Capitolo 1

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La mia sveglia ruppe il mio amato sonno, anche se tormentato, non era mai piacevole quel suono. Il mio sguardo si soffermò sulla finestra bagnata dalla pioggia che batte ritmicamente sul davanzale. Mi liberai del candido piumone bianco e osservando la mia stanza mi resi conto di quanto ero disordinata, mi alzai dal letto e dirigendomi verso il bagno inciampai nei miei amati anfibi e nei quaderni lasciati lì la sera prima.

-Merda- sussurrai tra me e me, lavandomi il viso ricordai a me stessa cosa mi rendeva diversa dai miei compagni.

I visi delle ragazze sono perfetti senza una lentiggine o un imperfezione e appaiono perennemente perfetti, mentre il mio è di un bianco candido e con delle piccole lentiggini sotto agli occhi e sul naso. I miei capelli sono castano rossicci e ribelli mentre i loro sempre lucenti e perfetti.

''Qua non centro un cazzo e devo restare qua ancora per un po. Che palle'' pensai.

Mi infilai quel odiosa divisa da ragazza perfetta, ovvero una camicia bianca con un maglioncino grigio, le calze bianche fino sotto al ginocchio e una gonna sopra al ginocchio anch'essa grigia, ovviamente le mie compagne indossavano delle scarpe grigie a modi mocassino mentre io indosso gli anfibi. Be si erano arresi al farmi mettere quelle cose odiose tempo fa.

Presi la giacca e lo zaino e uscii dalla mia camera. Chiudendo la porta scorsi infondo al corridoio colei che considero la mia famiglia, Debby, siamo cresciute assieme qui. Con una piccola diversità lei sa perché è qui e cosa vuole ed è il contrario di me. Lei è mora con degli occhi azzurri ghiaccio che ti sciolgono, è sempre perfetta e simpatica. Mentre io be il mio carattere non aiuta le amicizie.

-Debb!-

-eii siamo in ritardo muoviti-mi gridò avvicinandosi.

La raggiunsi e ci dirigemmo in classe,grazie a dio non dovevamo attraversare il giardino sotto la pioggia per arrivare in classe se no saremmo arrivate zuppe.

-We Jackson- odio quando mi chiamano per cognome, era Leon Foster un tale deficiente che mi gira attorno da quando si è passato tutta la scuola. Non è un brutto ragazzo finché non apre bocca.

-We Foster, ancora in giro vedo- dissi sorridendo schiva mentre gli passai accanto ma lui mi afferraò per il braccio tirandomi a sé.

''mossa sbagliata'' pensai tra me. Non pensai a rispondergli,mi liberai dalla sua presa e ruotando su me stessa gli spacco il labbro con una gomitata. Lo vedo pulirsi dal sangue e trattenere la sorpresa.

L'avevo appreso dai libri ma non lo avevo ancora messo in pratica.

-la prossima volta farà più male- gli dissi sorridendo mentre mi allontanavo con Debby guardando male i ragazzi che avevano assistito alla scena.

-Ma che ti è preso?- mi chiese Debby ancora bianca mentre prendevamo posto.

-Non preoccuparti, sai quanto amo sapermi difendere e lui era solo per dimostrare a qualche cretino che anche se non centro nulla con questo posto non sono un loro giocattolo. -risposi sorridendole.

Quella mattina passò in fretta incrociai Foster nei corridoi con il labbro gonfio e ogni volta li sorrisi allegra.

A pranzo la poverina che mi sfida ogni giorno mi si avvicinò ancheggiando.

- non è giornata Francy, hai visto Foster ecco mollami da brava cagnetta- il mio sguardo incontro il suo e la sua rabbia mi lascio delusa e sbuffante al mio pranzo con Debby.

Debby subito dopo pranzo si rifugio in biblioteca mentre io mi diressi in camera, mi cambiai la gonna con dei pesanti leggins neri e una felpa. Scesi e iniziai a correre nel parco intorno alla scuola sollevando il cappuccio mi nascosi tra gli alberi sempre verdi che coprono la scuola. Sembra un castello gotico ma più colorato, i dormitori sono quello femminile a sud e quello maschile a nord. Le aule hanno un color giallo pallido e sono sempre ben illuminate, le stanze dei dormitori sono molto monocromatiche regna il bianco, il grigio e il blu tranne nella mia che io sappia. Ho dipinto le pareti della stanza di rosso cremisi.

Dopo un oretta circa sentii dei passi venirmi incontro, rallentai e tolsi il cappuccio e lo vidì. Un ragazzo biondo dal fisico atletico come il mio e mi restò a fissare per un paio di secondi e poi inizio a correre scomparendo nella boscaglia. Rimasi fissa li,impalata come una statua, non riuscivo a togliermi quel viso dalla testa e appena mi ripresi tornai a scuola, arrivai in camera e mi infilati sotto il getto caldo della doccia.

Ripensai a ciò che era accaduto nel bosco, quel ragazzo non lo avevo mai visto. Ma non sono una che fa caso ai ragazzi quindi potrebbe essere della scuola tranquillamente, ma ora so che c'è qualcun'altro che si allena come me. Magari abbiamo le stesse passioni.

Magari non sono la sola a sentirmi diversa.

Settima luna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora