I Feel Nothing... But Pain

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San's POV
Il combattimento sta volgendo al suo termine, oramai. Non solo tutti sono stremati da quanto lungo è stato, ma le vittime sono di più dei sopravvissuti da ambo le parti. L'elemento peggiore in questo momento di sicuro a cui pensare è che... Li conoscevo. La maggior parte anche non solo come sudditi, soldati, ma anche amici. Ed io essendo il principe, non posso provare queste emozioni. Devo essere forte, inflessibile, col sangue freddo, perché ora mi sto scontrano contro colui che può terminare questa carneficina:il capo degli avversari. Se riesco a sconfiggerlo, finirà questa agonia. Se lui sconfigge me, finirà ugualmente.

Ma il prezzo da pagare è la vita.
Uno dei due deve morire, è così che funziona.
Detesto questa situazione, perché ovviamente anche se siamo stanchi, siamo i migliori guerrieri ancora in piedi sul campo. E di conseguenza, nessun tipo di morale o pensiero è valido;stiamo lottando non solo per continuare ad esistere noi, ma anche i nostri compagni che abbiamo addestrato per così tanto.
Mesi di addestramento, per poi perdere spesso la possibilità di respirare in pochi secondi.
Il mondo è un posto davvero crudele quando si tratta di guerre.

E per cosa poi? Potere politico.
Come se ci servisse a qualcosa. Come se potesse valere più della vita di questi vampiri. Più della sofferenza causata dalla perdita delle famiglie dei famigliari caduti. Più dell'amore.
Ma il problema è proprio che non posso pensare a lui. Se lo facessi e mi preouccupassi, ciò mi farebbe abbassare la guardia per quel poco che basterebbe al mio nemico per uccidermi.
E come ho detto, non è la mia morte quella che mi spaventa. Il fatto è, devo salvare il mio popolo.
E so anche che Woo ne è consapevole.
Che non so nemmeno dove si trovi ora.
Ogni cellula del mio corpo è concentrata su un unico obbiettivo, ovvero colpire mortalmente questo vampiro di fronte a me, per il bene di tutti.

Persino per il bene degli avversari, così che non debbano morirne altri.
Nell'istante in cui paro l'ultima stoccata che ha provato ad assestarmi, ecco l'opportunità. Non me la faccio scappare ed approfitto della sua perdita di equilibrio per il contraccolpo per attaccarlo.
Sono andato a segno. Il cuore è stato perforato.
Ho vinto. Abbiamo vinto, cazzo.
Ma l'aria che aleggia qui, che si respira, non è di una vittoria.
Assolutamente no, non la sembra.
Dovremmo esultare, festeggiare.
Vedere battere in ritirata quei pochi soldati rimasti in vita, ma gravemente feriti, non ci rende felici.
Osservare come nel nostro plotone ne siano rimasti ancora meno, fa quasi disperare.
In questo momento, non sto provando altro che non sia dolore.
Fisico, ma soprattutto emotivo, perché non doveva scorrere così tanto sangue per questa terra. Non è mai stato necessario.

Normalmente scoppierei a piangere, andando ad abbracciare i miei compagni ancora vivi in lacrime, dicendogli parole di conforto e congratulandomi con loro per ciò che sono riusciti a portare a termine.
Ringraziarli per non aver mollato fino alla fine.
Ma un grido che conosco molto bene mi fa girare la testa verso una direzione specifica. Sta chiamando il mio nome in modo disperato, urgente.
È Seonghwa.
I miei piedi cominciano a correre, non so nemmeno io con quale energia dato che sento di poter svenire non appena parto, per raggiungerlo.
Tuttavia più mi avvicino, più la mia angoscia e confusione aumentano. Non è lui ad essere ferito, o perlomeno, non in maniera abbastanza grave da fargli emettere un suono così straziante. Allora, con lo sguardo offuscato dalla stanchezza, la mia mente inizia a viaggiare, vedendo che è in ginocchio, con un corpo appoggiato alle sue gambe decisamente in pericolo di vita.

Subito il mio ragionamento è quello più logico:era qualcuno di importante per lui, e dalla posizione, sembra essersi sacrificato.
Chiunque sia, gli fa onore. E si merita una sepoltura dignitosa, con tanto di discorso sul suo coraggio e sulla sua lealtà.
Seonghwa è ancora tra noi.
Tiro un Sospiro di sollievo mentre continuo a correre. Almeno non dovrò piangere Hwa, sarebbe stata davvero dura. Nonostante i suoi errori, è stato uno essenziale nel mio passato, e tutt'ora so che senza di lui la mia esistenza non sarebbe la stessa.
Giungo da lui qualche minuto dopo, crollando a terra pure io, incapace di resistere il mio corpo a sforzi enormi come quelli che gli ho fatto subire.

Eccomi, Hwa. Mi dispiace per ciò che è capitato a questo soldato e che si sia gettato a prendere il colpo al posto tuo, ma non sentirti colpevole, ti prego. E sono felicissimo, Dio Santo, che tu sia ancora vivo.
Questo è quello che avrei voluto dirgli.
Seonghwa però alza lo sguardo per guardarmi in faccia, sta piangendo silenziosamente e non riesce a parlare, indicando con il dito tremante ed il viso scioccato e terrorizzato l'uomo sdraiato oramai esanime ai suoi piedi.

No, non è possibile.
Tutto l'orrore che ho potuto constatare in queste ore deve starmi giocando dei brutti scherzi alla vista.
Non è Woo quello.
Non è Jung Wooyoung.
Non è il mio sposo.
Mio marito.
Colui con il quale avrei dovuto passare l'eternità, che non potrò mai più sostituire, perché ci appartenevamo.
Colui che sono riuscito ad amare troppo tardi, con il quale solo ora avrei potuto essere felice.
Avevamo vinto, Woo.
Porca puttana, eravamo i vincitori. I migliori.

"S-San... L-lui..." prova a parlare ma non ci riesce, la voce quasi non gli esce
"H-ha detto qualcosa... H-ha detto che gli dispiaceva, che doveva farlo per te, che io dovevo esserci per te... Ha detto c-che ha mantenuto u-una promessa che ti aveva f-fatt-" si blocca ancora, perdendo i sensi
Dannazione, Woo. Ha ragione. Oramai non mi escono neanche più lacrime, ma solo un lungo grido che contiene così tanto dolore, che non penso sarò mai più capace di sentirne.
Niente potrà ferirmi dopo questo.
Ha ragione. Non si è sacrificato per me, alla fine la hai mantenuta la promessa.
Ora non sento altro, se non dolore. E con questa sensazione come se non potessi più respirare, ricordo solo la voce di mio padre in lontananza e poi il buio totale.
Ricordo però che prima di perdere i sensi ho pensato ad una cosa:
Come sarebbe bello se tutto questo fosse un incubo. E se non lo è, allora non voglio più svegliarmi.

Nota dell'autrice
OK, ha fatto malissimo scrivere questo capitolo. Ma non finisce qui. Non è l'ultimo purtroppo per me e per voi. Probabilmente lo sarà il prossimo. E preparatevi perché se questo ha fatto male, il prossimo ci distruggerà tutti. Ciao TWT

Pain or pleasure? (Woosan) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora