Capitolo 5

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Quella parola tolse un velo dalla mia memoria..

Era una giornata invernale ed ero una piccola bimba allegra, nevicava ed ero scappata dalle braccia della mamma per toccare la neve. Avevo 4\5 anni e indossavo un allegro giubbotto bianco con un cappello dai ricami oro. Guardavo il cielo e giravo tra la neve.

- Kimberly- mi chiamò una voce familiare, mi voltai e c'era un anziana signora sorridermi amorevole

- Nonna-dissi correndole incontro...

Non ricordavo nulla di questo, perché ricordo questa donna come mia nonna? Chi ero? Spaventata dalle mie domande decisi di guardarmi intorno.

L'ambiente intorno a me si fece più cupo vicino al ''castello'' e sentii degli ululati proveniente dal bosco intorno a me.

Aprii il portellone senza preoccuparmi di James o Alex, i loro visi mi sono familiari e ciò mi spaventa.

Appena fuori cercai di memorizzare l'ambiente attorno a me, un vento fresco mi accarezzò i capelli. Oramai era mattina inoltrata ed il sole mi illuminò il viso, era confortante quel tocco caldo in tutta questa nebbia di ricordi.

Le porte dell'auto sbatterono e sentii Alex avvicinarsi ma prima che fu troppo vicina dissi

- Lascia stare, prima capisco che cazzo sta succedendo meglio è- detto ciò mi voltai per incrociare il suo sguardo nocciola.

Volevo domandare il come ma sapevo che non avrei ottenuto nessuna risposta, James mi guardava ammirato e mi domandai cosa avesse da guardare ma mi arresi.

Facemmo il giro intorno al veicolo e salimmo la scalinata che portava a un bellissimo portone argento, era un po spaventoso. Ma non avrei mai ammesso di star tremando come una foglia dentro di me, c'era qualcosa che mi attirava li ma qualcos'altro che mi diceva di andarmene subito. La mia più grande pecca era la curiosità quindi appena intravidi James suonare al campanello in quell'istante sentii più forte il richiamo provenire dall'interno così decisi che dovevo scoprire cosa mi spingeva li.

Appena la porta si aprii inalai un profumo di ricordi ... di mamma?

Profumo di violetta, il profumo di mia madre, lei era qui. Com'è possibile?

Non vidi neanche il signore sulla cinquantina che ci ha aperto la porta,credo fosse il maggiordomo dalla divisa intravista. Entrai dalla porta e attraversai l'enorme corridoio senza salire le scale che partivano da entrambi i lati per salire al piano superiore. Entrai in un salotto dove trovai un camino spento e i raggi del sole illuminavano le poltrone e la libreria.

James, Alex e il maggiordomo continuarono a chiamarmi e a cercare di calmarmi ma non li vedevo ne sentivo oramai. Sopra al camino vidi ciò che rendeva questo molto più reale quello che stavo vivendo.

La riconobbi da una vecchia foto che papà aveva sul comodino prima di mandarmi in quella scuola..

C'era mia madre molto giovane,con un lungo abito color acquamarina che metteva in risalto i capelli scuri, con me in braccio avrò avuto un 4 anni con un abitino sbracciato bianco con dei fiorellini rosei che facevano risaltare i miei riccioli rossicci, mi riconobbi dalla voglia color porpora a spicchio di luna sull'attaccatura dei capelli sulla tempia destra.

Rimasi ferma li a sfiorarmi quella piccola voglia finché due braccia non mi afferrarono da terra, qualcosa non quadrava..

-Ei mamma guarda- dissi correndo in cucina con in mano un piccolo merlo con un ala spezzata

-oh tesoro aspetta che vado a prendere una scatola e delle garze- disse mia mamma facendomi sedere sul tavolo della cucina con in mano ancora l'uccellino spaventato.

Mamma prese la scatola e ci mise dentro della stoffa colorata poi prese dei legnetti e con la garza fermò l'ala del merlo in modo da farla guarire.

- E adesso?- avevo chiesto preoccupata per lui.

- Ora piccola mia lo teniamo con noi finché non potrà volare- mi disse baciandomi la fronte -ora portalo in camera tua che porto la merenda sia a te che a lui.-

Quel merlo era quel piccolo che avevo salvato.. Intriso della nostra magia..

A quel pensiero tutto si fece buio.

Settima luna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora