Capitolo sesto

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Questo capitolo è stato scritto da : Ilaria

"Non è necessario chiamare rinforzi," disse Tessa ferma sulla soglia della stanza.

Tutti si voltarono a guardarla.

Magnus notò quello che solo anni di conoscenza come la loro potevano rivelare: la preoccupazione nei suoi occhi grigi era profonda, velata d'angoscia.

"Ho io il medaglione," aggiunse quasi scusandosi, notando la confusione sui volti dei suoi ospiti.
Alec sembrò sul punto dire qualcosa, ma fu Ty a parlare per primo: "Posso vederlo?"
"Certo, ma non è davvero niente di speciale. Non ho assolutamente idea del motivo per cui qualcuno dovrebbe volere questo medaglione."

Tessa fece cenno a Ty di seguirla, Irene sempre al suo fianco. Tessa la scrutò per un momento, quasi preoccupata, ma l'animale aveva la coda rilassata e gli occhi rivolti al suo umano preferito.
Julian esitò: "Non dovremmo aspettare Jem?"
"Jem conosce tutti i cimeli della famiglia Herondale," disse Tessa dolcemente, senza voltarsi; Ty la seguì, il passo sicuro e la mente già in moto sulle mille domande che attendevano una risposta.

Si ritrovò nella camera da letto di Tessa, davanti ad uno scrittoio sul quale era posata una scatola in legno intarsiato. Sul coperchio, l'angelo Raziel reggeva la Spada e la Coppa Mortale; ai suoi piedi, riprodotto con cura, uno specchio d'acqua scosso da piccole onde. L'intaglio era di fattura squisita.

Tessa rimosse il coperchio e tirò fuori un medaglione in argento sul quale era incisa una corona di spine.

Ty la guardò con aria interrogativa. "Le era stato donato," fu tutto quello che disse.
"Posso?" Nel momento in cui prese il medaglione sentì un sospiro freddo al suo fianco e seppe che Livvy era con lui. Si sentì sollevato per un momento, poi Livvy si lasciò sfuggire un'esclamazione strozzata.
Ty si voltò di scatto e con lui Irene, le orecchie dritte e lo sguardo fisso in un punto indefinito alla sinistra di Ty. "Che c'è?" Il panico nella sua voce era evidente persino alle sue orecchie.
"Riesco a sentirlo..." bisbiglio Livvy proprio mentre Tessa chiedeva: "Che c'è...dove?"
Ty voleva interrogare la sorella; il suo volto stravolto e gli occhi spalancati, la mano sul petto come a trattenere un battito affrettato, quella frase assolutamente senza senso: tutto lasciava sospettare che quel medaglione fosse più di quello che tutti sospettavano. Si costrinse però a guardare Tessa, nel modo più neutrale possibile, e a rispondere tranquillamente: "Niente, stavo ragionando ad alta voce." Un momento d'indecisione, poi aggiunse: "Credo che dovremmo nasconderlo; se hanno ucciso già due persone, temo non esiteranno ad ucciderne altre."
"Parliamone con Magnus, forse se informassimo il Clave..."
"No!" esclamò Ty con forza. Tessa lo scrutò sospettosa e Ty si affrettò a proseguire, restituendole il medaglione. "Non ancora. Ci sono cose che...la persona che mi ha aiutato deve rimanere nell'anonimato. Non posso presentarmi al Clave con questo genere d'informazioni senza tradire la mia fonte. Già parlarne con il Console è stato un rischio che non ho preso alla leggera."

Ty infilò le mani in tasca per evitare che Tessa notasse il movimento incessante che le animava in quel momento; la donna però era concentrata su Irene, che continuava a guardare nel vuoto alla sinistra di Ty.
"Certo," disse Tessa dopo un lungo silenzio, lo sguardo sospettosamente fisso su Irene. "Torniamo dagli altri, magari Alec saprà suggerirci una soluzione diversa."

Mentre camminavano, Ty s'impose di non guardare verso la sorella. Sapeva che era ancora lì perché Irene continuava a guardarla; fece solo un cenno con la mano, indicandole di allontanarsi. Magnus avrebbe potuto percepirla, o Kit, se fosse già tornato.
Appena prima di varcare la soglia della stanza in cui tutti gli altri erano ancora impegnati a discutere, Ty percepì la sua presenza svanire e gli fece un po' male il cuore.

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