Attacco

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Scappo via verso la foresta in cerca di un po' di pace. Non c'è nessuno in quel posto, così potrò piangere senza perdere la dignità che mi resta.
Mi siedo a terra e faccio scorrere tutte le lacrime che ho trattenuto fino adesso.
Sono talmente immersa nel mio dolore, che non mi accorgo della presenza di Albert alle mie spalle.

" Perché stai piangendo, ti sei ferita da qualche parte per caso?"

È preoccupato, sta cercando di capire da dove provenga la fonte del mio dolore.
Mi asciugo gli occhi e gli racconto quello che è successo. Lui, mi ascolta in silenzio senza proferire parola, sta aspettando che io finisca di sfogarmi del tutto, prima di parlare.
Appena termino il mio discorso, lo vedo visibilmente arrabbiato.

" Tu vuoi dirmi che questo Caleb ti avrebbe rifiutata? Ma è pazzo per caso o forse cieco? Chi mai potrebbe dirti di no? Chiunque vorrebbe essere al suo posto. È così fortunato."

Poi si mette davanti a me e mi prende per le mani, accarezzandone il dorso con delicatezza.

" Fregatene, non ti merita. Poi come ha detto lui, non siete neanche compagni, di conseguenza troverai di certo qualcuno che ti darà le giuste attenzioni e ti metterà al primo posto."

Tiro su col naso. Fa male risentire quelle parole pronunciate da Caleb poco prima.

" Albert, saprò solo tra qualche mese chi sarà il mio compagno di vita, e non posso escludere la possibilità che sia Caleb. Devo solo aspettare il giorno in cui compirò 18 anni, solo allora potrò sapere a chi sono destinata."

Mi copro le spalle con le braccia, mettendo la testa in mezzo alla gambe, per non far vedere ad Albert le lacrime che stanno riaffiorando di nuovo, più prepotenti di prima.

" Elizabeth e se... fossi io il tuo compagno? Pensaci, perché mai ci siamo incontrati allora? Perché il destino ha voluto che tu ed io incrociassimo il nostro cammino? Non è un'idea così assurda. Tu stessa mi hai detto che tua mamma, che è umana, ha avuto l'imprinting con tuo padre che è invece un licantropo. Se valesse la stessa cosa anche per noi?"

Alzo la testa, scioccata dalle sue parole. Lo guardo e dai suoi occhi traspare un grande entusiasmo. Lui vorrebbe stare con me?

" Albert, in questo momento non riesco a pensare proprio a nulla, scusami se non reagisco nel tuo stesso modo. E solo che... ancora non possiamo sapere se tu ed io ci apparteniamo."

Le mie parole non lo smuovono di un centimetro anzi lo incoraggiano di più verso la tua teoria.

" Non possiamo saperlo, non ancora. Ma ormai manca poco Lizzie. Ci siamo conosciuti proprio il giorno del tuo compleanno e sono passati esattamente 10 mesi da allora. Solo pochi giorni e sapremo come stanno le cose. Anche se io credo proprio che siamo fatti l'uno per l'altra."

Se fosse come dice Albert dovrei sentirmi spinta verso di lui, ed invece io sento sempre di più un legame con Caleb. Che situazione...

Poi ad un tratto vedo un coltello che si conficca proprio nella corteccia dell'albero dove sono appoggiata. Mi alzo di scatto e vedo un gruppo di cacciatori armati fino ai denti. Mi giro verso Albert per avere spiegazioni, ma lo vedo sconvolto quanto me, se non di più.
Poi uno di loro inizia a parlare.

" Bene bene, chi abbiamo qui? Un ragazzo sciocco che non si è reso conto minimamente di essere seguito e una lupetta, che presa dai suoi problemi, non si accorge che siamo proprio ad un passo da lei. Che scena patetica."

Allora Albert non c'entra nulla. Mi pento di aver pensato subito male di lui. Ma adesso però non c'è tempo per i sensi di colpa, devo trovare un modo per uscire dai guai. Prima che possa mettermi in posizione di attacco, vedo il mio amico mettersi proprio di fronte a me.

" Non la toccherete neanche con un dito. Non ve lo permetterò. Prima dovrete passare sul mio cadavere."

I cacciatori, sentendo le parole di Albert sono rimasti visibilmente scioccati. Non si aspettavano di certo che uno di loro, difendesse  una come me.

" Sei forse impazzito ragazzo? Non hai capito chi hai accanto a te? Una sporca cagna. Ecco cos'è. Non è nient'altro. Ti ha fatto il lavaggio del cervello per caso? Stasera metteremo fine a questa storia e come un trofeo ci porteremo la sua pelliccia a casa."

Vedo Albert sussultare a quelle parole, poi come una furia si lancia addosso all'uomo.

" Fermo! Dove stai andando! Hanno i fucili, tu sei disarmato!"

Urlo, con tutto il fiato che ho in corpo. Ma lui non si ferma.
Appena sta per colpirlo, qualcun altro gli spunta alle spalle e lo tramortisce in testa con un colpo ben assestato. Albert sviene all'istante e arriva dritto al suolo.
Da una parte sono sollevata che non gli abbiano causato una ferita peggiore, dall'altra sono talmente arrabbiata da andare incontro al nemico per azzannargli la gola. Mentre corro verso di loro, mi accorgo troppo tardi di un cecchino posizionato sull'albero, nascosto alla vista di chiunque. Come se avesse aspettato quel momento da tutta la vita, prende la mira e spara nella mia direzione. Solo che non sono io ad accusare il colpo ma... Viktor.
Il quale si accascia a terra, com un proiettile conficcato proprio nel petto. Mi accorgo che dalla ferita inizia ad uscire un sacco di sangue.
Il problema dei proiettili d'argento che usano i cacciatori è che sono letali per i licantropi, impedendone la guarigione istantanea.
Cado in ginocchio davanti alla figura immobile di mio fratello.

" Viktor!!!!"

Un urlo straziante mi esce dalla gola, la consapevolezza che mio fratello sta per morire, tutto per salvare me.
Lui apre gli occhi e con un filo di voce cerca di dirmi qualcosa. Io gli stringo la mano, come se tenendomi a lui, io possa impedirgli di lasciarmi.

" Lizzie, quando te ne se andata poco fa per il rifiuto di Caleb, ero così preoccupato per te. Avevo paura che potessi metterti nei guai, che ti potesse accadere qualcosa di grave. Così ti ho seguita, e appena ho sentito lo sparo mi sono messo davanti a te. Lo rifarei altre mille volte, sei mia sorella, ti ho sempre protetta da tutto e da tutti. Non sentirti in colpa per quello che mi è successo, non farlo mai. Anzi cerca di vivere al meglio la tua vita anche per me d'ora in poi."

Se io non fossi stata così insistente nel continuare i miei incontri con Albert, questo non sarebbe mai avvenuto. Ho causato io tutti questo, con la mia testardaggine.

"Fratello. Fratello mio. Mi dispiace così tanto, avrei dovuto darti retta, avevi detto che poteva essere un rischio, ma non ti ho ascoltato."

Calde lacrime scendono dal mio volto, bagnando il viso del mio gemello. Tutto quello che mi circonda ormai ha perso d'importanza per me, adesso c'è solo lui come mia priorità assoluta.

All'improvviso sento degli ululati risuonare uno dopo l'altro. Il branco si è accorto degli intrusi e sta venendo verso di noi. Al tempo stesso però i cacciatori non vogliono farsi trovare dai lupi senza un piano di attacco. Così prima di andarsene via, vogliono un ostaggio con loro che gli garantisca la sopravvivenza. Non mi rendo nemmeno conto quando uno di loro mi mette una catena al collo, e cerca di trascinarmi via. L'unica cosa che sento in questo momento è di restare incollata a mio fratello, di non lasciargli mai la mano. Poi però con uno strattone mi allontanano da lui, staccando così le nostre mani. Quando avviene quel distacco, io ricomincio ad urlare più di prima.

" No! Vi prego! Non voglio lasciarlo! Lasciatemi qui, non posso abbandonare mio fratello. Non può morire da solo!"

Cerco in tutti i modi, con le unghie e con i denti di attaccarmi al terreno pur di non farmi portare via lontano da Viktor. Ma le mie suppliche sono inutili, prendono una siringa con un liquido dentro e me la iniettano nel collo. In pochi secondi, la vista mi si annebbia e l'ultima cosa che vedo è lo sguardo di mio fratello rivolto verso di me, mentre una lacrima solitaria scende lentamente dal suo viso.
Sto per perdere i sensi, e non saprò mai se gli altri arriveranno in tempo per salvarlo.

Capitolo finito.

Isabell: storia della ragazza lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora