Capitolo 32

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ERI TUTTO VOLEVO FOSSI NIENTE
capitolo 32

*pov peter*

Esco dalla stanza di Bruno reprimendo le lacrime. È troppo difficile accettare tutto questo.

Vedo Eugenia alzarsi e venirmi incontro, mi guarda e mi abbraccia.

So che dovrei essere arrabbiato, mi ha tenuto nascosto tutto questo, ma lei è l'unica persona che so che ci sarà sempre e per sempre, l'unica che ho voglia di abbracciare in questo momento. Così mi lascio abbracciare, e lascio cadere qualche lacrima.

"Scusami" mi sussurra stringendomi

Non rispondo. Semplicemente perchè non posso perdonarla. Le voglio bene, è una ragazza magnifica,è come una sorella, ma ora non posso, non ce la faccio. Mio figlio sta quasi morendo, e scopro solo ora che sono suo padre.

Mi sento così stupido per tutto ciò che avevo pensato di Lali. Mi era venuto in mente persino che mi tradisse e fosse scappata per questo, che il figlio era di un chi sa quale ragazzo che si era trovata qui in Argentina... Invece era semplicemente incinta di me, della persona che amava tanto. Ma allora mi chiedo per quale motivo è scappata?
Lei sapeva che non mi sarei mai tirato indietro. Lo sapeva benissimo. Anche se eravamo entrambi giovani ed inesperti mai mi sarei sognato di lasciarla o di non prendermi le mie responsabilità, dopotutto è lei che è riuscita a cambiarmi in questo modo. E allora perchè? Perchè è andata via? Perchè non mi ha detto nulla?
La vedo piangere tra le braccia di Gaston e riesco solo a pensare a questo.

Perchè?

*pov Lali*

Mi aspettavo una reazione del genere, anzi forse mi aspettavo di peggio. Sono tra le braccia di mio fratello a piangere. Sento un miscuglio di cose nello stomaco. È come se una bomba mi fosse scoppiata dentro, e quella bomba era questo enorme segreto che mi portavo dietro da ben quattro lunghi anni. Mi sento più leggera, da una parte anche felice: mio figlio conoscerà suo padre, Peter potrà sorridere grazie a suo figlio. Dall'altra sono totalmente devastata, vederlo stare male è il mio punto debole da sempre. Vederlo piangere tra le braccia di Eugenia è distruttivo. Vorrei essere io ad abbracciarlo, vorrei baciarlo e gridargli tutta la verità, che suo padre mi ha costretto, che avrebbe ucciso nostro figlio. Ma so che se anche ci provassi lui non mi ascolterebbe. Ha ragione. I sensi di colpa prendono il posto di quella bomba che mi è scoppiata nello stomaco, sono di nuovo piena.

-

Sono 20 giorni che Bruno è in ospedale ormai. Da quando Peter sa tutto non mi ha più parlato, rimane in ospedale e mi guarda, con occhi pieni di delusione e tristezza.
Eugenia mi ha convinto a uscire dall'ospedale e mi ha portato dal parrucchiere, per farmi svagare un po' e per rimediare alla terribile ricrescita mora.

"Lali dio mio ma che ti è successo?" La mia parrucchiera si avvicina preoccupata. "Sei dimagrita un sacco!"

"Bruno è in coma."

"Oh povero amore! Ma com'è successo?"

"Preferirei non parlarne" dico atona sedendomi su una sedia.

"Hai ragione tesoro scusa"

"Siamo venute per sistemarle i capelli" dice Eugenia cambiando discorso

"Mmm si. Hai una ricrescita fino a metà testa tesoro" dice ridacchiando.

Resto impassibile mentre mi lavano i capelli, ugualmente impassibile mentre Laura, la parrucchiera, cerca di tirarmi su il morale.

Mentre mischia la tinta la fermo.

"Aspetta. Voglio tornare mora"

Eugenia sorride.
Non è una scelta casuale. Non voglio tornare mora solo perchè mi piace, voglio tornare mora perchè voglio tornare me stessa. Mi sono liberata dal mio più gran segreto, mi sono liberata della Lali che mente, della Lali che si tiene tutto il peso dentro. Sto tornando me stessa.

ERI TUTTO, VOLEVO FOSSI NIENTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora