Capitolo 17

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ERI TUTTO VOLEVO FOSSI NIENTE
Capitolo 17
//Camerini- fine spettacolo\
-WoW. È stato grandioso! Le persone parevano entusiaste... Noi eravamo a mille... Le nostre voci, unite... Tutto perfetto! Vorrei potesse non finire mai, ma la fine è arrivata e il panico invade il mio corpo. Sono sdraiata sul divanetto del mio camerino, gli altri stanno festeggiando.
Mi arriva un messaggio:
"Bello spettacolo, ma è ora di andare. Abbiamo le tue valige in macchina, prendi quello che ti serve e vieni sul retro. Non farti vedere da nessuno."
Il mio cuore inizia a battere all'impazzata, respiro a fatica, mi asciugo una lacrima e metto nella borsa le mie cose, apro leggermente la porta e mi trovo davanti un colosso di uomo, vestito di nero, con un auricolare all'orecchio, pelato con dei lunghi occhiali scuri. Mi prende un braccio e mi porta in un corridoio buio, apre una porta e mi butta fuori. Davanti a me c'è una macchina, si apre lo sportello e l'uomo mi butta dentro. Inizio a piangere, in silenzio.... La macchina parte... È tutto finito. La mia vita è finita... Ora che farò? Dove andrò? Come vivrò?
L'uomo al volante mi guarda dallo specchietto... È un uomo sulla cinquantina, anche lui ha l'auricolare, ed è vestito tutto di nero.-
Uomo: dimmi dove vuoi andare
Io: che? In.... In che senso
Uomo: che aereo dobbiamo prenotarti? -dice duramente-
Io: non- non lo so!
Uomo: dimmi un posto! -alza la voce-
Io: Bho... B... Buenos Aires! -ricordo le parole di Eugenia su questa città... Avrei potuto scegliere Miami, New York... Ma voglio un posto tranquillo.... Magari troverò la famiglia di Eugenia...magari riuscirò a rivederla.... Almeno lei... L'uomo inizia a premere dei pulsanti sullo schermo della macchina.
Uomo: è tutto pronto. Hai l'aereo e un albergo. È tutto scritto qui -mi lancia un foglio con violenza- ovviamente sei partita di tua iniziativa. Inventa qualcosa di convincente. Se qualcuno viene a sapere qualcosa fate una brutta fine. Te e il bambino!
-annuisco impaurita tenendo il foglio in una mano.... L'altra mi trema come una foglia, io continuo a piangere silenziosamente, impaurita, smarrita-
Uomo: qualche domanda?
Io: co-come vivrò?
Uomo: non sono problemi nostri questi! Già è tanto che ancora vivi!
-la macchina si ferma, lo sportello si apre ed un altro uomo mi prende per un braccio facendomi scendere. Entro nell'aeroporto seguita da quest'omone che mi scorta fin quando non salgo sull'aereo.
Continuando a piangere cerco il mio posto, lo trovo e mi siedo. Poggio la testa sul sedile e tiro un profondo sospiro.
L'aereo sta per decollare, io sto per partire per un'altra vita... Una vita in cui sarò una Lali spenta e triste con un figlio, in una città che non conosco.-
Xx:ehm... Scusi! Mi scusi! Devo passare!
-sento dei rumori dietro di me, non ho la forza di girarmi. Un ragazzo biondo si avvicina e mi guarda, giro il viso verso il finestrino...-
Xx: quello sarebbe il mio posto! -dice sorridendo-
Io: è?
Xx: il posto...
Io: questo?
Xx: si
Io: ah... No scusami è che mi da fastidio stare lontana dal finestrino... Questo era il mio -dico indicando il posto accanto a me-
Xx: allora posso mettermi qui? -dice indicando il mio posto-
Io: si! Certo! Scusa...e grazie! -dico accennando un sorriso. Il ragazzo ricambia e si siede, ha una chitarra nella custodia. Mi rivolto verso il finestrino mentre il biondino fa tutto il casino che può sistemando la sua robba-
Xx: ci siamo già visti?
Io: scusa? -mi volto verso di lui-
Xx: dico, ci siamo già visti?
Io: non stavo ascoltando... Comunque No non mi pare...
Xx: sicura?
Io: si!
Xx: piacere, Benjamin -mi porge la mano-
Io: Mariana... Ma tutti mi chiamano Lali -gliela stringo. Mi sorride, non posso fare a meno di notare i suoi occhi azzurrissimi-
Benjamin: vai a Buenos Aires per scalo o....?
Io: no. Vado lì per rimanerci... -abbasso lo sguardo-
Benjamin: non ti vedo molto felice
Io: non lo sono infatti
Benjamin: come mai? È bella Buenos Aires! Io vivo lì!
Io: no si... Immagino. Ci viveva una mia amica...ora sta qui a Roma...
Benjamin: come si chiama?
Io: Eugenia
Benjamin: Suarez?
Io: si... La conosci?
Benjamin: di vista.... Ci ho parlato poche volte....
Io: sai dove abita a Buenos Aires?
Benjamin: si... O almeno prima abitava davanti al bar Playa
Io: a... Grazie
Benjamin: comunque, mi dicevi... Perchè non sei felice di venire li?
Io: sarei volentieri rimasta qui... Con i miei amici, il mio ragazzo, mio fratello, la mia casa...
Benjamin: e perché allora sei qui?
Io: perchè.... Perchè si. Devo.
Benjamin: in che senso?
Io: nessun senso. Devo e basta
Benjamin: ,Mmh... Vabbè ho capito. Non insisto -mi sorride-
Io: scusa eh... È che proprio..
Benjamin: tranquilla!
Io: suoni? -dico indicando la chitarra-
Benjamin: si!
Io: che bello! Io canto...e ballo. Avevo una band... Sono qui direttamente da uno show. -mi apro la felpa facendogli vedere il top pajettato-
Benjamin: WoW!
Io: già ...
-abbasso lo sguardo, infelice.
Passiamo tutto il viaggio chiacchierando, e devo dire che ne sono contenta.. Se non ci fosse stato Benjamin a quest'ora starei piangendo guardando il paesaggio della mia bellissima Roma scomparire.
Ora vorrei solo svegliarmi e scoprire che è tutto un incubo, ma non è così, a svegliarmi è la voce dell'autista che avvisa che stiamo atterrando a Buenos Aires.-
FINE
CAP 17

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