutti gli eventi che sono accaduti. Forse era meglio rimanere svenuta.
Viktor.
Chissà se sei ancora vivo oppure sei morto lì da solo per colpa mia. Mi accascio a terra, perché tanto provare a rimanere in piedi è inutile, è come se qualcuno si fosse portato via tutta la mia linfa vitale, lasciandomi svuotata senza forze. 
Chiudo gli occhi, cercando di trovare un po' di pace. Ma forse per quello che ho fatto è chiedere troppo. Infatti dopo pochi secondi qualcuno si affaccia davanti la mia porta. Dalle grate di acciaio posso intravedere la figura di un uomo, il quale mi sta osservando attentamente. Non l'ho mai visto in vita mia, ma sono sicura che sia il capo. Si vede dal modo in cui si pone e da come si comporta con le guardie attorno a lui. Decisamente ho di fronte colui che comanda tutta la baracca.

" Sai, vorrei tanto sapere cosa ti frulla in mente, però posso intuire da come mi guardi che anche tu mi stai studiando attentamente come faccio io dall'altra parte. Questo è sinonimo di intelligenza, perché prima di fare una mossa cerchiamo di capire chi abbiamo davanti e poi di conseguenza agiamo nel modo che riteniamo più giusto."

La sua voce... non è terrificante come pensavo, tutt'altro ti invoglia a volerlo sentire parlare ancora. Sarà quello che chiamano carisma.
E lui ne ha da vendere.

" Ti voglio svelare un segreto, quel ragazzo che era insieme a te, il cacciatore che è diventato tuo amico, non è altro che mio fratello. Adesso è chiuso nella sua stanza tenuto sotto sorveglianza, perché non fa altro che urlare di continuo di lasciarti andare. Si può sapere come hai fatto a convincerlo a unirsi ad un licantropo?"

Albert è il fratello del capo dei cacciatori? Beh questo è confortante, almeno uno di noi due sopravviverà a tutto questo.

" Perché non parli? So che sei abbastanza in forze da farlo. Mi irrita dover dialogare da solo. Non amo i monologhi. Vorrei tanto sapere il tuo punto di vista, vorrei sentire la tua voce e capire come ha fatto quell'idiota di Albert a farsi incantare da te. Non c'è dubbio che tu sia di bell'aspetto ma... un cane rimane un cane.
Però nel tuo caso, devo ringraziarti. Ti chiederai il perché. Semplice, non hai fatto del male a mio fratello minore, non gli hai tolto neanche un capello, siccome tu hai risparmiato la sua vita, io ti lascerò vivere."

Le sue parole mi fanno ridere. Si crede così magnanimo? Sento di averlo preso in contropiede con la mia reazione. Non si aspettava di certo una risata da parte mia.

" Ora tocca a me parlare. Tanto volevi un botta e risposta no? Ritornando al tuo discorso di prima... Questo lo chiami vivere per caso? Dietro ad una cella per il resto dei miei giorni? Preferisco la morte. Almeno quella darà sollievo al dolore che mi opprime come un macigno sul cuore."

Non riesco a vedere appieno il suo viso, purtroppo la mia vista di licantropo al momento è fuori uso per colpa del farmaco che mi hanno iniettato. Però qualcosa riesco a distinguere, e sono i suoi capelli: rossi come il fuoco.

" Non ti ucciderò, devo ammettere che la conversazione con te mi ha incuriosito. A proposito, il mio nome è Xavier, piacere di conoscerti Elizabeth."

Dopo queste parole se ne va, e l'unica cosa che percepisco è un rumore di passi che si allontanano.

Non so quanto tempo sia passato dal mio incontro con lui. Forse uno o due giorni al massimo. Adesso ho riacquistato pienamente tutti i miei sensi e le mie capacità. Ho provato a rompere le sbarre, ma appena le toccavo le mie mani bruciavano: sono fatte d'argento. Molto furbo da parte sua. Per tenermi in vita mi passano attraverso una fessura cibo e acqua. Devo dire che non si risparmiano, le porzioni sono abbondanti.
D'un tratto sento un odore familiare, un profumo che sa di casa. Non può essere. Davanti a me vedo qualcuno di inaspettato: Kilian.
Ma che ci fa qui? E soprattutto come fa ad essere dall'altra parte della barricata senza che nessuno lo attacchi o lo imprigioni?

Isabell: storia della ragazza lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora