«Mi presento, sono Alyssa, ho ventitré anni... no, così non va decisamente bene.» provai a voce alta mentre riempivo il mio borsone nero con un asciugamano, la roba di ricambio, acqua e merendine varie in caso avessi bisogno di una consolazione veloce.
«Ciao, sono Alyssa... no, cazzo!» riprovai un'ultima volta guardandomi allo specchio e facendomi una coda alta e stretta in modo che nessun capello fuori posto mi potesse disturbare.
I miei capelli avevano scelto proprio oggi per essere indomabili ma non mi lasciai buttare giù, aggiunsi un po' di lacca e iniziai a spazzolare con forza.
«Ehi, mi chiamo... ci rinuncio.» mi arresi sbuffando dopo mezz'ora di prove davanti al mio piccolo specchio nella mia piccola stanzetta.
Non ero brava con i discorsi così come lo ero a scrivere, almeno questa era l'opinione della mia professoressa di italiano al liceo. Diceva che parlare davanti ad altre persone mi metteva a disagio mentre con la scrittura riuscivo ad esprimere e descrivere i concetti in maniera molto più chiara. E che riuscivo addirittura a far commuovere.
In effetti provavo un grande senso di angoscia nel parlare davanti agli altri, ero più quel genere di ragazza che teneva i propri pensieri per sé. Non che fossi timida. Anzi, quando mi ci mettevo ero l'anima della festa, quella sbronza che a fine serata bisognava caricare in spalla per portarla a casa sana e salva. E in più, ero una gran bella testa di cazzo.
Ma in questo caso fare una bella impressione mi avrebbe aggiudicato punti in più, quindi mi dovevo sforzare. Per lo meno se volevo fare una bella figura.
La causa di queste insolite accortezze era il provino di danza al quale avrei dovuto partecipare questo pomeriggio.
Mi dovevo presentare alla New York Dance Academy, una delle scuole di danza più famose, il sogno più grande per chi avesse un minimo di ammirazione per la musica, la fonte di aspirazione per giovani come me. Avrei dovuto mostrare ai giudici quello che sapevo fare su una base musicale del tutto casuale, scelta dal loro DJ personale.
Quindi... ero in ansia? Terribilmente.
E dico "ero" perché "sono" in ritardo per la prima volta nella mia vita da ragazza puntuale.Inutile dire che la notte non avevo dormito granché, avevo pensato di fare un pisolino dopo pranzo ma questo pisolino sfortunatamente era durato circa tre ore. Così mi ero preparata in meno di un'ora ed ero letteralmente volata dentro ad un taxi nel mentre che si stava ancora parcheggiando. L'autista mi aveva mandata a quel paese non appena mi ero accomodata sul sedile sporco di sudore o qualsiasi altra sostanza innominabile.
Beh, oggi non mi sarei lamentata.
Sarebbe stato un miracolo trovare le porte della scuola aperte perché in queste cose erano molto fiscali. Non avrebbero di certo tollerato un ritardo di cinque minuti, figuriamoci di trenta.
Una volta arrivata mi catapultai verso i cancelli con il borsone in spalla, neanche il tempo di ammirare l'edificio immenso che salii gli scalini a due a due rischiando di cadere faccia a terra.
Ignorai chiunque mi passasse davanti e mi guardasse come una pazza in preda a una crisi. Attraversai un corridoio che mi parve infinito in quel momento, poi trovai una lunga fila di ballerini in tutù e tulle, altri con canadesi larghe stile break dance e altri come me che si sbilanciavano più sull' Hip Hop.
"Eccomi arrivata", pensai ansiosa.
Una signora dalla gonna aderente e dalla camicetta bianca in raso si avvicinò a me, mi chiese il nome e se lo segnò nella cartelletta nera con la lista dei vari candidati che teneva in una mano.
Io ormai non riuscivo più a parlare e a pensare. Come spesso succedeva prima di un'esibizione mi chiudevo nella mia piccola bolla silenziosa. Non parlavo.
Non guardavo gli altri attorno a me.
Ero semplicemente io.
Sola.

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Bomba a orologeria
عاطفيةDARK ROMANCE - MAFIA ROMANCE ATTENZIONE! La storia contiene contenuti espliciti e non adatti a persone sensibili e soggetti minorenni. Alyssa ha sempre creduto nell'amore. Sin da bambina era tutto ciò che bramava, ma la vita gliel'aveva sottratto...