Il mattino colse Harry nudo nel letto matrimoniale del suo professore. Il materasso era freddo, segno che Snape era in piedi da un pezzo, e se Harry si fosse concentrato bene avrebbe potuto quasi ricordare la sensazione di abbandono che lo aveva colto quando Sverus si era alzato, prima ancora che sorgesse il sole.
Si mise a sedere con una smorfia di dolore, ma non ci badò più di tanto mentre si alzava e cercava i suoi boxer, che poi ricordò di aver abbandonato al piano inferiore nell'enfasi del momento. Frugò nei cassetti del professore e trovò un paio di boxer neri, che indossò prima di scendere in cucina, da dove sentiva provenire odore di caffè.
-Fammi indovinare- esordì appoggiandosi allo stipite della porta e guardando Snape, che al contrario di Harry era vestito come quando insegnava, indaffararsi con due tazze. L'uomo, nel sentire la sua voce, sobbalzò ma non si girò. -Ti sei pentito-.
-Harry...- Snape si girò e Harry si sentì morire nell'incontrare gli occhi scuri pieni di rimpianto e mortificazione.
Mantenne un sorriso amaro mentre si staccava dalla soglia e gli dava le spalle. La rabbia stava tornando a montare dentro di lui, ma questa volta non nei confronti del suo amante, bensì verso se stesso. Cosa si aspettava da uno come Snape? Amore? No, non era il tipo, e lui aveva sbagliato a dargli il suo corpo e la sua anima per l'ennesima volta.
-No Severus, non dire nulla, va bene così. Torno a casa- il suo tono era un miscuglio di emozioni, ma nessuna forte come la delusione che Snape poteva leggere in tutto il suo corpo, dalla postura all'aura che emanava.
Severus sprofondò nello sconforto nel sentire usare il proprio nome. Harry non lo usava quasi mai, non mentre facevano sesso al sesto anno né durante la notte appena passata. Lo aveva usato un paio di volte in passato, ma preannunciava sempre un discorso serio. O, in questo caso, la chiusura di qualcosa.
Questa volta fu diversa dalla precedente. Non riuscì a farsi sufficiente forza da muoversi dalla cucina per fermare Harry che, una volta rivestitosi, era uscito nel freddo invernale.
Non ebbe nemmeno il coraggio di andare alla finestra. Se lo avesse fatto avrebbe visto Harry, fermo sul vialetto con il volto rigato di lacrime, che attendeva il suono della porta che si apriva. Avrebbe visto Harry lanciare un'ultima disperata occhiata verso la casa prima di smaterializzarsi dal vialetto e dalla vita di Snape.
L'idea di Harry era quella di non darsi tempo sufficiente per deprimersi. Sapeva che sarebbe successo, ma cercava di rimandare l'inevitabile il più possibile, quindi il piano era andare a casa solo per mettersi la divisa, poi chiudersi in ufficio.
Peccato che Malfoy, che da quando gli avevano detto che Astoria sarebbe uscita a breve dall'ospedale era ancora più intrattabile, non fosse della stessa idea. Il biondo lo placcò non appena Harry mise piede in casa. -Dove sei stato stanotte? Ho accettato di vivere qui per essere protetto, ma se devo stare a casa da solo tanto vale che me ne torni al Manor-.
Harry però non aveva la forza di discuterne. -Fai quello che vuoi Draco- borbottò sorpassandolo per andarsi a chiudere in camera.
Malfoy lo seguì ostinatamente -Cos'hai? Qualche sviluppo sul caso? Posso tornare a casa?- lo bombardò di domande infilzandosi in camera del ragazzo prima che potesse chiudere la porta.
Harry lo guardò spazientito mentre tirava fuori la divisa da Auror dall'armadio. -Cosa vuoi Malfoy? Sto andando a lavoro, se ci fossero novità saresti il primo, o forse il secondo dopo Kingsley, a saperle. Ora lasciami in pace- gli diede le spalle e si tolse il maglione, ma poi un fulmine colpì la sua mente e si voltò nuovamente verso Draco, che ancora non si era levato di torno. -Dimmi un po' Draco, come hai fatto a salvare Snape?-
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The Past That Returns - Snarry
FanfictionIl corpo di Severus Snape non venne trovato al termine della Battaglia di Hogwarts, ma sei anni dopo Harry ha ben altro a cui pensare: una vecchia minaccia torna a seminare il panico nel Mondo Magico.