Capitolo 14

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"Troppo tardi" recitava la lettera non incantata che aveva ricevuto solo dieci minuti prima dallo stesso grufo che consegnava le missive di Potter. La scrittura era quella del ragazzo, quindi non mise in dubbio che fosse lui. Non l'aveva incantata probabilmente perché non ce n'era bisogno, ma in quel momento l'unica cosa a cui riusciva a pensare non era Potter o i motivi delle scelte del ragazzo.

Lucius era morto, e con lui probabilmente anche Narcissa.

Continuava a rileggere quella frase come se si aspettasse un cambiamento, ma le lettere rimasero lì a guardarlo accusatorie. Era colpa sua, di nuovo, perché era stato preso troppo dai suoi sentimenti per Harry per pensare che Lucius avesse bisogno di aiuto. Si era svegliato tardi, e ora Lucius e sua moglie erano morti.

Quelle stesse due persone che lo avevano accolto come uno di loro, nonostante Snape fosse un Mezzosangue; quello stesso uomo che gli aveva chiesto di essere il padrino di Draco, lo stesso uomo che lo aveva trascinato in quella parte oscura della magia quando erano solo ragazzini. Quell'uomo rappresentava la sua famiglia e ora era morto.

Snape non se ne capacitava.

Rimase quindi immobile davanti al camino per ore, con la lettera stretta tra le mani tremanti. Era ormai calato il buio quando si decise a muoversi e a gettare quelle uniche due parole nelle fiamme, mentre la sua mente esplodeva di rabbia e tristezza, due emozioni che di recente conosceva troppo bene.

Uscì di casa senza preoccuparsi di mascherare il suo aspetto. Se Yaxley l'avesse trovato andava bene, lo avrebbe ucciso e lui avrebbe raggiunto Lucius e Narcissa e Lily.

In quel mondo non aveva più nulla che valesse la pena di chiamare ragione di vita. Aveva cacciato Potter, non aveva più il suo ruolo di insegnante ad Hogwarts ed era morto per tutti, letteralmente. Quindi perché nascondersi e privarsi di quel poco di libertà che aveva per paura di morire? Avrebbe combattuto, se ne sarebbe andato con onore, ma sapeva che non avrebbe mai vinto contro quei quattro Mangiamorte, non se non lo voleva davvero.

Fece una passeggiata per Spinner's End. Ricordava ogni singolo angolo di quel villaggio ed erano tutti pieni di ricordi che voleva dimenticare, quindi si spostò a Godric's Hollow, nella speranza remota che Potter fosse lì. Sapeva che era infortunato e sapeva che a causa della burocrazia non si sarebbe potuto muovere dall'ufficio almeno fino al giorno dopo, ma ormai ogni azione di Snape era mossa da una fiammella che gli faceva sperare di incontrarlo in ogni angolo della sua vita. Voleva l'ennesima possibilità di recuperare, ma allo stesso tempo sapeva che se il ragazzo gliel'avesse data lui l'avrebbe bruciata come tutte le precedenti.

In quel momento, comunque, aveva solo voglia della sua compagnia, anche in silenzio ma non voleva stare da solo con i suoi pensieri, con i suoi flashbacks su Lucius, con le sue paure.

Erano anni che non vedeva l'amico, da quando Malfoy Senior lo aveva scelto come Custode Segreto, e ne aveva sentito un po' la mancanza, ma mai come in quel momento. Sapere che fosse morto e che non l'avrebbe mai più rivisto gli faceva rivoltare lo stomaco in modo doloroso.

Dovette fermarsi e nascondersi in un vicolo buio per poter vomitare ciò che si era sforzato di mangiare a pranzo. Sì, la morte sarebbe stata una piacevole compagna.

Una decina di minuti dopo riprese a camminare e solo allora si rese conto di essere uscito senza il mantello e che il freddo stava iniziando a mangiarli le ossa. Non poteva però tornare a casa in quelle condizioni, avrebbe fatto qualcosa di stupido come scrivere a Potter o bere fino a dimenticarsi il suo nome.

Fu così che arrivò davanti alla casa dei Potter e rimase senza parole: qualcuno l'aveva ricostruita, facendola tornare all'antico splendore.

Un'altra morsa gli strinse lo stomaco e temette di dover vomitare ancora, ma poi si rese conto che era solo quel ricordo, esattamente quello che aveva dato ad Harry Potter quando pensava di essere sul punto di morire. Si rivide mentre correva nel vialetto e scavalcava il cadavere di James Potter abbandonato sulla soglia. Si ricordò di come aveva salito le scale con un urlo nella testa solo per trovare il corpo esanime della sua Lily stesa sul pavimento. Ricordava di sentire il pianto di un bambino ma di non registrarlo come rilevante mentre prendeva tra le braccia la sua amica e urlava tutto il suo dolore, versando tante lacrime quante non ne aveva versate in tutta la sua vita.

The Past That Returns - SnarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora