Capitolo 30 - Anime spezzate

2.8K 113 16
                                    

Alyssa

Quando ero arrivata decisa in corrispondenza della porta dell'ufficio di Nathan non mi sarei mai aspettata di vedere Janette.

Avevo detto che niente mi avrebbe fermata, ma evidentemente una piccola pausa era necessaria.

Non sapevo se per ansia, stanchezza o confusione ma ero rimasta stranamente impassibile davanti a quella scena.

Davanti al mio Nathan appoggiato al
bordo della scrivania, con una delle sue tute sportive che usava solo a casa o per fare commissioni veloci. In quel momento ero stata tremendamente gelosa perché quel tessuto soffice lo fasciava bene mettendo in risalto il suo corpo allenato.

Janette invece aveva la mano che sfiorava il suo petto, nella zona del cuore, un gesto così intimo, così particolare che davvero non sapevo proprio come avessi fatto a rimanere così controllata. E in più, il suo polso fine era circondato dalle dita, decisamente più forti e grandi, di Nathan.

Ad un certo punto si dissero qualcosa così a bassa voce che non ero riuscita a sentire praticamente niente ma notai il viso di lei, deluso, ma anche tranquillo del viso di lui. Lei si allontanò piano mettendo un po' più di spazio tra i loro corpi.

«Nathan...» mi scappò un bisbiglio. Non ero sicura di aver pronunciato davvero il suo nome fino a quando i due si girarono verso di me. E notai il viso di Nathan, illuminato da chissà quale sentimento, ma al tempo stesso tormentato.

Janette si mosse verso di me lanciandomi uno sguardo curioso, molto diverso da quello che dedicava al ragazzo dietro di lei. Mi superò rallentando una volta arrivata accanto a me, poi se ne andò.

«Aspettami qui.» ordinai a Nathan, mi bastò un leggero cenno del suo capo che mi affermasse che sarebbe rimasto e io cominciai a seguire Janette.

Percorsi tutto il corridoio fino alla grande sala del locale ma di lei non c'era più traccia, così corsi e uscii in strada. A quel punto la vidi, o meglio, riconobbi i suoi capelli castani, così simili ai miei. La chiamai, ma non si girò. La raggiunsi e con un braccio la spinsi, in un modo non troppo carino, verso il muro di un edificio per costringerla a fermarsi, ad ascoltarmi, ad affrontarmi.

Era veramente furiosa nonostante fosse lei a fare dei torti a me, mi guardava con invidia e anche odio.

«Sai benissimo perché ti sono corsa dietro.» digrignati i denti davanti a quel bel faccino da stronza. Allontanai il braccio da lei.

«È tutto finito.» mi rispose acida.

«No. Non è tutto finito. Ti ho vista flirtare con un ragazzo impegnato. Fargli gli occhi dolci. Accarezzarlo. Stuzzicarlo. Io non so se tra qualche minuto io e lui staremo ancora insieme, non lo so. Ma ti dirò una semplice cosa, Janette. Non sai niente di me e Nathan, di quello che ci unisce. Non sai la nostra storia. Non sai quello che c'è sotto. Non lo sai ora e non lo sapevi quando hai iniziato tutto questo teatrino inutile. Non avevi speranza con lui sin dall'inizio. E io nonostante tutto lo proteggerò sempre! Non avvicinarti più a lui, Janette. Non farlo. Sarebbe stupido, uno spreco di tempo e di energia. Perché siamo Nathan e Alyssa e lo saremo per sempre.»

Le sputai in faccia la verità, senza scrupoli, senza mezzi termini. Era tutto vero. Non sapevo come sarebbe finita, ma sapevo come era iniziata, sapevo il valore di questa storia e anche se non staremo insieme io ci sarò sempre nella sua vita.

Non sapevo cosa balenava nella testa di Janette in quel momento ma la sua espressione cambiò del tutto. Mi guardò in modo diverso, non più astiosa e un po' più consapevole. Sospirò e mi disse: «Allora vai a prendertelo.»

Bomba a orologeria Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora