Gelosia

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Dopo la festa del nostro compleanno, le cose sono tornate alla monotonia di sempre, tranne che per me. Ogni notte sgattaiolo dalla finestra della mia stanza. Senza farmi accorgere da nessuno, nell'orario stabilito mi preparo per incontrare Albert nella foresta. Ormai è diventata un'abitudine, una cosa naturale, vederci al chiaro di luna. Tra me e lui si è instaurato un bel rapporto di amicizia, ci confidiamo i nostri segreti e le nostre aspettative per il futuro.
Appena arrivo al luogo dell'incontro, lo stesso della prima volta in cui ci siamo incontrati, lo vedo assorto ad osservare il cielo, illuminato solo dalla luce della luna.
Mi avvicino a lui senza farmi sentire e con un salto salgo sulle sue spalle.
Cadiamo giù entrambi come due sacchi di patate.

" Lizzie! Si può sapere che combini? Mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo che qualcuno mi stesse aggregando. Ed invece... è solo una lupetta che vuole giocare."

Si gira per guardarmi il volto e mi sorride smagliante. Io rido alla sua battuta. Effettivamente è come dice lui, voglio divertirmi come non faccio da tempo e lasciare tutte le mie responsabilità da parte. Almeno la sera, poi col sorgere del sole tornerò ad essere l'efficiente Elizabeth.

" Ammettilo che ti sei proprio spaventato! Sai è una fortuna per me il fatto che tu non possa sentirmi arrivare. Questa cosa mi permette di farti un sacco di scherzi."

Lui alza occhi al cielo, cosciente delle sue limitate capacità da umano.
Poi ad un tratto cambia espressione e mi guarda in un modo che non aveva mai fatto. Adesso il suo sguardo sembra così intenso.
Fa un passo verso di me e come se una forza invisibile lo attiri nella mia direzione, si avvicina sempre di più. Adesso la distanza tra noi si è accorciata del tutto. Io alzo la testa per guardarlo meglio negli occhi, anche se umano è più altro di me di almeno 15 centimetri. La sua stazza sovrasta la mia. Poi lo vedo, sta pensando a qualcosa, e in quel momento una scintilla gli illumina gli occhi. Alza la mano verso il mio volto e accarezza delicatamente la mia guancia. Non era mai andato oltre, era rimasto sempre a distanza di sicurezza e adesso invece si azzarda anche a toccarmi. Non distoglie lo sguardo dal mio, in lui non percepisco la minima paura nei miei confronti anzi ha proprio l'intenzione di non volersi staccare da me. Che cosa vuoi fare Albert?

" Lo sai Lizzie, hai proprio dei bei occhi. Sono di un verde acceso, sembrano quelli di un gatto. Sono come delle luci che attraggono chi li guarda. Non riesco a smettere di fissarli, è più forte di me. Poi... il tuo odore è davvero buono, non mi sono mai accorto che profumi di panna e fragole. Sono sempre stato a distanza, ma adesso con questa vicinanza posso sentirne la fragranza dolce."

Perché quando pronuncia queste parole il mio cuore inizia a battere più velocemente del solito?
Poi all'improvviso sento un ululato e la magia si spezza.

" Scusa Albert, mi sa che devo proprio andare, qualcuno mi sta chiamando. Ci vediamo domani allo stesso orario d'accordo?"

Lui annuisce imbronciato, credo che non volesse che nessuno disturbasse il momento che si era creato tra noi.

Lo saluto e me ne vado alla velocità della luce. Prima d'ora nessuno aveva mai fatto caso ai miei spostamenti notturni. Arrivo dritta a casa e vedo mio fratello Viktor aspettarmi a braccia conserte.

" Che stai facendo fuori a quest'ora, si può sapere? Sei fortunata che hanno mandato me per chiamarti per l'allenamento. Se fosse venuto qualcun altro al posto mio avrebbero fatto rapporto a mamma e papà sulla tua scomparsa."

Lo avevo dimenticato, oggi iniziamo ad allenarci prima dell'alba. Stavolta ho davvero rischiato grosso.
Ad un tratto mio fratello storce il naso e mi odora disgustato.

" Di chi è l'odore che hai addosso? Chi ti ha toccata Lizzie? Chi è quest'uomo?"

Mi fa una raffica di domande una dopo l'altra. Se non gli rispondo non smetterà di tormentarmi.

Isabell: storia della ragazza lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora